Ci sono delle volte, nella vita, in cui non sai che strada intraprendere. Ci sono giorni in cui tutto ciò che percepisci è una macchia scura e uniforme che tenta a tutti i costi di trascinare la tua vita in un vortice di pensieri e sentimenti oppressi con la propria forza. Ci sono notti in cui non senti nulla, in cui ti senti un nome come tanti altri che guarda da lontano la propria vita, chiedendosi solo come ci si è arrivati sino a quel punto di non ritorno.
Ci fu una volta in cui mi sentii davvero in un bivio senza la minima idea di cosa farne della mia vita. Ci fu un giorno in cui l'oscurità che persiste nella nostra esistenza mi avvolse come una coperta. Ci fu una notte in cui mi sentii completamente privato di ogni cosa bella conquistata in questa vita ed in cui diventai davvero soltanto un nome tra tanti.Quella notte non riuscivo a sentir nulla, se non lo scrosciare della pioggia sul parabrezza della macchina ed il rumore del motore. Lanciai un'occhiata nello specchietto retrovisore e quando non vidi nessuno al mio seguito, solo in quel momento qualcosa riuscii a sentirla: una forte sensazione di vuoto in corrispondenza della bocca dello stomaco e del petto che ebbe la meglio, costringendomi ad affondare le unghie nel volante per trattenermi dall'urlare a squarciagola.
Alla fine, in un modo o nell'altro, sarebbe dovuto finte così, mi dissi, più per auto convincimento che per altro.
Eppure qualcosa, una voce, in una parte remota del mio cervello continuava a gridare il contrario e a supplicarmi di fare retromarcia e di ritornare indietro. Quella voce gridava forte a tal punto da farmi pensare che provenisse dal sedile accanto al mio, penetrando in ogni fibra del mio corpo, fino a quando non la vidi prendere una forma ben definita e guardarmi con un'intensità con la quale una sola persona avrebbe potuto mai guardarmi.
Caroline, con i suoi capelli biondi e leggermente arricciati nelle punte, con la sua pelle di porcellana ed i suoi occhi cerulei era lì, accanto a me, con un espressione di sofferenza stampata sul volto, con lo stesso sguardo in cui incatenai i miei occhi per l'ultima volta.
Era così reale che per un momento pensai di togliere la mano dal freno a mano per poter accarezzarle la mano affusolata.
Ma era tutto una follia che rischiava di far diventare matto anche me.
Era tutto così surreale, eppure, quando si sporse per schiacciare uno dei pulsanti dell'auto ed io iniziai a sentire la sua voce registrata, finalmente mi riscossi.
Sbattei un paio di volte le palpebre e mi ritrovai io stesso con l'indice puntato sul tasto dal quale era possibile ascoltare i messaggi in segreteria, una volta connesso il cellulare all'auto. Senza che potessi rendermene conto cliccai il tasto e la sua voce, dolce e flebile, mi investì prepotentemente.«Harry, non lo so se deciderai mai di sentire questo messaggio oppure lo eliminerai senza batter ciglio, ma nel caso tu dovessi sentire questo messaggio, allora ascoltami davvero.
Prima di incontrarti ero una persona completamente diversa, entrambi prima di incontrarci eravamo diversi da ciò che siamo diventati ora, e la me di allora non avrebbe mai pensato dire ciò che ti sto per dire»La sentii imboccare un respiro profondo ed io involontariamente feci lo stesso, il cuore che batteva forte e lo sguardo perso nell'oscurità in cui era immersa la 28esima strada di Londra.
«Non è vero che non si possa essere felice senza un partner accanto, senza una relazione a cui aggrapparsi. Abbiamo tutte le potenzialità per poter star bene da soli, perché sappiamo perfettamente cosa ci rende felice e cosa ci faccia star male, a differenza di un estraneo che entra casualmente nella nostra vita. Siamo nel 2018 e ormai nessuno è più disposto a fare dei sacrifici per amore, perché ormai si sa benissimo che nessuno è indispensabile per la propria felicità, perché siamo tutti facilmente sostituibili, intercambiabili.
Il punto è questo, Harry: io ti amo ma posso comunque vivere la mia vita senza di te.
Ma non voglio. Io voglio che siano tuoi i primi occhi ad incrociare i miei la mattina presto, voglio ritornare a casa con la consapevolezza che anche se è ho trascorso una giornata di merda ci sarai tu ad aspettarmi, voglio aspettare la mezzanotte del nuovo anno accanto a te con la certezza che anche quest'anno saremo ancora insieme per amarci, per ridere insieme, per sorriderci complici, per litigare e per perdonarci subito dopo, amandoci ancora di più sotto il tepore delle nostre coperte. Il mio problema è questo, Harry: so di poter rifarmi una vita senza di te, ma non voglio essere felice con qualcuno che non sia tu. »
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Damnatio Memoriae - h.s
Fanfiction"Una volta Shakespeare ha detto che gli esseri umani sono fatti della stessa sostanza dei sogni, ma credo che si sbagliasse. Noi non siamo nient'altro se non i ricordi che custodisco le persone che hanno preso parte alla nostra vita, e senza di qu...