Light in The Darkness: L'inizio della Fine

Capitolo 11

Beacon Hills.
Lunedì 26 settembre 2012.
Ore 08:40

Entrai nel liceo di Beacon Hills con passo svelto fino a raggiungere l'aula di economia. Mi arrestai un secondo per riprendere fiato poi bussai energicamente. La serata precedente non dico che fosse stata pessima, ma una di quelle che difficilmente riuscirò a scordare.

La voce del professor Finstock mi fece sobbalzare e ridestare dai miei ricordi.
Aprii la porta catapultandomi all'interno per poi raggiungere svelta il mio posto.

-È il secondo e spero ultimo ritardo in due settimane. La scuola non è un gioco, Deaton-.

Non diedi abbastanza peso a quelle parole, forse non ascoltai quasi per niente il suo discorso. Il più delle volte blaterava cose a caso facendo ridere la classe. Io, semplicemente, me ne fregavo. Avevo già abbastanza problemi da risolvere, quelli del prof non erano affar mio.
Che poi in quel caso, torto non aveva.
Mi stupivo di me stessa, ritardare non era nel mio interesse e neanche da me.
Ero sempre stata una persona puntuale. Mi facevo trovare all'ora esatta, se non addirittura prima, nel posto prefissato. Ma trasferendomi a Beacon Hill...forse mi aveva cambiata.
Questa città era una calamita per ogni creatura e mettendoci piede, ti cambia.
Forse era davvero meglio se rimanevo nel Kansas.

Incrociai le braccia sul banco e tentai di prestare almeno, per quando mi era possibile, attenzione alla lezione.
Poi però i ricordi della sera prima presero il sopravvento catapultandomi indietro con la mente.

Mi volsi di scatto tentando di colpire il mio avversario che mi bloccò afferrandomi il polso destro.

-Amara, sono...-.

Non gliela diedi vinta.
Coll'altro braccio lo colpii forte alla gola atterrandolo. Feci pressione con braccio sul collo e guardai il mio avversario.

Rimasi di stucco.
Maledizione, che figlio di puttana.

-Ma che cazzo pensavi di fare, eh? Ti sembra questo il modo di avvicinarti ad una persona??!!-.

Ma che diamine di problemi aveva quel lupo?

-Ho cercato di avvisarti, ma non ne hai dato il tempo-. Mi rispose con voce strozzata.

-Non cambiare discorso! Semmai io ti avevo avvisato!-.
Feci forza sul suo collo.
- La prossima volta,- mi avvicinai al suo orecchio destro. -vedi di prestare attenzione-.

Mi alzai indietreggiando e rimettendo i pugnali nelle cavigliere.

Ero furiosa.
Dio, potevo ucciderlo maledizione! Quelle lame non erano delle semplice lame, potevano uccidere più o meno chiunque.

-Hai ragione, ma ti ho vista fuggire da quella stanza d'albergo e dirigerti nel bosco. Ho pensato di... -.

-Allora? Ho saputo che hai quasi ucciso Derek-.

Sobbalzai per via di quella domanda improvvisa. Mi aveva riportata alla realtà così velocemente...Dio! Devo smetterla di avere sempre i nervi a fior di pelle.

Incrociai gli occhi di Scott seduto davanti a me. Si era voltato apposta e...rideva? Non sapevo che fosse tanto divertente un tentando omicidio.