Capitolo 11

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Era passato quasi un mese da quando ero andata a letto con Damiano, e le cose non andavano bene.

Damiano ha iniziato a portarsi a casa una ragazza diversa ogni sera, il che fa male. Per assurdo, tutte le volte che lo vedo con una mi sento un peso sullo stomaco, ma non ci posso fare niente.
Delle volte è come se lui cercasse il mio sguardo quando entra in casa con una donna, come per controllare che io li veda, ma sono tutte pare mentali che mi faccio, perché la verità è che non gliene frega niente di me in quel senso.

In questo mese ho legato tantissimo con Victoria, sono riuscita ad aprirmi con lei come se la conoscessi da sempre e anche lei mi ha confidato cose che nemmeno Damiano, il suo migliore amico, sapeva. Uscivamo insieme il più spesso possibile, e non importa cosa decidessimo di fare, finivamo sempre col fare shopping.

Ovviamente ora posso permettermi di comprarmi vestiti e cose varie senza chiedere prestiti a Dam, dato che è da circa due settimane che ho iniziato a lavorare all'Out e con mia piacevole sorpresa la paga è settimanale e molto buona.
Lavoro quattro giorni a settimana solo al mattino e gli altri tre alla sera, non posso lamentarmi.

Riesco ad avere del tempo libero per dipingere, ma ultimamente le uniche cose che riesco a trasportare sulla tela sono emozioni negative.
Questa storia di Damiano mi sta facendo impazzire, rivorrei il ragazzo solare e premuroso dei primi giorni di conoscenza, invece ora c'è questo tizio sempre serio che usa le ragazze come se fossero dei giochini usa e getta.

La settimana scorsa abbiamo litigato per la prima volta, anche se non ho ancora capito il vero motivo dietro la sua sfuriata.
Alessandro era passato all'Out per bere qualcosa con i suoi amici e poi si era offerto di portarmi a casa. Siamo arrivati nello stesso momento in cui tornava anche Damiano, accompagnato da una brunetta ovviamente, ed era andato giù di testa.
Ha iniziato a urlare dicendo che non potevo essere così stupida da fidarmi di lui e che non avevo il permesso di portarlo in casa sua. Neanche fosse mio padre.
Che poi mica lo volevo portare dentro, ho sempre avuto intenzione di salutarlo in macchina.
Tutto ciò davanti alla ragazza di turno che mi fulminava con ogni occhiata, e l'unica cosa che era stata in grado di dire era "C'è tu vivi con lui?" Ma chi te se encula a ciccia? Ma voi morì o te devo fa' sparì io?

Era da una settimana che io e Dam non ci parlavamo, e fa male. Più di quanto mi aspettassi.
Mi mancava tutto di lui, dal suo tenero stropicciarsi gli occhi la mattina, ai suoi sorrisi che mi rivolgeva sempre.

Parlando di mattina, quella più imbarazzante è stata quando i suoi genitori sono entrati in casa e io ero seduto sul divano a guardare la Tv, con i piedi sul tavolino, vizio che mi aveva attaccato Damiano.
Inutile dire che sarei voluta sprofondare.
Damiano non voleva dire ai suoi la verità perché aveva paura mi buttassero fuori a calci, infatti avevamo deciso già da un po' che quando avremmo dovuto spiegare gli avremmo detto che ero una sua amica di Tivoli, che ora stava a Roma per lavoro ma che non sapeva dove stare così lui si era offerto di ospitarmi.

Erano le due di notte, e mi ero ancora appisolata sul divano mentre guardavo un programma scadente in televisione.
Damiano era fuori con dei suoi amici, e ormai davo per scontato di vederlo rientrare con quelche ragazza.
Decido di alzarmi e andare a dormire, e appena tocco il letto, sento tutte le forze sparire.

Stavo per riaddormentarmi quando sento dei rumori da fuori, sembrava il suono che fanno le chiavi quando si cerca quella giusta.
Mi sembra di sentire un imprecazione, e poi la porta si apre.
Tendo l'orecchio, pronta a sentire la sua risata insieme a quella di una ragazza, ma tutto quello che sento è silenzio.
Poi sento dei passi affaticati e irregolari finché la porta della camera di Jacopo non si apre.
Mi metto a sedere e accendo la luce per ritrovarmi davanti Damiano ubriaco che cammina un po' a zig zag verso il letto.

This Is What I Live For - Maneskin (ADULTI)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora