[Let You Go by Mot]
💿supersuper recommendation.Park Jimin
—AZZURRO FIORDALISO"Amami, per Dio. Ho bisogno d'amore, amore, amore, fuoco, entusiasmo, vita: il mondo non mi par fatto per me: ho trovato il diavolo più brutto assai di quello che si dipinge"
– Giacomo Leopardi, Lettere Da Roma.Grandi candelabri d'argento, del raso di seta freddo su delle braccia molli di baci, l'odore aspro di fuochi d'artificio e un muro ingiallito da sigari cubani sulla quale sbattere la colonna vertebrale e non sentire più dolore.Anestetico per innamorati. Benzodiazepine per malati mentali. Le loro fronti grondavano sudore come in una calda mattinata d'estate, si baciavano sulle labbra come facevano gli ecclesiastici con le statue sacre, si accarezzarono, mischiando le loro pelli fin quando tutto intorno a loro divenne viola. Indugiavano solo a causa dell'impeto che ardeva dolente sulla sommità della loro lingua. Che faceva male amarsi così, in tale modo così orribile,deleterio, che le ciglia di Yoongi erano ormai coperte di brina e rugiada quando Jimin gli disse «I ragazzi come te non piangono per quelli come me». «Quelli come te sono calvari per quelli come me, Jimin».
Jimin lo stava baciando per consolazione,aggrappato al suo collo accarezzava con le unghie l'estremità dei suoi capelli biondi di campi di grano, gli aveva detto all'orecchio «Se vuoi vattene, se baciarmi è dolore, allora vattene» ma Yoongi non arrestò il suo pianto, che aumentò, e aumentò, che divenne simile al canto triste di una sirena. Strinse il suo dongseng a sé con più forza. Il suo cuore batteva all'impazzata contro quello di Jimin, creando un unico e solo struggente suono. Il pianto sommesso del ragazzo più grande riecheggiava tra le mura spesse come colpi di pistola, biascicava delle parole confuse sulle guance setose di Jimin e mentre le sue spalle magre erano scosse da sussulti, il più piccolo gli accarezzò le labbra umide di lacrime e gli chiese «Perché piangi?» ma non ottenne da lui alcuna risposta, soltanto mugolii, così lo costrinse a guardarlo «Perché?».
«Non lo so, non lo so, tu lasciami soltanto piangere sulla tua camicia,ancora per un po'. Lascia che io ti baci teneramente, ancora per un po'. Lascia che io sia triste per questi baci teneri, ancora per un po'»
Jimin glielo permise. Gli lasciò l'opportunità di premere la lingua contro la sua ancora una volta e di poter avvinghiare i suoi fianchi fino a fargli avvertire dei fremiti melodiosi saltellare su e giù dentro allo stomaco. Entrambi caddero in un silenzio spettrale, in un tunnel di pazzia, Jimin avvertii il calore dei palmi di Yoongi attraversare il tessuto della camicia e arrivargli dritto sulle scapole. Avrebbe voluto indietreggiare e andare via da quella stanza,da lui e dai suoi baci, ma gli occhi del suo hyung lo tenevano incollato al pavimento, sembravano sinceri, per la prima volta Jimin credette alla sincerità celata nelle pupille di Yoongi che luccicavano come due grandi rubini in un oceano.
Tutti i gironi dell'inferno, a uno a uno, Jimin poteva sentirli scivolare sulle natiche. Caldi come la lava. Si nutriva delle fiamme scarlatte che bruciavano sulle labbra socchiuse di Yoongi e dei suoi fianchi cerei che cercavano i suoi con movimenti esitanti mentre con i pollici disegnava cerchi sulla pelle molle del suo collo. Jimin ebbe la piena consapevolezza di star vivendo solamente in quel luogo e unicamente in quel momento, eclissato sotto l'abbraccio del più grande. I sospiri di Yoongi erano canzoni per chi dorme in balcone d'estate, respirava sui suoi capelli, e ogni volta che pronunciava il suo nome Jimin si riempiva di gioia. La sua voce stremata era del caramello sulla lingua bramosa di zucchero. Anche se il cuore di Jimin era capace di scavare in abissi di dolore al solo pensiero che Yoongi avesse già amato qualcuno nello stesso identico modo, che avesse già toccato un ragazzo negli stessi punti.
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RESILIENZA
Fanfiction[yoonmin]❝Jimin era Gennaio, Yoongi era Giugno.❞ title cred: © blackhairblackdress