Min Yoongi non è affatto la cattiva persona che molti pensano che sia. Ha un caratteraccio, è vero, ma è una persona di cuore, e, sebbene non gli piaccia esternarlo con le parole, è sempre pronto a farlo attraverso piccoli gesti. È un bravo hyung, Min Suga; pronto sempre a supportare e sostenere i suoi compagni, specialmente i più piccoli.
C'è stato un periodo, neanche troppo lontano, in cui uno di loro in particolare aveva avuto seriamente bisogno d'aiuto. E, davvero, Yoongi vuole bene indistintamente ad ognuno di loro, si sa, ma se dovesse proprio sceglierne uno al di sopra degli altri, quello sarebbe Jimin.
La prima volta che Yoongi si accorse che Jimin stava saltando i suoi pasti, un paio di oggetti furono rotti all'interno dello studio di registrazione.
《Lo so già.》 aveva risposto una settimana dopo, quando Jin glielo disse. Il più grande lo guardò storto, chiedendosi perché non l'avesse detto agli altri.
《Non spettava a me farlo.》, aveva continuato, capendo ciò che l'altro stava pensando.
Uscendo dalla camera, un paio di secondi dopo, si trovò davanti Jimin, che in quel momento sembrava un randagio con la coda tra le gambe, imbarazzato, mortificato. Teneva la testa bassa, Park Jimin, beccato in pieno ad origliare.
《Vai a prendere una giacca》, gli aveva detto Suga, 《ti porto a cena fuori.》 il tono piatto, nessun rimprovero, nulla.
Jimin non era mai stato così in imbarazzo. Sapeva che le sue abitudini alimentari erano sbagliate, ma sperava che gli altri non se ne sarebbero accorti, o almeno non così presto. Si era beccato una gran bella ramanzina da parte di Jin e gli altri, ed era stato felice che Yoongi non fosse presente. Se c'era qualcuno che aveva paura di deludere, quello era proprio Suga. Ecco perché scoprire che Yoongi sapeva già tutto lo spiazzò.
Perché non mi ha detto nulla?
Quella domanda rimase tutta la sera nella sua testa, sulla punta della lingua, in ogni boccone che mandava giù davanti gli occhi attenti del più grande.
《Ti aspettavi che ti facessi la paternale?》 Yoongi parlò solo dopo che Jimin ebbe finito anche il secondo, si era dovuto guadagnare le sue attenzioni mangiando. Scosse la testa, imbarazzato.
《Jiminie》, il tono improvvisamente più morbido del ragazzo lo spinse ad alzare lo sguardo, e finalmente i loro occhi s'incontrano, 《perché non mangi?》
《Ho mangiato tutto.》
《Sai bene cosa intendo, non prendermi in giro e non mettere alla prova la mia pazienza.》
Jimin abbassò nuovamente lo sguardo, iniziando a giocare con le sue mani. Ebbe il coraggio di bisbigliare qualcosa a proposito della dieta, ma Yoongi lo interruppe subito.
《Questa non è una dieta equilibrata, non mangiare non può nemmeno essere considerato come una dieta.》 eccola là, la paternale. 《Non me ne frega niente di cosa ti hanno detto gli altri, okay? Da oggi in poi tornerai a mangiare come si deve, perché ogni pasto che salterai, lo salterò anch'io, e sarà soltanto colpa tua.》 il tono del ragazzo era duro, ma non si avvicinava neanche lontanamente a mostrare quanto fosse realmente furioso. Odiava quelle stronzate. Le fissazioni che Jimin aveva sempre avuto nei confronti della perfetta forma fisica, i muscoli scolpiti, tutte le ore extra di esercizio fisico che faceva ogni fottuto giorno. Sapeva che l'unico modo per farlo mangiare era ricattarlo, farlo sentire in colpa.
《Hyung, mi dispiace.》riuscì soltanto a dire Jimin.
《Non me ne frega niente, Jimin.》Una settimana dopo, durante le prove, Jimin ebbe un mancamento. Quando si risvegliò nella sua stanza, trovò gli occhi scuri e impassibili di Suga puntati su di lui.
《Dimmi come hai fatto.》 gli aveva detto. Jimin, ancora intontito, lo guardò confuso. 《Non hai saltato neanche un pasto, Jimin, come hai fatto? Hai vomitato per tutto questo tempo?》il più piccolo nascose il viso sotto le coperte, sentendosi colpevole.
《Jiminie》, lo richiamò il più grande, 《guardami.》
Il ragazzo fece sbucare la testa dal piumone, e si sorprese nel trovare il viso di Suga forse un po' troppo vicino al suo.
《Lasciami in pace, hyung.》 aveva sussurrato, incapace di muoversi. Sentiva il respiro dell'altro sulle sue labbra, e sentiva il suo corpo stanco fremere.
Yoongi, però, non era intenzionato ad allontanarsi; anzi, prese ad accarezzargli i capelli e il viso con movimenti lenti, dolci. Jimin chiuse gli occhi, le labbra arrossate.
《Perché vuoi distruggerti in questo modo?》Jimin aprì immediatamente gli occhi, incontrando quelli del più grande.
Non l'aveva mai guardato in quel modo. Nessuno l'aveva mai guardato in quel modo.
《Perché mi guardi così?》chiese il più piccolo.
Gli occhi attenti del maggiore lo scrutavano, lo studiavano, stavano cercando di leggerlo, e per questo il ragazzo si sentì schifosamente esposto, nudo.
《Perché sei bellissimo, Jiminie.》 Jimin sentì la gola farsi secca, Yoongi era veramente troppo, pericolosamente vicino.
Deglutì rumorosamente, commettendo l'errore di far cadere lo sguardo sulle labbra del ragazzo a pochi centimetri da lui. Improvvisamente, però, quasi come se si fosse accorto solo in quel momento di ciò che stava facendo, Yoongi si allontanò dal più piccolo.
《Ho fatto qualcosa di sbagliato?》 gli chiese Jimin, non capendo cosa fosse successo. Che stupido che sono, pensò, che cosa credevo?
《Tu? Tante cose, Park Jimin, ma non è questo il punto. Non voglio baciarti se mangi di merda, non te lo meriti. Vedi di guadagnartelo, ragazzino.》 quelle parole uscirono dalla bocca di Suga con una tale naturalezza che Jimin pensò di essere ancora svenuto e che fosse tutto un sogno.
《Che hai detto?》 domandò incredulo, quando ormai Yoongi si trovava già sulla soglia della porta.
《Mangia, Jimin, non mi piacciono i ragazzi pelle ed ossa.》 e chiuse la porta.
Jimin, con la testa in procinto di esplodere, si lasciò andare ad un sospiro di frustrazione. Poi, per la prima volta dopo settimane, provò una sensazione che credeva di aver dimenticato: Jimin aveva fame.Qualche mese dopo, quando ormai -non senza qualche sbandata e qualche difficoltà- Jimin era finalmente tornato ad un'alimentazione sana e degna di questo nome, lui e Suga non avevano ancora parlato di ciò che era successo quella sera nella sua stanza, non una parola. Era come se niente fosse mai successo. Tanto che, spesso e volentieri, Jimin si ritrovava e chiedersi se non fosse stato tutto frutto della sua immaginazione. Ogni giorno, dopo ogni pasto, lo sguardo attento di Suga si soffermava sul più piccolo, come a chiedergli conferma che andasse tutto bene.
Il loro rapporto, ad ogni modo, era cambiato. I momenti di dolcezza del più grande erano drasticamente aumentati, specialmente quando erano da soli, e ciò succedeva sempre più frequentemente. Non c'era un solo giorno, però, in cui Jimin non pensasse a quell'episodio, alle parole di Yoongi. Era sempre stato innamorato del più grande, ma non aveva mai creduto di avere una qualche possibilità fino a quel giorno. Bellissimo. Yoongi lo trovava bellissimo.
《Jiminie, perché sorridi?》 gli chiese Suga, guardandolo storto. Si trovavano nel suo studio.
Capitava spesso, in quel periodo, che nel momento in cui gli altri andavano a dormire e Yoongi si recava a comporre, Jimin lo accompagnasse, restando anche tutta la notte sul divanetto della stanza.
《Sai, hyung, ho recuperato un po' di peso ormai.》gli rispose Jimin, ignorando completamente la sua domanda.
Una strana luce si accese negli occhi dell'altro per una frazione di secondo, o almeno così credette il più piccolo, perché subito dopo Yoongi rispose semplicemente:
《Sì, e allora?》
Jimin avrebbe voluto colpirsi da solo. Possibile che quelle parole pronunciate qualche mese prima avessero avuto così poco valore per lui? Possibile che non ci credesse nemmeno? Che non le ricordasse?
《Niente, lascia stare. Me ne vado a dormire, si è fatto tardi.》 Jimin, però, non ebbe nemmeno il tempo di alzarsi dal divano in pelle, perché il più grande si alzò dalla sedia girevole con uno scatto, e si piazzò sopra di lui.
《Dove credi di andare, ragazzino? La notte è giovane.》 Yoongi era seduto sul suo bacino, e, forse per via della frustrazione che il giovane stava provando in quel momento, ci mise qualche secondo di troppo per accorgersene.
《Suga hyung, che stai facendo? Lasciami andare.》 la rabbia che Jimin provava sparì improvvisamente quando il maggiore si abbassò su di lui, stringendogli entrambi i polsi per tenerlo fermo.
《Hai fatto come ti ho detto, Jimin, è giusto che tu riscuota il tuo premio.》 gli aveva sussurrato Yoongi, sempre più vicino alla sua bocca. Istintivamente, il più piccolo si leccò le labbra, un gesto che fece impazzire l'altro.《Fallo di nuovo e giuro che ti scopo su questo divano, Jiminie, e non me ne frega niente se qualcuno ti sente gridare per me.》 e, senza dargli nemmeno il tempo di replicare, si fiondò finalmente sulle sue labbra, dando vita ad un bacio che entrambi stavano aspettando da probabilmente anni.
Tutte le notti passate a sognare quelle labbra, tutte le fantasie più sconce che la sua mente aveva elaborato in quegli anni, potevano adesso concretizzarsi.
Quando Yoongi si staccò per riprendere fiato, Jimin scoppiò immediatamente a ridere.
《È tutto qui? Davvero? Mi aspettavo di più, Min Yoongi.》disse il più piccolo.
Una delle cose che più amava Suga del ragazzo era proprio la sua capacità di passare in poco tempo dall'essere adorabile all'essere fottutamente provocante.
《Mi stai sfidando, ragazzino? È questo ciò che vuoi?》aveva chiesto il maggiore, sollevando un sopracciglio.
L'altro, per tutta risposta, si limitò a passarsi una mano tra i capelli, leccandosi nuovamente le labbra sotto lo sguardo attento del ragazzo di fronte a lui.
Quello che successe dopo non è un segreto, perché lo studio non è affatto insonorizzato, e chiunque nel piano potè sentire le urla e i gemiti provenienti da quella stanza.
Inutile dire che nessuno chiuse occhio quella notte, e, purtroppo per gli altri, quella non fu nemmeno l'ultima volta.
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e a t; yoonmin
Short Story《Perché vuoi distruggerti in questo modo?》Jimin aprì immediatamente gli occhi, incontrando quelli del più grande. Non l'aveva mai guardato in quel modo. Nessuno l'aveva mai guardato in quel modo. 《Perché mi guardi così?》chiese il più piccolo. Gli oc...