Capitolo 40

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Uno strano solletico al collo è la prima sensazione della quale mi accorgo non appena i miei occhi si aprono.

Per essere solo un materasso deve essere di ottima qualità. Si dorme da dio. E non solo...

Jace è addormentato praticamente sopra di me. Ha appoggiato il capo sul mio petto e un suo braccio avvolge la mia vita in una stretta ferrea ma premurosa.

Mi sono sentita sempre protetta tra le sue braccia, come se fossi un qualcosa di prezioso che dovesse essere maneggiato con cura.

Ancora ricordo la prima volta in cui ci siamo trovati nello stesso letto, durante la gita. Sapevo che le sensazioni che mi suscitava erano forti, ma ancora non ero disposto ad ammetterlo a me stessa. Ero troppo accecata da altro per farlo.

La notifica di un cellulare mi strappa dai miei pensieri ricordandomi che, all'infuori della nostra bolla, c'è un mondo intero ad aspettarci.

Aspetta, che ore sono? Non ditemi che ho superato il coprifuoco straordinario imposto da mio padre! Quella sì che sarebbe una tragedia!

Senza curami troppo del ragazzo addormentato al mio fianco, sporgo un braccio per tastare il pavimento alla ricerca del mio cellulare.

Ricordo di averlo appoggiato vicino a me solo poco tempo prima. Dove si è cacciato quell'aggeggio?

Un minuto e cinquanta sbracciate dopo, il mio iPhone è tra le mie mani.

Sono solo le 23:42. Per fortuna era solo un'email; l'ennesima fattura Amazon per l'acquisto di un libro Kindle.

Alzo un po' il capo e noto la cena quasi del tutto intatta sul tavolino poco distante.
Ci siamo praticamente trasformati in un groviglio di braccia e gambe dopo appena due bocconi. Diciamo che mangiare non era il nostro primo pensiero.

Un piccolo sospiro mi giunge dalle labbra di Jace.

Non si è minimante accorto delle mie manovre; ha un sonno pensante il mio ragazzo.

Con una mano gli accarezzo i morbidi capelli alla base del collo.

Mi sento felice e completa come mai mi ero sentita.

In un attimo i ricordi mi compaiono nella mente.

I baci caldi e infuocati.

Il modo in cui Jace mi ha spogliata.

La delicatezza del suo tocco.

L'amore che traboccava dai suoi occhi verdi.

Non c'era parte di me che Jace non volesse esplorare, toccare o baciare.

E anch'io volevo sentirlo. Volevo accarezzare ogni centimetro del suo corpo per memorizzarne ogni dettaglio per ricordarlo quando non sarebbe stato con me.

Il nostro non è stato solo un atto fisico. Non era solo il piacere che davamo e predavamo.
No, noi abbiamo fatto l'amore.
Detta in questo modo suona stupido e sdolcinato, ma è la pura verità.

Non so come sarebbe stato se al posto di Jace ci fosse stato un altro ragazzo. Il solo pensiero mi provoca un giramento di stomaco.

Lui è tutto quello che ho sempre desiderato. Mi sembra incredibile che per tutti questi anni lo abbia avuto tanto vicino eppure irraggiungibile. O forse lo ero io.

"Continua a stringermi." La voce assonnata di Jace è un dolce balsamo per le mie orecchie.

"E chi si ferma." La mia dovrebbe essere una battuta ma non sono mica tanto convinta di riuscire a smettere di tenerlo forte al mio petto.

Questo è il posto in cui avremmo dovuto trovarci fin dall'inizio.

La paura che mi scivoli tra le mani è grande ma cerco ricacciarla indietro.

Abbiamo imparato a dure spese cosa significhino i dubbi che si insinuano troppo a lungo nella mente.

"Ben detto, piccola." Quel dolce soprannome mi fa arrossire.

Anche prima mi ha chiamato così.

Non so per quale motivo, ma ho sempre trovato che questi tipi di soprannomi fossero solo un modo di chiamare una persona della quale non si ha nessuna considerazione. Come se, alle fine di tutto, si diventasse solo un ricordo sbiadito e io non volevo assolutamente diventare questo. Per nessuno.

Averlo sentito dalle labbra di Jace, però, in un momento in cui tutto il suo amore era percepibile ad ogni suo tocco e sospiro mi ha fatto capire che non sarebbe mai stato così, o almeno, non per noi.

"Sono felice, tesoro." Ho bisogno che lo sappia, perché è lui a rendermi felice. Nessun altro.

"Anch'io. Ti amo." Con un movimento veloce rotola prima di fianco e poi di fronte a me.

"Ciao." Mi saluta riavvolgendo con una mano una ciocca dei miei capelli dietro l'orecchio.

"Ciao." C'è una leggere timidezza nel tono della mia voce ma la fiducia che nutro nei suoi confronti è troppo grande. A volte mi spaventa l'intensità dei miei sentimenti, ma so che non posso farci niente,

"Hai male?" domanda leggermente preoccupato.

Scuoto la testa. "Solo un leggero fastidio."

Appoggio la testa sul suo petto per nascondere il rossore che, lo so, mi sta ricoprendo le goti.

Jace inizia a giocherellare con una mano con i miei capelli, mentre con l'altra traccia piccoli cerchi sulla mia schiena.

Il suo tacco è rilassante; sarei capace di addormentarmi in cinque minuti se continuiamo in questa direzione.

"Tra poco dobbiamo andare. Papà sarà sveglio ad aspettarmi." Non voglio separarmi da lui ma non voglio neppure che a mio padre venga un infarto. Sarebbe proprio quella la fine che farebbe se non rincasassi.

"Lo so e sto già male." Mi da un bacio sulle labbra. "Non voglio separami da te." Un altro bacio.

Sbaglio o non riusciamo a tenere le mani lontane l'uno dall'altra per più di due minuti? Spero che questa cosa non cambi con il passare del tempo. Non voglio che si stufi di me.

"Anch'io però, forse, ho la soluzione." Esclamo entusiasta.

"Ovvio che entro dopo dal retro." Mi precede con un sorrisetto che lascia poco all'immaginazione.

"Ah si? Magari non ti ci vaglio." Naturalmente, non è così, ma ho proprio voglia di stuzzicarlo.

"No? Io non credo." Gonfia il petto con orgoglio.
"Solo quaranta minuti fa urlavi disperata il mio nome." Adesso sì che sono imbarazzata!

"Sei diventata rossa, piccola." Mi sussurra all'orecchio.

"Niente affatto! Sei solo un pervertito!" Lo accuso come una piccola bambina.

"Su, non mettere il broncio." Sale sopra di me e morde con delicatezza il mio labbro inferiore.

"Sei cattivo." Dico scherzando avvolgendogli il collo con le braccia.

"Non hai la minima idea quanto." L'ultima cosa che vedo prima di chiudere gli occhi è il suo sorriso trionfante.

#SpazioAutrice.

Eccomi qua con il capitolo 40! Anche se ho usato propio adesso la parola "capitolo" non è proprio così che lo considero. Avrei preferito inserirlo alla fine del capitolo 39 ma avevo bisogno di tempo per capire come scrivere questa parte tanto delicata. Quando farò la revisione, con molta probabilità, questo pezzo sarò inserito come da programma ne "L'appuntamento."

So che è abbastanza corto ma volevo che non ci fossero altre scene di mezzo o altri personaggi, e poiché nel prossimo, i nostri protagonisti saranno coinvolti con la famiglia di lei e non solo (ops, piccolo spoiler 😂) questa era l'unica opzione.

Spero vi piaccia!! Mi raccomando, continuate a leggere!! Baci. Baci. 😘😘😘😘

P.S BUON ANNO IN RITARDO!!!! ❤️❤️❤️❤️

È solo questione di cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora