Capitolo 84

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Mary’s P.O.V.

Alla fine la settimana è passata molto più in fretta di quanto pensassi: Léa ormai abita da noi, la scuola continua a fissarci test su test fregandosene della salute mentale dell’alunno, abbiamo fatto tre provini per tre case discografiche diverse ma non ci hanno ancora richiamato, e con Bradley va tutto male ... Il punto è che adesso non so nemmeno se voglio tornare da lui perché non appena ha saputo di me ed Harry è tornato subito da Lauren questo mi ferisce. Un altro problema è che cantare con lui sul palco sarà ancora più difficile.
L’unica nota positiva della mia vita è che a mezzanotte uscirà Shout out to my ex e tre giorni dopo il video. Spero davvero vadano bene le vendite...
Adesso stiamo provando nel bar per domani sera, la sera in cui Léa riconquisterà i suoi genitori e si riconcilierà con loro, o almeno spero. Sono molto preoccupata per lei, è molto triste ultimamente e cantare non le basta per andare avanti. Waddy ci dice di salire sul palco con i The Vamps per provare le canzoni da cantare insieme: Personal, Somebody to you, Hands, Shades on in una versione rifatta insieme. Quei duetti mi spaventano davvero, perché non ci sarà la stessa intesa di prima …
Cominciamo con Hands: i ragazzi cominciano a suonare e Brad a cantare. La canzone è molto piatta, manca quella scintilla di una volta, quella sensualità che io e lui abbiamo. Joe infatti ci interrompe dicendo una serie di no infinita.
- Mary, Brad! Dove state con la testa? Non vedo la passione, la sensualità, dovete essere connessi!
- Io non posso farlo, Joe, mi dispiace. Non posso cantare con lei.
Mi salgono le lacrime agli occhi: è difficile, ma almeno ci provasse … Non può buttare tutto al vento così.
- Brad, non scherzare. Cercate di risolvere il vostro problema in qualche modo, altrimenti salta tutto!
Joe lascia la stanza incazzato, io invece guardo le ragazze non sapendo cosa fare. Brad poggia la chitarra a terra andando via, le mie amiche mi suggeriscono di seguirlo per parlarci, così lo rincorro, pregandogli di parlare.
- Brad, ascoltami, ti prego. So che non vuoi parlarmi e sinceramente neanche io ho molta voglia, ma vuoi almeno essere professionale e mettere da parte la vita privata e fingere che vada tutto bene? Io lo sto facendo.
- Hai ragione, Mary. È normale lavorare con la tua ex.
Ex? Sono definitivamente un’ex? Non abbiamo più speranze di tornare insieme? Sono un’ex? Sono davvero un’ex?
- Concentrati e smettila di fare i capricci. – ho un nodo alla gola che minaccia di fuoriuscire, ma io cerco in tutti i modi di trattenerlo.
- Come vuoi tu.
Il suo tono è davvero acido, odioso, doloroso. Restiamo a guardarci negli occhi per un attimo prima che lui si allontani per tornare sul palco, mentre io scappo nel bagno per riprendermi.
Mi guardo nello specchio, sistemando un po’ di quel trucco scolato. Devo tornare lì anche se non mi piace, ma devo pensare alla carriera, al nostro futuro. Domani uscirà la canzone di Shout out to my ex e devo sembrare forte, coraggiosa, fiera, mostrare anche quel girl power  che ho messo nella mia musica e in tante situazioni affrontate nella vita.
Torno di là, facendo finta che non sia successo nulla: sono una sua ex? Sarò l’ex più bella e desiderabile del mondo, vorrà riavermi subito.
Alla fine riusciamo ad essere più spensierati sul palco, come se veramente non avessimo mai litigato, come se mai avessi fatto sesso con Harry, come se lui non avesse mai cercato Lauren. È vero che non abbiamo quella stessa vivacità di prima, ma per come stiamo messi va più che bene.
Al termine delle prove i manager sono entusiasti e devo ammettere che è davvero un sollievo. Ci raccomandano solo di migliorare la grinta e di gestire al meglio lo spazio del palco, che non è granché grande per sette persone più strumenti ed amplificatori ... Le prove riprenderanno domani dopo scuola e poco prima dello spettacolo. Sono decisamente nervosa perché voglio davvero che vada bene: ho già buttato al vento un’occasione, non posso farmene scappare un’altra …
Rimango con Brad sopra il palco per sistemare gli strumenti e staccare i fili della console in assoluto silenzio, silenzio che si rompe nel momento in cui sentiamo la porta chiudersi e ci accorgiamo che tutti se ne sono andati. Cazzo, non ditemi che siamo rimasti soli qui dentro …
Lasciamo gli strumenti a terra e ci avviamo verso la porta ad accertarci che sia aperta, ma ciò che temevamo si è realizzato: la porta è chiusa a chiave.
- Le finestre. – suggerisce Brad.
Controlliamo negli studi le finestre, ma sono state tutte bloccate.
- Moriremo asfissiati. – allargo le braccia disperata.
- Per fortuna si aprono un minimo per cambiare aria. – le alza un pochino mostrandomi che l’aria passa.
- Le tue chiavi! Come abbiamo fatto a non pensarci?
- È stata bloccata da fuori, non possiamo aprirla da dentro.
- Ah, vero.
- Ti pensavo più intelligente.
Simpatico, veramente.
Ad un certo punto sento il mio cellulare vibrare e sullo schermo compare un messaggio da parte della mia migliore amica.

Make me crazy [b.w.s.] (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora