Tutto ebbe inizio una mattina, mi svegliai prima del solito, mia madre ancora dormiva, e mio padre chissà dov'era, ogni tanto me lo immaginavo lì di fronte alla porta con il suo solito borsello, e con quelle braccia grandi e confortanti, pronto a darmi un dei suoi abbracci. Faticosamente mi alzai, appostandomi di fronte all'immensa finestra di camera mia, che tanto adoravo, il legno antico la incorniciava rendendola unica, adoravo osservare il mondo attraverso quella vetrata. Oggi ero particolarmente propositiva, la marcia atmosfera di guerra veniva contrastata dal mio sorriso. Contemplando i deboli raggi di sole che facevano brillare la città di una soave luce, tutto mi sembrò così magnifico e la mia mente cominciò a vagare altrove. Sognare ad occhi aperti era la mia vera passione, la mia potente fantasia mi permetteva di estrarmi dal mondo per qualche minuto, o forse ora. Decisi di aprire la finestra, per poter respirare un po' di aria fresca, udì così una dolce melodia, mi sforzai di capire da dove potesse provenire e mi resi conto che giungeva
proprio dalla palazzina di fronte alla mia. Un giovane ragazzo stava cantando, aveva una voce intensa, così bella quanto lui. Non lo avevo mai visto prima, ma rimasi scioccata. Riuscivo a scorgere solamente il suo profilo ma bastava per rendermi conto della bellezza quasi idilliaca, i tratti del viso erano perfetti. Portava un camicia bianca, pure la carnagione era bianca ma non esageratamente, non mi sembrava un tipo nordico, i capelli erano castani abbastanza corti, sfortunatamente non riuscii a notare gli occhi ma me li immaginavo chiari, sull'azzurro-verde, dovevano sicuramente essere due occhi intensi ma dolci proprio come il suono della sua voce.Ascoltarlo cantare mi faceva dimenticare del tempo, e delle preoccupazioni. Non appena la voce stridula di mia madre fece capolino nella stanza, fui costretta ad allontanarmi dalla finestra e da quella visione quasi irreale.
Diventò una routine, tutte le mattine alle 6 in punto mi affacciavo fuori dalla finestra per riuscire a sentire la voce del ragazzo, era in grado di trasformare il mio umore, riempiendomi di felicità.
Man mano che i giorni passavano la sua voce diventò indispensabile, mi nutrivo di quella melodia. Non appena il mio udito percepiva tali note musicali tutte le giornate cupe e buie diventavano magicamente giornate raggianti e solari. Iniziai a realizzare che lui diventò molto importante per me, mi stavo innamorando o forse solo ossessionando , non capivo, mi era impossibile riuscire a riordinare i pensieri e le emozioni che pulsavano dentro di me, non mi era mai capitata una cosa simile, ma aimè sì, quel potente vortice di emozioni mi lasciva intuire che fosse un amore del tutto platonico, ma vero e sincero. Il tempo scorreva ed io come un emerita stupida passavo giornate intere davanti alla finestra a contemplare la mia città, ma chissà perché lo sguardo ricadeva sempre in quella palazzina, o meglio nella finestra di quell'appartamento. Mi misi in testa che quel ragazzo dovevo conoscerlo, diventò un vera e propria ossessione, il mio pensiero era fisso su di lui, e il solo pensare di non poterlo incontrare mi struggeva.
Era il 28 dicembre del 1939 e uscendo da casa mia apparve davanti a me quel giovane tremendamente affascinante. Per la prima volta vidi i suoi occhi erano spettacolari proprio come me li ero immaginata, erano azzurri ma non troppo, due occhi profondi come il mare, mi balenarono in mente quelle allegre giornate estive durante le quali mi divertivo a fare il bagno a largo e nuotavo, nuotavo senza sosta, mi immergevo e contemplavo la profondità del fondale marino, il mare e la sua immensità mi hanno sempre affascinato ma allo stesso tempo intimorito. La stessa sensazione la provai osservando i suoi occhi, mi sentii vulnerabile proprio come in quei periodi estivi, in cui ti rendi conto di quanto l'essere umano sia insignificante rispetto alla natura, rispetto al resto dell'universo.
Passandomi vicino, Mi sfiorò involontariamente. Persi il controllo, arrossì, e dalla bocca mi uscì un suono strano, probabilmente desideravo così tanto conoscerlo che il mio corpo reagì d'istinto. Il ragazzo si girò, verificando la situazione alla sue spalle. Mi resi conto di quanto potere aveva su di me quel giovane uomo sconosciuto. Lo rassicurai che era solo un dolore improvviso allo stomaco, ma niente di urgente, colsi l'occasione per presentarmi, la mia voce tremava, mi sembrò anche lui intimorito dalla mia presenza. Si toccò i capelli più volte, e mi porse la mano, io feci lo stesso. L'incontro diventò interessante, continuammo a parlare, lui mi osservava con molta attenzione. Egli Scoprì con molto stupore essere il mio vicino di casa. Mi sentii sollevata, probabilmente non mi aveva mai notata alla finestra, intenta ad esplorarlo. Poco dopo, Mi salutò con un sorriso. Mi sentii male, speravo con tutta me stessa di rivederlo.
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Ogni tua incantevole sfumatura
Short StoryQuesta è una breve storia d'amore, dove la gioia di vivere arriva all'improvviso e si perde quando meno te lo aspetti. Talvolta il ricordo è l'unico a sopravvivere.