Purple Rain

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Ad un certo punto non riesco più a controllare i miei i piedi, quando comincio a fare pattinaggio non artistico sul marciapiede. Ecco, sono caduto come un salame. Maledette quelle pietre  che ti fanno inciampare ! Le mie ginocchia non l'hanno presa bene visto che il dolore non è indifferente...Ecco, adesso sono diventato tutt'uno con la pozzanghera, poveri i miei pinocchietti Hawaiani. Quando mamma lo saprà saranno cazzi amari per me. Già me la immagino con i soliti discorsi sul rispetto ecc. Comunque, non appena cerco di alzarmi, sento qualcosa che cola lungo le mie ginocchia...E' sangue. In effetti me le sono sfregiate...  Inoltre, sui miei pantaloni c'è pure un buco, saranno sicuramente da buttare. La pioggia provvede a lavare via il rosso dalle mie gambe fin quando ad un certo punto non la sento più. Che strano, eppure tutto intorno a me piove. Alla fine mi accorgo che c'è un ombra sopra si me, qualcosa che mi copre...E' un ombrello ! < Che ci fai qui, sotto alla pioggia ? > mi domanda una voce molto familiare...Mi sembra tanto quella di Ros, così mi giro di scatto. Sì, è lui con una borsetta bianca in mano. < Ah...Ros > riesco solo a dire con un filo di voce. Ok, perché ultimamente spunta sempre fuori all'improvviso ?!  < Forza, cammina. Ti accompagno fino a casa con l'ombrello >. Il suo tono di voce risulta essere piuttosto freddo, probabilmente è arrabbiato per quello che gli ho detto ieri, forse sarebbe il momento più opportuno per scusarsi. Del resto sono uscito sotto la pioggia proprio per avere la speranza d'incontrarlo, non posso sprecare la mia occasione ! < Senti...Ehm...Ecco... >. Io provo a dirgli scusa ma mi escono solo delle specie di gargarismi strani, non una frase che sia di senso compiuto. Inoltre, la sua espressione stizzita e la sua assenza di parole mi fanno capire molte cose. Ros non è uno che si arrabbia, solitamente. Ma quando è sul cavallo grigio, è meglio levarsi di torno. Egli non urla o sbraita, si limita a rimanere in silenzio...Forse è anche peggio perché non ho appigli. Comunque, decido di riprovarci. Devo riuscirci prima di arrivare a casa. < Arrivo al dunque : insomma, io volevo...volevo...Sì, ecco...Chiederti scusa per come...Ti ho trattato ieri >. Ce l'ho fatta ! Sembravo un po' robotico ma dettagli, quello che conta è il pensiero ! Comunque anche scusandomi non è detto che mi perdoni subito, quando la vuole fare lunga ci riesce benissimo. Provo a sbirciare ancora una volta nella sua direzione, la sua espressione sembra essere cambiata leggermente anche se mi pare ancora quella di un bambino offeso. < Tsk, mi chiedo proprio cosa ti si sia preso, infatti >. Per un attimo ho un sussulto. Sono indeciso se dirgli la verità o no. < Mhm...E' una faccenda un po' strana. Mi spiace molto, te lo dirò a tempo debito...> spiego io con una voce fioca e quasi impercettibile se non fosse che è proprio di fianco a me. < Quanti segreti, Finn. Non devi mai dire ad uno come me che non puoi dire una cosa, perché tenterà di scoprirla ! >. All'improvviso sembra essere tornato quello di sempre, tutto d'un botto. I suoi cambi repentini di umore mi fanno girare la testa perché non capisco mai a cosa pensa. Probabilmente, conoscendolo, comincerà a tormentarmi tutti i santi giorni, ci scommetto. Ma per adesso questo resterà un segreto...Tra me e me.  Siamo quasi arrivati a casa, quando Ros bisbiglia un cosa. < Comunque anch'io ho un segreto che non posso rivelare, per adesso > specifica lui, mi sembra, con la coda dell'occhio, di vederlo arrossire ma non ne sono sicuro. Sembra esserci un lasso di tempo interminabile tra il tratto di strada che stiamo percorrendo, a casa mia. All'improvviso il sole squarcia le nubi grigiastre... È davvero un bello spettacolo! Ros abbassa l'ombrello in modo tale che i raggi possano attraversare la nostra pelle. Ad un certo punto arriviamo davanti al cancello di casa mia. Mia madre mi sta già aspettando fuori dalla porta, lievemente arrabbiata. Cambia espressione quando nota che ho fatto pace con Ros. < Tsk, era questa la cosa importante che dovevi fare... > mi sussurra all'entrata. Subito non capisco questa sua puntualizzazione, così mi limito a sorridere. Alla fine, sono  contento che la questione con lui si sia risolta. Il peso che mi opprimeva il petto è sparito, anche se c'è ancora quella questione... Inoltre, mi chiedo quale sia il suo segreto. In seguito mi dirigo al bagno, unico posto dove c'è lo specchio a figura intera. Mi guardo un attimo e noto che sono messo una schifezza. Tutto gocciolante. I miei capelli sono appiattiti su tutta la faccia. Così mi lavo e mi asciugo. I miei capelli castani cadono senza senso sulla mia faccia... Teoricamente dovrebbero essere come quelli di un certo cantante... Andy Biersack forse? Invece risultano essere solo messi a caso. 

Nobody's like you ( boys love )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora