Un'altra fredda giornata di gennaio, il mese peggiore di tutti . Non che gli altri siano meglio, fatta eccezione per maggio: il mese in cui sono nata. È il mese che preferisco perché il clima inizia a migliorare, si avvicina l'estate e soprattutto arriva il mio compleanno, la giornata che più aspetto durante l'anno.
Ma purtroppo è ancora il 7 gennaio. Oggi si torna a scuola.La sveglia è suonata puntuale alle 7 del mattino, ma l'ho rimandata di cinque minuti. Ovviamente mi sono riaddormentata, non ho sentito il secondo avviso e la sveglia si è rimandata automaticamente 5 volte. Sono le 7:25. Farò tardi anche questo primo giorno, ma dopotutto non mi aspetto mai di arrivare presto. Non riuscirò mai a vedere Brandon per più di qualche secondo fuori il cancello. Devo svegliarmi prima d'ora in poi.
Indosso i miei jeans preferiti con fatica; credo di aver messo su più di un paio di chili durante le vacanze natalizie. Mio padre ha origini italiane e ogni anno, ad ogni festività, le onoriamo con pranzi e cene infinite, cosa che a me non dispiace, ma ai miei pantaloni si. Non ho tempo di scegliere altro, tiro la pancia in dentro e finalmente posso passare alla felpa. È sicuramente più facile mettere questa rispetto al jeans e infatti in cinque minuti sono giù a fare colazione. Cioè si fa per dire.
«Ciao ma', ciao pa' io vado, ci vediamo stasera». Afferro velocemente una mela dal tavolo della cucina, senza neanche fermarmi a salutare i miei. Esco e inizio a camminare fino alla fermata del bus mentre mangio la mela. Mi sto prendendo in giro da sola per non sentirmi troppo in colpa. Questa finta dieta durerà meno di una settimana. Sono le 7:45, salgo sul bus. Arrivo giusto in tempo a scuola e vedo Brandon appoggiato al muretto fuori al cancello con una sigaretta tra le labbra e qualche amico intorno. Dio quanto è bello. È esattamente il mio prototipo di ragazzo: alto, muscoloso, capelli biondi e occhi castani. Ma è anche il capitano della squadra di basket, nonché fidanzato con la ragazza più bella della scuola, Leila.
Sono una coppia bellissima, tutte vorrebbero avere una storia d'amore come la loro, o meglio: tutte vorrebbero avere Brandon.
Io e lui in comune abbiamo solo la lezione di scienze. Lunedì alla prima ora, mercoledì alla terza e venerdì alla sesta. Le tre ore migliori della settimana.Mi dirigo ancora sognante verso l'istituto, quando sento qualcuno venirmi addosso. Data la mia goffaggine e il mio scarso equilibrio, cado in avanti, ma le mie mani mi salvano. Circa.
«Ahi! Ma che diamine? Guarda dove corri!».
Riprendo gli occhiali da terra e li riappoggio sul naso, mettendo a fuoco la figura che ho davanti.
«Scusami, davvero! È che sono nuova, è il mio primo giorno qui e sono in ritardo. Mia madre mi ha svegliato troppo tardi e abbiamo anche sbagliato strada con la macchina. Un disastro.»
Mi porge la mano per aiutarmi ad alzarmi.
È nuova, ma anche se non lo fosse stata, non l'avrei comunque riconosciuta. In questa scuola non conosco nessuno, se non qualche nome dei più popolari. Tipo Brandon e i suoi amici. Io invece non ho mezzo amico qui a scuola, ma la cosa non mi pesa. È dal terzo anno che va avanti così. Prima c'era Patty, ma poi lei si è trasferita in un'altra città e non ci siamo sentite più. Quest'anno è l'ultimo di high school e a me va benissimo passarlo così. Sola.«Grazie...». Afferro la sua mano, mi do una spinta con l'altra e finalmente sono in piedi.
«Dai dopo ti offro il pranzo. Ah quasi dimenticavo, io mi chiamo Ruby!».
Beh gentile per il pranzo, lo ammetto, ma non la conosco, e io sono sia timida che un po' diffidente, la combo perfetta insomma.
«Io sono Jenna»
Entriamo nell'edificio, le indico la segreteria in modo che possa ritirare il suo orario e il numero dell'armadietto. Io invece vado verso il laboratorio di scienze.Fortunatamente è il primo giorno, quindi, anche se sono le 8:06, la lezione ancora deve iniziare e tutti i ragazzi sono ancora in piedi, parlando dei bellissimi posti in cui sono stati a Natale o delle piacevoli serate che hanno passato qui in città. Mi siedo al secondo tavolo e caccio il quaderno di scienze dallo zaino. La lezione inizia, ma viene subito interrotta da una ragazza che entra in classe.
«Scusate il ritardo, ero in segreteria a ritirare il mio orario.»
«Si accomodi, lei deve essere Ruby Carter?»
«Si, esatto. Grazie»Mi riconosce e viene a sedersi vicino a me. Tutti la guardano sconvolti. Ero sempre sola al banco di scienze. Mi sento osservata, ma ben presto mi accorgo che quella che stanno osservando non sono io, ma Ruby. Guardandola meglio, effettivamente, è una bellissima ragazza. Le sue gambe perfette sono per metà coperte da una gonna nera che la modella perfettamente, e per il resto da un paio di calze. Ha una maglietta a maniche lunghe semplice e un cardigan che, a quanto pare, non le fa sentire freddo. Persino la sua borsa e le sue scarpe, singolarmente, farebbero vergognare il mio jeans e la mia felpa.
Gli altri continuano a guardare verso il nostro banco, persino Brandon ha lo sguardo fisso qui.Per me è assurdo avere tutta questa attenzione, non ci sono abituata per niente, non mi piace.
Stare sotto i riflettori in realtà non mi è mai piaciuto, infatti evito anche di andare al ristorante dei miei a dare una mano perché mi vergogno troppo.Non conosco molte persone qui a scuola, e praticamente nessuno conosce me, ma vivo con l'angoscia di poter essere presa in giro per chissà quale motivo.
Vorrei essere più forte di questa insicurezza, non so nemmeno da cosa derivi nello specifico.«Ehi, per caso abbiamo altre lezioni in comune? Questo è il mio orario.» mi dice la bellissima ragazza affianco a me. Quasi non capivo che ce l'avesse con me perché nessuno parla mai con me a lezione, o in generale.
«Questo è il mio, controlla tu.» le rispondo io, forse un po' troppo scorbutica, ma guardare gli orari mi farebbe solo perdere del tempo prezioso di questa ora per osservare Brandon.«Matematica, letteratura e arte! Ci vedremo praticamente quasi sempre!» Ruby esulta con voce quasi troppo alta, per fortuna il professore non ci fa caso.
Come fa ad essere contenta? Praticamente non ci conosciamo. Potrei essere una stronza di prima categoria, ma lei comunque mi sta dando fiducia. E questa cosa, in fondo, mi fa piacere, perché nessuno mi ha mai dato mezza possibilità.
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Amore: missione (im)possibile
Teen FictionJenna è una ragazza goffa, simpatica, abbastanza introversa. Da sempre ha una cotta per il capitano della squadra di basket, ma lui non sa nemmeno della sua esistenza. Nessuno sa dell'esistenza di Jenna a scuola, non ha amici lì. Questo fino a quand...