Flecks

19.

Avrei voluto chiarire con Blake, risolvere questa situazione assurda e capire che cosa gli prenda ultimamente. Ero convinta che ci sarei riuscita: mi sarebbe bastato metterlo alle strette e fargli un piccolo interrogatorio; ne ero sicura... ma non è successo. Blake non si è quasi più fatto vedere a casa nostra e, quando è venuto a fare visita ai de Doux, io non c'ero. Mi è sembrata una coincidenza un po' strana, tanto che mi sono chiesta se fosse Simon, o addirittura la nonna, ad avvisarlo della mia assenza, del fatto che fossi appena uscita con Scott o con Jane. Poi, pensandoci bene, mi è sembrato del tutto improbabile. Persino il giorno del Ringraziamento Blake è rimasto latitante, il che non è mai successo da due anni a questa parte. Confusa e leggermente basita per la sua sparizione, ho persino preso in considerazione di presentarmi a casa sua, ma poi la paura e l'incertezza hanno fatto capolino e la mia idea rivoluzionaria è stata messa da parte. Così sono passati giorni, settimane e siamo arrivati al dodici di dicembre, il giorno dell'homecoming. Eppure, nonostante io debba essere felice di essere stata invitata al ballo dal mio ragazzo, e ancora di più di aver trovato il vestito perfetto, non è così che mi sento. Sono giù di morale, stanca e forse addirittura apatica, la cosa peggiore è che non ne capisco il motivo.

Sospiro affranta, mentre lancio un breve sguardo al cristallo a forma di fiocco di neve che ho in mano. « Rose?» mi chiama Jane arrivando al mio fianco. All'istante alzo lo sguardo su di lei, cerco di sorriderle, ma mi esce solo una smorfia, al che la mia migliore amica alza gli occhi al cielo. « Si può sapere che ti prende in questi giorni?» chiede perplessa. Vorrei risponderle, anche se neanche io so dare una spiegazione, eppure vengo salvata da Sarah, la presidentessa del comitato studentesco, che la richiama all'ordine.

Porto di nuovo lo sguardo sul fiocco di neve, ma anche questa volta vengo distratta: un paio di braccia mi avvolgono la vita, seguite da un profumo familiare che mi riempie i polmoni. Mi volto immediatamente verso Scott, ad accogliermi ci sono il suo sorriso radioso ed i suoi occhi azzurro chiaro che brillano. Subito dopo ritrovo le sue labbra posate sulle mie, la sua stretta che si fa più ferma, quasi soffocante. « Scott...» sussurro, allontanandolo leggermente da me per poter respirare ed evitare di dare spettacolo. Lui mi guarda confuso, e deluso, ma non dice una parola. « Cosa ci fai qui? Vuoi aiutare con i preparativi?» gli domando perplessa.

All'istante scuote la testa divertito, ben presto ritrova il suo sorriso. « Volevo chiederti una cosa prima di domani sera, ho rimandato per giorni, ma credo che a questo punto sia il momento di parlare.»

« E' successo qualcosa?» inquisisco, immediatamente preoccupata.

Scott scuote la testa, prima di farsi incredibilmente serio. « Io vorrei che... che venissi a dormire da me dopo la festa di Bruce.»

« Come?» sussurro basita, ben consapevole di cosa intenda dire realmente.

« Senza fretta, possiamo goderci tranquillamente il ballo e l'afterparty, ma una volta terminati torneremmo a casa mia, insieme.» spiega evidentemente nervoso; io rimango muta, con un vuoto allo stomaco non indifferente. « Rose... non voglio farti pressioni, davvero, ma stiamo insieme da più di un mese ormai e ci siamo limitati ai baci, che per la cronaca sono fantastici, però... ecco, vorrei che ci fosse più intimità tra noi, che provassimo qualcosa di nuovo.» chiarifica, mentre io resto in silenzio. Oddio. Pian piano, l'espressione di Scott mostra solo paura. « Sto correndo troppo, vero?»

« No.» lo interrompo agitata, sorprendendo entrambi. Dovrei dirgli di sì, dovrei dirgli che non sono pronta e che vorrei aspettare ancora, ma nella mia testa una vocina più che insistente mi urla che è normale che me l'abbia chiesto, che ha già mostrato abbastanza pazienza nei miei confronti e che è ora di fidarmi di lui, perché in fondo è opinione comune che il sesso sia divertente. Oddio, il sesso, che diamine ne so io del sesso?!