Eireen's point of view:
Stavo camminando avanti e indietro per la stanza quando sentii dei rumori ambigui fuori dalla stanza e decisi di fermarmi ed ascoltare.
Mi avvicinai alla porta e cercai di ampliare il mio udito e la mia concentrazione per capire ciò che stesse accadendo.Sentii dei singhiozzi, e preoccupata la aprii.
La scena che videro i miei occhi mi spezzò letteralmente il cuore;
Federico a terra intento a tirare pugni contro il duro e freddo pavimento, mentre lacrime amare gli solcavano il volto.Corsi immediatamente da lui, cercai di farlo alzare dal suolo ed egli poco dopo si alzò tremante.
Lo abbracciai forte e gli accarezzai i capelli, mentre cercavo di non farmi coinvolgere e di non piangere, perché altrimenti gli sarei stata completamente inutile.
Gli sussurrai che sarebbe andato tutto bene, qualsiasi cosa fosse successa si sarebbe sistemata e che, di qualsiasi cosa si trattasse, l'avrebbe superata.
L'avremmo superata.
Insieme.
Ricambiò il mio abbraccio e mi strinse così forte da farmi mancare il fiato;
non mi sentii mai a casa come in quell'esatto istante.
Mi venne d'istinto abbracciarlo più forte, e quando si calmò lo presi per mano e ci recammo nella mia camera.Appena sbarcata la porta della stanza si girò, in modo da darmi le spalle, non voleva che lo vedessi in quelle condizioni, almeno, fu quello che immaginai.
Ma non sapeva ancora che io,
le sue debolezze,
le amavo come nient'altro.
Lentamente feci qualche passo verso di lui.Avevo paura di spaventarlo, di non essergli d'aiuto, di essere respinta; ma decisi di mettere da parte tutte le mie paure, che sarebbero state inutili ad entrambi, e lo abbracciai.
Pian piano mi spostai, fino a ritrovarmi davanti a quel colore blu dei suoi occhi che tanto amavo, e che tanto mi distruggeva vedere afflitti.
Si sedette sul bordo del letto coprendosi la faccia con le mani ed io m'inginocchiai davanti a lui.
Gli spostai le mani dal volto, e lo guardai attentamente.
Era bello anche quando piangeva.
Più era dannato, e più era bello.
Più era complicato, e più lo desideravo.
Era un tale enigma quel ragazzo,
ed io,
per gli enigmi,
impazzivo.Avvicinai il mio volto al suo, lui chiuse delicatamente gli occhi, come se fosse davvero stanco e gli baciai delicatamente le palpebre, per poi passare alle labbra.
Quando mi staccai dal bacio, mi fermai un istante a guardarlo di nuovo, cercai i suoi dolci occhi, il suo sguardo pieno di parole e d'amore, che ogni volta che mi guardavano mi mettevano in imbarazzo, ma li teneva ancora chiusi.
Probabilmente lo era;
probabilmente era davvero stanco di questo mondo.
≪ Non devi nasconderti. ≫ dissi piano, a qualche centimetro di distanza dalle sue labbra.
≪ N-non volevo che tu mi vedessi in questo stato, e non voglio tutt'ora.≫
≪ Perché? ≫
≪ Perché sembro davvero patetico. ≫
≪ Oh, Federico.
Non sembri affatto patetico. ≫
≪ Maledizione se lo sembro, Eireen. ≫
≪ Cazzate.
Dimmi, cos'è successo? ≫
Si alzò di colpo e prese a camminare per la stanza lasciandomi al quanto confusa e preoccupata.
Lo seguii con lo sguardo, incerta su cosa fare.
Le mie pupille fecero avanti e indietro per la stanza, finché non si fermò al centro e si girò lentamente verso di me, con uno strano colorito in volto, quasi pallido.
≪ Dobbiamo lasciarci. ≫ disse con un filo di voce quasi impercettibile, ma che purtroppo, giunse alle mie orecchie in maniera molto chiara e fredda.
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Fragili come petali di rugiada
Teen Fiction{ IN TOTALE REVISIONE, NON COMPLETA. } Eireen Hill, una ragazza persa nel suo mondo, considerata strana e sfigata, con problemi di autostima, nel bel mezzo dell'adolescenza; con mille domande in testa e poche risposte in tasca. Una bambina cresciuta...