Capitolo 2

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Se Evan non era completamente scemo, appena si fosse reso conto che in aula non c'era e che doveva averlo preso qualcuno, avrebbe provato a chiamare il suo stesso numero. Ed infatti non era ancora uscito dall'università che il telefonino prese a squillare.

Spinse il tasto di risposta e attese.

"Hai il mio cellulare e io lo rivoglio indietro immediatamente" la voce di Evan era evidentemente alterata.

"Parole grosse per uno che ha certe foto sul proprio telefono, faresti meglio ad abbassare la cresta"

Evan sentì la paura invaderlo, possibile che quel ragazzo avesse visto la prova del test in suo possesso? Se era così rischiava veramente grosso.

Impossibile ... come aveva fatto? Il suo telefono aveva il codice di blocco!

Cercò di rimanere calmo e capire se veramente il suo interlocutore avesse visionato le immagini incriminanti, oppure se lo stava solo prendendo in giro sparando cazzate a caso e per pura coincidenza ci aveva preso facendogli venire un colpo!

"Non so di cosa parli."

"Non fare il finto tonto. Ho visto le foto della prova del test della prossima settimana e anche quella in cui ti scopi l'assistente ... devo continuare?"

Evan sentì il mondo crollargli addosso "Com'è possibile? Come hai fatto ad entrare?"

Nathan scoppiò a ridere "Solo un idiota metterebbe come password la propria data di nascita"

"Come fai a conoscerla? Chi accidenti sei!?"

"Mi stupisce che tu ancora non l'abbia capito. Eppure prima mi hai riconosciuto"

Evan sentì un tuffo al cuore "Nathan?!"

"Bingo! Adesso che hai chiara la situazione, passiamo alla contrattazione."

Nathan attese, ma Evan non aggiungere niente.

"Considerato che, anche se sono passati 5 anni, sei rimasto un imbecille decerebrato, ti chiarirò la situazione; visto che tu in passato mi hai rovinato la vita adesso io la rovinerò a te. Porterò il tuo cellulare in direzione e ciao ciao carriera accademica di Evan."

La voce di Evan era alterata dalla paura "No, ti prego non farlo Nate. Mi butteranno fuori dalla squadra!"

Nathan aveva voglia di urlargli "E chi se ne frega" e andare dritto a denunciarlo consegnando il cellulare, ma così avrebbe messo nei guai anche l'assistente; anche se non era innocente era pur sempre una vittima di quel bastardo di Evan proprio come lo era stato lui.

In quel momento gli venne un'idea, sicuramente era troppo leggera, se la sarebbe cavata con poco, però poteva essere considerato un "contrappasso".

"Ok. Visto che mi fai pena, ho una proposta: entro domani mi dovrai consegnarmi un video in cui ti masturbi mentre pronunci il mio nome. Ti ricorda qualcosa?"

In un attimo Evan fu invaso dal ricordo e dall'imbarazzo "Cosa?! Non lo farò mai!"

Natan sorrise sadico "Certo che lo farai, se non vuoi essere espulso. Ah, il mio nome pronuncialo bene, per intero, nessun diminutivo o nomignolo, e vedi di venire alla fine altrimenti non è valido"

Evan doveva trovare una scappatoia, così provò con la prima scusa che gli venne in mente "Ma come faccio senza cellulare?"

"Bel tentativo ... troverai un modo, ne sono certo. Ciao"

"Aspetta! Come ... dove ci vediamo?"

Nathan si godette il tono di sconfitta che scorse nella voce dell'altro "Chiamami, il numero lo sai. Adesso lo spengo, perché non mi frega niente dei tuoi intrallazzi o delle tue tresche, lo riaccenderò domani alle 12. Vedi di essere puntuale. Ti do solo 10 minuti."

Un crudele filo rossoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora