A CUORE APERTO
"Non cercare qualcuno che
risolva i tuoi problemi,
cerca qualcuno che li affronti
e ne porti il peso insieme a te."
- Megan Zanin
<<Ho bisogno di aiuto>> mormoro tra un singhiozzo e l'altro. <<Ci sono io piccola, non ti lascerò più>>. Rimaniamo così: io tra le braccia di Aaron, mentre lui mi stringe forte a se posandomi dolci baci sul capo, per un tempo indefinito. L'acqua ci scivola addosso, inzuppandoci i vestiti e mischiandosi alle mie lacrime. Non so cosa mi passasse per la testa quando ho fatto un gesto simile. Probabilmente nulla. Tutti i miei problemi mi sono piombati addosso. Tutte le ferite che non si sono mai rimarginate ma che ho sempre finto che fossero guarite: la distanza che c'è tra me e i miei genitori; non avere più quel fagiolino crescere dentro di me, Lui che era parte di me; le serate in discoteca e l'alcool per dimenticare; le mie amiche lontane, la mia famiglia; la persona che più amo al mondo malata; il casino che ho combinato con Diego facendolo soffrire; il fatto di non sapere più cosa desidero nella vita, di non sapere più se la danza è la mia vita; Aaron, che è un punto interrogativo, la paura di quello che provo per lui o che potrei non provare. Tutte quelle cose che ho nascosto dietro ad un sorriso, mi hanno risucchiata in vortice. Ho bisogno d'aiuto. Ho bisogno d'aiuto perché non credo che da sola sia in grado di farcela. Il fondo lo avevo già toccato, ma sono riuscita a raschiarlo, siano a che non mi sono ritrovata con le mani sanguinanti. Un brivido mi attraversa il corpo facendomi tremare. Sento Aaron mollare la stretta ed alzarsi. Il getto dell'acqua smette di caderci addosso. Nel piccolo bagno cala il silenzio. Prima l'unico rumore erano i miei singhiozzi e lo scrosciare dell'acqua. <<Ti devi asciugare>> mormora porgendomi una mano. Non lo guardo, mi vergogno troppo. Prendo la sua mano che mi aiuta ad uscire dalla vasca. Vengo colta da un leggero capogiro e sto per scivolare ma Aaron fulmineo mi afferra per i fianchi. Poso le mani sul suo petto. Silenziosamente ricomincio a singhiozzare e lui mi stringe in un abbraccio senza dire nulla. Mi stringe forte a se mentre nascondo il volto nel suo petto. Ascolto il ritmo del suo cuore per tranquillizzarmi.
Quando il rumore del phon cessa riapro gli occhi. Sono seduta sulla tazza del water, con addosso un accappatoio, mentre Aaron mi asciugava i capelli. Per tutto il tempo ho tenuto gli occhi chiusi, godendomi il suo tocco. Con la coda dell'occhio noto che si sta mettendo in ginocchio di fronte a me. Lui indossa solamente i jeans, che sono ancora bagnati. Quando era uscito sotto la giacca non aveva nulla, la sua maglia ce l'avevo io. Mi racchiude il viso tra le mani e per la prima volta lo guardo negli occhi. Nessuno dei due, sino ad ora, ha proferito parola. <<Stai bene? Vuoi andare all'ospedale?>>. Leggo apprensione nel suo sguardo. Scuoto la testa regalandogli un piccolo sorriso. <<No, non stai bene o no, non vuoi andare all'ospedale?>>. <<No, non voglio andare all'ospedale>> rispondo con voce roca. Se prima avevo un aumento della salivazione, adesso è pari a zero. <<Ho solo un martellante mal di testa e la gola secca>> ammetto. Annuisce. Le sue mani stringono ancora le mie guance. <<Ti vado a prendere un po' d'acqua>> mormora ma non si muove. Mi fissa per un lungo istante, sino a che non inarco un sopracciglio. <<Ti vado a prendere l'acqua>> ripete facendo ricadere le mani ed alzandosi. Quando arriva alla porta del bagno si ferma. Mi da le spalle. <<Ti prego non fare mai più una cosa del genere. Io... non potrei sopportare che ti accadesse qualcosa>>. La sua voce è roca e triste. Non aspetta una mia risposta e sparisce oltre la soglia.
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3. I FELL IN LOVE: Mi sono innamorata per sbaglio
Chick-LitVOLUME III Quando Marta, al quinto mese di una gravidanza non programmata, subisce un aborto si sente il mondo cadere addosso. Non aveva mai desiderato quel piccolo fagiolino che cresceva dentro di lei, ma sin dal primo momento in cui sentì battere...