Capitolo 100

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Capitolo 100:


«Un ultimo bacio.» Lo supplico e mi avvento sulle sue labbra.

Le sue mani si posano sui miei fianchi e mi allontana un po'. «Piccola, devo andare.»

«Ma io voglio baciarti.» Piagnucolo come una bambina.

Non gli ho ancora detto delle mie intenzioni di partire, ma da quando l'ho saputo non voglio più allontanarmi da lui.

«Passo stasera a prenderti, okay?» Cerca un compromesso. «Ormai ho detto a Marcus che sarei andato con lui. E poi tu devi accompagnare Jackie oggi.»

«Sì, ma..» Provo a ribattere, ma lui me lo impedisce.

«Niente ma.» Preme le sue labbra sulle mie in un veloce bacio a stampo. Come farò a stare senza quella bocca? «Ti chiamo dopo.»

E se ne va, passando ovviamente dalla finestra di camera mia. Ma in effetti non poteva entrare alle sei e mezzo di mattina dalla porta principale, sennò Adam avrebbe fatto storie.

«Okay.» Sussurro tra me e me, nonostante lui non sia più qui.

Inizio a prepararmi per oggi. Non ho per niente sonno. Da un paio di giorni ormai e so anche il perché.

Pazzesco che in questi due giorni non lo abbia ancora detto a nessuno, se non Adam. È stato stranamente normale parlarne con lui.

È stato molto comprensivo, oltre che estremamente felice per questa notizia. Ovviamente non sarà semplice per lui, ma non voglio assolutamente lasciare Allie sola nelle sue mani.

Non perché non mi fidi di lui, bensì perché so quanto possa essere difficile prendersi cura di una bambina di sei anni e mezzo. Sopratutto se questa bambina è un uragano come Allie.

Ma siamo giunti alla conclusione che io non starò fissa lì, ma tornerò appena mi sarà possibile con gli esami e i corsi.

Posso anche non partecipare ad alcune lezioni e prepararmi da sola per gli esami da fare, dunque questo mi consente di tornare qui più spesso di quanto mia Nonna mi aveva fatto intendere.

Inoltre, Oceanside è a solo un'ora e mezzo di macchina. Non sarà poi così difficile per me far ritorno a casa.

O almeno quello è che cerco di ripetermi da due giorni ormai.

Sento la testa scoppiarmi. Mi passo una mano fra i capelli sciolti e mi siedo sul letto.

Cosa ne penserà Sasha? Non abbiamo mai parlato, neanche per caso, delle relazioni a distanza o delle altre merde.

Mai lui stesso è stato il primo a consigliarmi di scegliere una facoltà e studiare. Ovviamente non sapeva che l'università in questione si trova a quasi due ore di macchina.

No, okay. Così non va.

Non posso continuare a scervellarmi sulle sue possibili reazioni. Mi alzo dal letto e decido di andare a fare una bella doccia fresca. Chissà forse riuscirà a farmi passare questo atroce mal di testa.



***

«Sono qui fuori, Jackie.» Le dico al telefono e picchietto le mie dita sul volante dell'auto.

Accidenti a me e a quando ho deciso di accompagnarla a fare un giro.

«Non brontolare.» Mi ammonisce e dopo pochi secondi la vedo uscire fuori dal portone di casa sua. «Eccomi.»

Butto giù la chiamata e poso il cellulare sulla console dell'auto. Jackie entra e porta con sé un'ondata di profumo.

«Dio, Jackie.» Mi tappo il naso. Sta davvero esagerando. «Basta metterselo un po' di profumo, non devi mica finire tutta la boccetta.»

You and me baby how about it?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora