CAPITOLO 1.
Mi sveglio con il suo odore sulla pelle, un misto tra menta e alcol, un odore che mi prude sotto il naso, un odore che mi porta a voltarmi sull'altro lato. Il suo viso è madido di sudore, i capelli appiccicati sulla fronte. Lo odio. Odio Christian, l'ho sempre odiato. Apre gli occhi, di quell'azzurro del cielo, del quale ogni volta riesco a trovare un aggettivo positivo, ma questi sono così gelidi, freddi, crudeli. Sposta la sua mano sul mio fianco, che stringe infilandovi le unghie.
'Tra poco devo andare a scuola, credo sia meglio che torni a casa.', dice alzandosi dal letto, ancora nudo. Ricordo la sua pelle delicata e liscia, come quella di un bambino, che stanotte ho accarezzato con crudeltà tante, troppe volte. Sospiro e guardo il soffitto bianco, candido come se lo avessero pitturato stanotte.
'Come mi hai portata qui?', chiedo senza distogliere lo sguardo dal soffitto, non che sia interessata ad esso, ma cerco solamente di ricordare come sia accaduto tutto questo.
'Ieri sera sei venuta alla partita di football con Step e Meredith. Dopodiché, siamo andati a bere qualche drink e forse ne hai bevuti troppi. Avevo bisogno di sesso, e...hai un fisico da paura, un sedere altrettanto spaventoso. Non mi hai rifiutato.', mi risponde infilandosi dei boxer neri, i quali mettono in risalto la sua carnagione abbronzata, ancora lucida. Cammina verso la cucina, probabilmente, i piedi nudi fanno tremare appena la casa. Mi alzo, e mi accascio a terra, in cerca dei miei indumenti.
'Indossa i miei boxer e una mia maglietta. I tuoi indumenti puzzavano di alcol.', urla per farsi sentire. Torno in posizione eretta e sbatto le mani sulle cosce nude, la carnagione così chiara che si distingue a malapena dal colore delle mura e sul punto dove ho appena sbattuto le mani si formano delle macchie rosse. Inizio a rovistare in alcuni cassetti in silenzio: profilattici, canottiere, boxer. Peendo uno a caso di questi ultimi: blu a strisce bianche e lo indosso immediatamente, continuo la mia ricerca di una maglietta fin quando non ne trovo una bianca con su scritto:BAD BOY, la quale potrei indossarla come vestito, dato che mi copre fin sopra le ginocchia. Noto uno specchio, dove c'è la mia figura riflessa, la faccia ricoperta dal trucco sbavato e i capelli in disordine. Scuoto la testa pensando a quanto sia pessimo questo look e a quanto sia impresentabile. Dopo aver raccolto i capelli in una coda alta, cammino verso la cucina,i piedi nudi a contatto con il pavimento gelido mi provocano dei brividi. Christian sta mangiando latte e cereali su uno sgabello. Mi poggio all'angolo del muro che conduce in cucina e lo guardo, le braccia incrociate al petto, aspettando che, con tono cortese-cosa alquanto improbabile-, mi preparasse del latte. Aspetto che il suo sguardo incroci il mio, e, una volta accaduto, lo guardo arcuando un sopracciglio.
'Apri il frigorifero e prendi ciò che vuoi.', mi dice infilando una cucchiaiata di latte e cereali in bocca, con fare strafottente. Scuoto la testa e mi dirigo verso il frigorifero, che apro estraendone del latte.
'Hai una tazza o cosa?!', gli chiedo paonazza chiudendo il frigorifero.
'Primo sportello in alto dopo il lavello.'. Ebbene sì, credevo fosse cambiato, ma è rimasto il solito maniaco sessuale, troppo bello ma troppo scortese. Apro lo sportello, come indicato da lui e vi estraggo una tazza, che riempio di latte. Poggio la scatola quasi vuota del linquido bianco e ne sorseggio un po', leccandomi le labbra bagnate.
***
Ha deciso di accompagnarmi a casa per cambiarmi. Abito nell'università che frequento, e che anche lui frequenta, e condivido la mia stanza con Meredith, la mia migliore amica.
'Sai, Step vive con me perchè siamo migliori amici e stasera ha dormito da Meredith. Sanno che sei venuta da me.', mi ricorda entrando nel parcheggio della scuola, parcheggiandosi davanti all'entrata delle stanze. Lo guardo con fare accusatorio.
'Non c'è bisogno di ricordarmelo.', rispondo scortesemente aprendo lo sportello dell'auto.
'Ci vediamo a lezione.', mi dice come se non avessi detto nulla. Sbatto lo sportello dell'auto, arrabbiata, provocando un forte rumore. Corro su per le scale, cercando di non farmi notare indossando indumenti maschili, e, dalla scritta BAD BOY, tutti avrebbero capito di chi fossero. Busso rapidamente alla porta della mia stanza: 46. Meredith mi apre, il sorriso stampato sulle sue labbra. Guardo se Step è presente in stanza, ma fortunatamente è andato via.
'Dio, smettila di sorridere. Avrei solo voglia di piangere.', sbuffo chiudendo la porta alle mie spalle, 'Non ho voglia di parlare.'
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Il nostro Disastro.
Teen FictionCamicetta bianca abbottonata fin sopra il collo, capelli color caramello. Abby ha 18 anni e ha alle spalle un passato difficile, che, trasferendosi a New York, cerca di dimenticare: suo padre era un drogato e la obbligava a prostituirsi. All'età di...