Capitolo 7

2.2K 107 4
                                    

Mika POV

Nonostante Yuū fosse di corporatura molto simile alla mia, mentre lo tenevo in braccio era stranamente leggero. Al momento, inoltre, un qualsiasi passante avrebbe potuto scambiarlo per un cadavere talmente era pallido.
L'unico segno di vita da parte sua era il respiro ansante. Arrivato a casa decisi che gli avrei prestato il mio letto, ma prima dovevo cambiarlo, non aveva un abbigliamento consono a una dormita agiata.
Rimasi scioccato da ciò che trovai sotto la sua canottiera, il suo torace era una fasciatura unica e sulla schiena una macchina rossa andava espandendosi, segno che qualche ferita si era riaperta, forse anche più di una.
Lo lasciai li sul letto disteso a pancia in giù e andai a prendere il kit di pronto soccorso, con anche un paio di forbici per tagliare le vecchie bende, slegare sarebbe stato troppo complicato.
Lo spettacolo sotto le bende era ancora più terrificante, l'intera superficie della sua schiena era sfregiata da enormi solchi a questi si alternavano anche vecchie cicatrici, alcune più vecchie e altre più recenti.
Presi del cotone imbevuto di disinfettante e iniziai a tamponargli le ferite. Il suo volto al freddo contatto dell'alcol con le ferite si corrucciò, un po' mi dispiacque ma non potevo fare altrimenti. Una ferita era più profonda delle altre e fui costretto a mettergli dei punti. Per fortuna che in quel momento era svenuto perché se no senza anestetico avrebbe sentito un dolore tremendo. Una volta rifasciato gli rimboccai le coperte e andai a prendere una bacinella con dell'acqua, più ovviamente una pezza.
Passai tutto il pomeriggio a curarlo, speravo sì svegliasse per l'ora di cena in modo che mangiasse, ma le mie speranze furono vane, e a dirla tutta più che migliorare sembrava peggiorare. La fronte era ancora più bollente del pomeriggio.
Dovevo dargli la medicina o sarebbe peggiorato ancora e da svenuto avevo un'unica opzione per dargliela. Così presi la pillola e scostandogli leggermente le labbra gliela infilai dentro. Poi bevetti un bicchiere d'acqua, e per fargliela ingerire a lui dovetti fare una sorta di respirazione bocca a bocca. Quando finii l'operazione ero rosso come un peperone.
Andai avanti ad assisterlo per tutta la notte, fino a quando non crollai dal sonno lì seduto di fianco a lui.
Quando mi svegliai il mattino dopo niente era cambiato, Yuū stava ancora dormendo ma sembrava che almeno un minimo la sua temperatura fosse calata.
Così decisi di chiamare Guren per farmi dare qualche giorno di vacanza. Non volevo lasciarlo solo, nonostante i miglioramenti.
<<Buongiorno capo, scusi il disturbo, data la situazione che le ho spiegato ieri tramite bigliettino, volevo chiederle sé potesse darmi qualche giorno libero? >>
<<Ma ciao Mika, certamente, nessun problema, per qualche giorno riusciremo a cavarcela anche senza il bell'imbusto al bancone, mi raccomando fai in modo che baka-Yuū sì rimetta presto>>
<<Grazie capo>>
Stavo per chiudere la chiamata quando...
<<Ah e ti ho detto mille volte di chiamarmi per nome! >>
<<Sì hai ragione, scusami Guren, buona giornata>>
Passai i due giorni successivi a prendermi cura di lui.
Nella notte tra martedì e mercoledì mi prese anche un infarto. Mi ero appisolato di fianco a lui come al solito, quando un urlo mi ha svegliato di soprassalto. Lui stava ancora dormendo e molto probabilmente era alle prese con un incubo. Cercai di svegliarlo per calmarlo, ma niente. L'unica cosa che potei fare fu stringergli la mano per infondergli coraggio finché tutto non fosse finito.
Poi finalmente, di giovedì mattina, si svegliò.

Yuū POV
Tutto intorno a me era nero,sentivo in lontananza Mika chiamarmi. Volevo rispondergli, tranquillizzarlo, dirgli che stavo bene, che era tutto ok. Ma il corpo non rispondeva ai miei comandi, ero impotente. Poi mi sentii sollevare e l'aria fresca di settembre solleticarmi la pelle.
A cullarmi e a farmi dimenticare ogni dolore era il calmo battito del cuore di Mika che risuonava nel mio orecchio destro. Nonostante l'aspetto esile era molto forte e la sua presa pure era forte e decisa. Tra quelle braccia mi sentivo protetto, come mai mi era successo.
E così cullato e protetto mi assopii.
Il mio "risveglio" non fu altrettanto dolce, ero adagiato su una morbida superficie con la schiena pervasa da un costante bruciore.
Schiena scoperta, ci misi un po a realizzarlo, e quando lo feci andai nel panico.
Mika di sicuro avrebbe voluto delle spiegazioni, avrebbe voluto sapere perché la mia schiena fosse così orrendamente mutilata. E per fortuna non aveva visto il davanti, spiegargli quella sarebbe stato tremendamente doloroso. A risvegliarmi dai miei pensieri fu un dolore più acuto, sentivo qualcosa entrare e uscire da una delle mie ferite, molto probabilmente mi stava mettendo dei punti su qualche ferita troppo profonda. Ringraziai il cielo per essere svenuto in quel momento, se già così faceva male non oso immaginare da sveglio senza nessuna anestesia. Poi non ricordo molto,so solo che sentivo caldo e che neanche la pezza fredda sulla mia fronte era di alcuna utilità. All'improvviso un fantasma del passato venne a farmi visita nel mio sonno già agitato.
Avevo all'incirca dodici anni all'epoca. Era tarda note e avevo appena finito il mio ultimo "incontro". a quel tempo passavo molto del mio tempo libero con Akane, una bambina di un anno più piccola di me e che come me aveva auto la sfortuna di nascere in quel posto.
Come sempre stavo andando da lei a dormire, lei era in camera sua da un bel po', per sua fortuna per le bambine vigeva la regola che non potevano essere toccate prima dei quattordici anni. Stavo passando davanti al'ufficio del nostro padrone quando sentii provenire dal suo interno delle urla. All'inizio non ci badai molto, era una cosa normale, lui per punizione era solito picchiarci, quindi proseguii. Al secondo urlo mi congelai sul posto, io conoscevo molto bene quella voce, era quella di Akane. Senza pensarci su feci irruzione nell'ufficio, trovai Akane rannicchiata in un angolo con i vestiti tutti stracciati e sporchi di sangue, di sicuro Urd l'aveva violentata, e ora propio lui incombeva su di lei con un coltello in mano e un espressione di pura ira in volto. Stava calando l'arma sulla piccola Akane quando mi frapposi tra i due. Lo sfregio che mi procurò quell'azione andava dalla spalla sinistra al fianco destro, ma la cosa peggiore fu che il mio intervento non servì a nulla. Infatti subito dopo avermi colpito con un calcio mi scaraventò dall'altra parte della stanza e da lì lo guardai impotente mentre uccideva la mia migliore amica, mentre straziava il suo corpo, continuò ad infierire su questo anche dopo che ebbe e salato il suo ultimo respiro.
In quel giorno persi l'unica persona a cui avevo mai voluto bene. Fu in quel giorno che rimasi completamente solo.
Fu propio quell'incubo a ricordarmi di cosa era capace Urd quando era arrabbiato e di sicuro al mio ritorno avrei dovuto subire la sua ira funesta, non mi avrebbe perdonato. Anzi ne avrebbe di sicuro approfittato, già mi odiava di suo, quindi trasgredendo a una sua regola gli avrei dato una buona occasione per punirmi, con tanto di interessi. Dovevo tornare al più presto, più mi assentavo più avrei sofferto.
Quando mi risvegliai mi ritrovai in una stanza dalle tonalità turchesi, seduto di fianco a me che mi stringeva la mano c'era un Mika addormentato.
Era mattina presto, ma non sapevo di che giorno. Se ero fortunato era martedì mattina e quindi sarei stato ancora in tempo per andare al lavoro e quindi non ricevere alcuna punizione.
Così delicatamente sfilai la mani da quella di Mika e poi mi alzai alla ricerca dei miei vestiti. Non feci in tempo a fare due passi che un capogiro mi fece traballare alla ricerca di appoggio, che ovviamente non trovai, così mi ritrovai a cadere rovinosamente al suolo, ovviamente facendo un rumore assurdo nel silenzio tombale della stanza. E ovviamente il rumore del mio capitombolo svegliò Mika, che mezzo disorientato e mezzo addormentato sì guardava intorno non capendo cosa fosse successo. Quando poi non mi trovò nel letto fu preso da un attacco di panico, ma si tranquillizzò appena mi vide.
Venne subito ad aiutarmi, non rinunciando però a farmi prima una bella ramanzina.
<<Yuū-chan! Non dovresti alzarti! Hai bisogno di riposo, tra quelle ferite alla schiena e la febbre sei conciato malissimo! >>
Sorvolai sul fastidiosissimo soprannome che mi aveva affibbiato e gli risposi.
<<Mika, grazie per la preoccupazione ma non posso riposarmi, devo tornare al lavoro il prima possibile o saranno guai>>
<<Ma Yuū-chan, non sei nelle condizioni, a stento ti reggi in piedi, sono sicuro che il tuo capo non se la prenderà! >>
Dal più profondo mi nacque una risata isterica, " il tuo capo capirà ", si come no, magari.
<<hahahahaha... magari capisse, non è così buono purtroppo. Anzi Mika che giorno è oggi? Quanto ho dormito? >>
<<oggi è giovedì e hai dormito esattamente due giorni e mezzo>>
Panico, in me c'era solo panico e paura. Avevo già saltato 2 giorni e a breve sarebbero diventati 3, poiché Mika non mi sembrava molto propenso a lasciarmi andare.
<<cazzo! >>
Mika era lì difronte a me che mi guardava perplesso, di sicuro non si aspettava una reazione del genere.
Per enfatizzare l'urgenza di tornare al lavoro provai a rialzarmi dal letto su cui mi aveva precedentemente riposato, ma lui prontamente mi blocco
<<ok, capisco la tua urgenza, ma almeno per oggi rimani qui, ti sarà anche scesa la febbre ma sei ancora debole. E non accetto proteste>>.

Sex And MoneyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora