Ci fu, in un tempo non molto lontano, un inverno gelido, forse il più freddo di tutto il secolo. Arrivò all'improvviso, e in pochi giorni tutti i fiumi, i laghi e le lagune ghiacciarono, formando enormi specchi in cui la luce del Sole, quasi sempre coperto da nuvole insistenti, faceva fatica a riflettersi. Tutto il Nord Europa, in particolare, ne fu vittima: i quartieri, coperti dalla neve, somigliavano più che mai a candidi tappeti bianchi.
Una cittadina in specifico, sperduta nel mezzo dell'Inghilterra, sembrava non apprezzare quel freddo inatteso. Quella mattina, le carrozze facevano fatica a percorrere le strade non ancora battute, e spesso i cocchieri dovevano scendere e pulirle da sé, iniziando a bestemmiare subito dopo aver cominciato.
Il sole era basso sull'orizzonte e i lavoratori si stavano dirigendo verso le fabbriche con espressioni scure e scontrose, camminando a fatica su quel mare candido e, talvolta, scivolando sul ghiaccio, per poi risollevarsi più burberi di prima.
I vialetti erano poco frequentati, eppure una madre, alla ricerca del proprio figlio smarrito tra gli altri, urlava, invano, il suo nome.
Oltre i banchetti semivuoti di piccola frutta, i proprietari, assonnati, borbottavano tra loro di quanto quel gelo fosse stata una maledizione: alcuni intanto si coprivano con panni ruvidi, altri leggevano il giornale, sospettosi di ogni passante.Tra questi venditori con gli occhi avidi, ce n'era uno più anziano, più calmo, abituato al freddo dalla sua lunga vita e dai luoghi in cui aveva vissuto. Tirava spesso fuori il suo orologio da taschino per controllare l'ora, per poi perdersi nelle sue decorazioni: cerchi intagliati nel metallo, non concentrici, disposti quasi a formare uno schema, pieno di strani simboli che lui, però, non comprendeva. Non lo conosceva bene, gli era stato appena regalato, eppure era come se lo avesse desiderato per una vita e, non appena lo aveva visto, subito gli si era mosso qualcosa dentro.
Mentre controllava l'ora, guardando l'altezza del sole e confrontandola con i numeri che le lancette indicavano, sentí finalmente lo scalpitio che aspettava, e subito si girò verso quel rumore attutito dalla neve.
Vide correre verso di lui una bambina, vestita con una giacca decisamente troppo grande per lei e degli occhi vispi come nessun altro bimbo della sua età, che gli rivolse un grande sorriso. "Celestia, oggi sei in ritardo", disse il vecchio con un volto sereno, togliendosi il cappello a cilindro per salutarla, in segno di giochevole rispetto.
"È arrivato il freddo e mi sono dovuta scaldare per bene prima di raggiungere gli altri" rispose la bambina senza smettere di sorridere, "sono passata di qui solo per vedere come stavi oggi, caro vecchietto".
"Ahh, io vivo quel che mi rimane come posso. Le vendite invece hanno qualche problema, il freddo ha mandato all'aria la maggior parte dei raccolti, quel che rimane di decente è solo qualche mela" disse mostrando alla bambina una piccola mela rossa, "Tienila tu questa, devo ripagarti per l'ultima volta." La bambina prese la mela e, dopo averlo ringraziato, si fermò un momento ad osservarne i colori, che risplendevano nel bianco di quelle stradine. "Adesso vai pure, o arriverai in ritardo anche in piazza" la riscosse il venditore, dandole una solida cassa per la frutta, ormai svuotata.
"Grazie, Hammond, a domani!" salutò la bimba con la sua voce dolce.
"Sí, a domani, piccola." rispose con un filo di voce che quasi sembrava tradire una nota di rimpianto, come avesse tenuto per sé qualcosa che la giovane avrebbe dovuto sapere.
E mentre la neve stava cessando di scendere, Celestia arrivò nella piccola piazza della sua cittadina, niente di particolarmente enorme, ma abbastanza vivace da essere vista come punto di orgoglio dagli abitanti. Poggiò sulla neve al contrario la cassa che le aveva dato Hammond, mentre i bambini si riunivano intorno lei con volti emozionati ed allegri, e vi salì sopra; tenne gli occhi sul gruppo di giovani che le si stava raccogliendo intorno, e ne riconobbe qualcuno. Alla fine prese fiato e aprì la bocca.
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Il bianco sotto il cilindro
General FictionIl racconto di un'umile ragazza in una piccola città, e di un eroe bianco come la neve