A Bunny Christmas.

456 14 5
                                    


Il miglior regalo di Natale?

Del buon sesso.

L'atmosfera natalizia, in qualunque maniera venisse percepita, anche da parte di chi all'interno di sé non sopportava poi molto quel lungo e stressante periodo dell'anno, appariva infine suggestiva e particolare, intrisa di magia. Ovunque e per chiunque, compresa nell'affollata capitale del Paese del Fuoco.
Le strade e le vetrine tirate a lucido dei negozi nella città di Konoha di solito si riempivano di luci e colori accecanti; i mercatini per le vie venivano sontuosamente addobbati in modo d'attirare i clienti, e bambini di ogni età vagavano con occhi curiosi alla ricerca dei balocchi da chiedere a Babbo Natale nelle loro letterine, intanto che adulti scocciati li seguivano indolenti, cercando di placare la troppa euforia.
Dalle radio accese ad alto volume all'interno dei grandi ipermercati, ogni giorno si udivano incessanti canti di Natale pieni di gioia, alle volte così ripetuti da divenire fastidiosi. L'aria frizzante fuori i locali riscaldati colpiva il naso arrossato, facendolo prudere tutte le volte che Sakura si vedeva costretta ad abbandonare la sua calda casa accogliente per andare a lavoro in ospedale, oppure a far compere.
In quell'ultimo mese un pensiero fisso la preoccupava, dato che non aveva ancora trovato un regalo adatto per il marito brontolone, né per Natale, tanto meno per il compleanno. Madara poteva facilmente definirsi il classico uomo incontentabile, amava davvero pochissime cose: lei, il sesso, la fotografia, la solitudine... In questo esatto ordine.
Trovare qualcosa di materiale che rendesse felice il Re bisbetico dei procioni sembrava un'impresa titanica, ma Sakura non si sarebbe arresa alle prime difficoltà.
In balia di quelle elucubrazioni mentali e dei sentimenti d'affetto che sbocciavano in lei quando rivolgeva il pensiero al suo compagno, non s'accorse di aver assunto un piccolo e tenero broncio sul visino a forma di cuore; lo squisito e speziato odore dei biscottini allo zenzero che si stavano cuocendo nel forno la ridestò leggermente, colpita da un languorino all'idea di assaggiarli presto, almeno due o tre prima d'impacchettarli.
Nell'attesa si era appoggiata al tavolino in legno con i gomiti, le spalle strette sporte un poco in avanti, i corti capelli rosa scompostamente raccolti in un codino e il mento adagiato sulle mani aperte, intanto che colma d'apprensione aspettava la fine della cottura e sperava di aver seguito la ricetta nel modo migliore possibile.
Non voleva avvelenare Madara, non ancora almeno.
Ponta, il felino nero carbone che anni prima li aveva adottati come padroni, imponendosi alla coppia come loro animale domestico e mettendo radici nel giardino dinnanzi casa, in quel momento si stava strusciando fra i suoi piedi facendo fusa rumorose. Opportunista, provava a corromperla per avere un dolcetto.
Al che Sakura accennò una risatina divertita e si chinò per sollevare la bestiaccia dalle ascelle, specchiandosi poi nel furbo sguardo color paglia "Queste lusinghe non funzioneranno, non sono debole come Madara di fronte al tuo affetto per convenienza".
Come aveva potuto dimenticarsene? Nella lista dei poco segreti amori del marito avrebbe dovuto inserire anche quella palla di pelo cicciona che faticava a tenere alzato e aveva la netta sensazione venisse addirittura prima di lei. Peggio di qualsiasi altra rivale in amore.
"Non mi stupisce che Uchiha adori quel gatto, proprio come lui è figlio del demonio" Sentenziò Hanabi, riportando Sakura sulla terra ferma e ricevendo in risposta un miagolio quasi irritato.
"Io invece trovo Ponta un micio davvero dolce".
"Ti prego, nee-san, troveresti dolce qualsiasi cosa".
In quel momento Sakura liberò dalle sue grinfie il prigioniero peloso e lo osservò allontanarsi, sventolando la lunga coda con eccessiva superiorità per essere un normale gatto da appartamento. Successivamente tornò a dare attenzione alle due ragazze, le studiò curiosa per qualche secondo, stupendosi di quanto Hanabi e Hinata si somigliassero fisicamente: la corporatura morbida, degna delle più famose pin up anni '50 che facevano bella mostra delle forme burrose sulle riviste a loro dedicate, eppure allo stesso tempo così diverse nel carattere e nel modo di porsi.
Da quando la giovane signora Uchiha era rientrata a Konoha dopo la Luna di miele, ormai quasi un anno prima, proprio come si erano promesse lei e la minore delle Hyuga durante il lungo viaggio in aereo, erano rimaste in contatto. Coinvolgendo anche Hinata in quella rimpatriata.
A causa della timidezza che non l'aveva abbandonata neanche con il raggiungimento dell'età adulta, però, ci era voluto un po', e tanta pazienza, per riuscire a farla sciogliere. Fortunatamente aveva smesso di balbettare in presenza di Sakura, anche se Madara, quelle rarissime volte in cui la moglie lo costringeva a frequentare le sue amicizie, ancora la metteva in profonda difficoltà. E l'uomo ne pareva anche sadicamente divertito.
Frequentandole assiduamente da mesi Sakura aveva presto intuito da sola, dato che non amavano esporsi troppo o discutere dei conflitti all'interno della famiglia Hyuga, che la situazione era leggermente migliorata. Alla fine Hiashi s'era visto costretto ad accettare il fidanzamento di Hanabi con il cugino, commentando il fatto e archiviandolo con un 'Mi va bene, Sono sicuro Neji sia un brav'uomo', senza causare troppi problemi.
Da esterna ed estranea ai fatti non ci aveva capito granché e spesso le amiche mantenevano una tale distanza e rigore da risultare glaciali ai suoi occhi, ma in fondo era contenta di aver riallacciato il rapporto, soprattutto quando doveva cucinare, essendo un poco -tanto- negata nella pasticceria.
Difatti accennò un mezzo inchino e disse "Ragazze, grazie mille. Se avessi chiesto ad Ino sicuramente avrebbe combinato un disastro e sono certa che Mito si sarebbe così annoiata da finire per fare tutto da sola, senza insegnarmi nulla".
La lieve propensione al comando di Uzumaki alla volte era spaventosa.
"Mi ha fatto piacere aiutarti. Neanche Toneri sa cucinare, quindi ci sono abituata" Le sorrise dolcemente Hinata, quella donna era un vero angelo.
Hanabi di contro stava sghignazzando divertita e, probabilmente, aveva intuito la vera natura di quel pomeriggio ai fornelli, infatti chiese "Coma mai questo improvviso interesse nella pasticceria, Sakura? Di solito ti limiti a mangiarli i dolci, non a cucinarli".
"V-volevo soltanto fare qualcosa di carino p-per l'anniversario" Biascicò a fatica, arrossendo sino alla punta dei capelli rosa.
"Ad Uchiha-sama piacciono i biscotti Natalizi?".
Sakura mugugnò in imbarazzo parole incomprensibili, goffa si grattò la guancia con un dito e in seguito provò a rispondere in maniera decente, esponendo sincera le sue angosce "I dolci non lo disgustano, di tanto in tanto. – pareva triste. – Sapete, il venticinque Dicembre è il giorno in cui ci siamo sposati, ma il matrimonio è passato e quest'anno tornerà ad essere come è sempre stato ogni Natale: chiassoso e stressante insieme alla nostra numerosa famiglia... A me non dispiace, ma so quanto Madara tenga alla nostra intimità e alle ricorrenze che ci riguardano! Forse nota più queste piccole sciocchezze perché essendo nato alla Vigilia nessuno si ricorda di augurargli buon compleanno, a parte me.
Anche per questo cerco di mettere per primo lui ad ogni occasione, m-ma questa volta sono andata in panico e, per farmi perdonare di non aver trovato nessun regalo, sto cucinando dolcetti che neppure gli piaceranno...".
Aveva avuto davvero un'idea cretina.
"Sei seria?".
"Non voglio deluderlo" Confessò con voce sottile, sollevando lo sguardo liquido in direzione di Hanabi, poi sfregò il pugno chiuso sugli occhi arrossati, cercando di riprendersi da quell'attimo. Eccessivamente emotiva come al solito.
Hinata le passò un fazzolettino mentre, materna, le carezzava i capelli scarmigliati "Sakura-chan, ti preoccupi troppo. Sono sicura che Uchiha-sama adorerà qualsiasi tuo regalo, anche dei semplici biscotti".
"Lo so, però...".
"Ti ama. Sei tu che lo rendi felice, non un oggetto materiale".
La donna soppesò per qualche attimo quella frase e quasi non le venne il desiderio di prendersi a schiaffi dopo aver, finalmente, compreso la veridicità di questa.
"Hai ragione. Perdonatemi, mi sono lasciata prendere troppo dall'apprensione. – rise spensierata. Aveva appena avuto un'idea geniale! – Il regalo perfetto sarà donargli tutta me stessa" Finì maliziosa, facendo vergognare come una ladra la povera Hinata per l'intento suino che celavano quelle parole.
"Farò finta di non aver sentito" Dichiarò indisponente Hanabi, alzando gli occhi madreperla al cielo all'ilarità improvvisa e genuina che aveva nuovamente colpito Sakura, ripiegata su se stessa mentre si reggeva il ventre piatto con le braccia. Divertita dall'espressione scioccata assunta dalla maggiore delle Hyuga, ormai diventata rossa come un gamberetto.
Il resto del pomeriggio fortunatamente era stato molto tranquillo e fruttuoso. Avevano decorato i biscotti allo zenzero, che erano venuti più buoni di quanto si aspettavano, per poi impacchettarli con estrema cura e alla fine sistemare insieme il disastro ch'era diventata la cucina durante quelle poche ore.
Sakura aveva ringraziato di cuore Hinata e Hanabi, inchinandosi persino un paio di volte, troppo presa dall'euforia di esser riuscita a preparare dei dolci commestibili, mentre loro la salutavano in maniera cordiale e si incamminavano svelte ognuna verso casa propria, affrontando il fresco di quella buia giornata invernale.
Trascorrere del piacevole tempo fra ragazze le era servito per ritrovare il sorriso e la serenità; in fin dei conti quel ventitré Dicembre poteva facilmente trasformarsi in un indimenticabile giorno di festa. Proprio per questo motivo aveva deciso di combattere la stanchezza e sciogliere i muscoli tesi con un lungo bagno rilassante, dopodiché avrebbe preparato una deliziosa cenetta romantica per il suo maiale preferito e sarebbero rimasti svegli sino allo scoccare della mezzanotte, o meglio: Sakura avrebbe insistito per ricevere delle meritate coccole da quel brontolone di Madara, in modo da non farlo addormentare.
Voleva essere la prima a fargli gli auguri, ci teneva più di ogni altra cosa.
"È un piano perfetto" Biascicò, sopprimendo uno sbadiglio.

A Bunny Christmas.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora