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L'ormai consueta fiera di paese aveva avuto inizio, decine di bancarelle addobbavano la piazza e le vie in cui la piccola comunità viveva serenamente. Quell'anno però, al discorso per l'inizio dei festeggiamenti, il sindaco annunciò pubblicamente che l'abituale caccia al tesoro dei bambini, si sarebbe tramutava in una specie di "ricerca di solidarietà". Consisteva nella premiazione con una considerevole somma di denaro, per chi riusciva a trovare la preziosa collana di Lucia Senna, la giovane vedova, recentemente derubata.

Era trascorso poco più di un anno, ma un incidente così è difficile da cancellare nei piccoli paesi dove non accade mai niente. Giulio Raghi morì in quella dannata notte di pioggia, precipitando nel fiume che costeggia il paese; l'acquazzone di quel giorno rendeva le strade quasi impraticabili, poi le gomme logori e la bassa pressione hanno fatto il resto, l'uomo fu ritrovato il mattino seguente, affogato nella sua stessa auto, abbandonando per sempre la moglie Lucia e il figlio Matteo.

Da quel fatidico giorno Lucia si chiuse in un silenzio freddo e distaccato, perfino alla cassa del super mercato rivolgeva a malapena un saluto ai clienti. Il figlio invece fu costretto a far pesare più del dovuto i suoi vent'anni: trovò lavoro come cameriere. In casa non stava quasi mai e la madre rimaneva sola, con la sua televisione ed i suoi infusi d'erbe.

Una settimana prima dei festeggiamenti, la donna trovò la casa completamente sottosopra:

erano spariti qualche centinaio d'euro, l'orologio di Giulio e la preziosa collana che l'uomo regalò alla moglie.

Questo ulteriore avvenimento aveva trasformato la freddezza di Lucia in una mascherata d'isterismo, in certi momenti sembrava come agitata, sprigionando una preoccupazione palpabile.

Trascorsero i giorni ma degli oggetti non vi fu alcuna traccia. L'intera comunità dimostrò una gran vicinanza verso quella disgraziata famiglia, Matteo e Lucia ricevevano ceste di cibarie e lettere contenenti piccole somme di denaro.

Con un po di vergogna, Matteo, preoccupato per il tracollo repentino della madre, descrisse ai suoi amici le caratteristiche della collana: una splendida catenina d'orata sorreggeva il ciondolo a forma di cuore costellato da piccoli diamanti.

Il vecchio amico d'infanzia si preoccupò particolarmente, Fabrizio conosceva la mamma del suo amico, sempre solare e gentile, ma negli ultimi tempi era diventata irriconoscibile.

Un giorno Fabrizio ricevette dei messaggi sul cellulare da Matteo,

"Forse ho scoperto chi ha preso la collana" dichiarava il primo messaggio,

per poi concludersi "Ma devo agire con cautela e ho bisogno del tuo parere, se puoi troviamoci tra mezz'ora al parcheggio del super mercato".

Fabrizio confermò la sua disponibilità, doveva studiare per l'esame imminente, ma comprese all'istante che c'era qualcosa che non andava nel suo amico.

La curiosità gli impediva di concentrarsi sui libri, si vestì in fretta e uscì con passo svelto, ma una volta arrivato nel parcheggio, oltre a decine di macchine parcheggiate, non c'era nessuno ad aspettarlo.

Non era ancora trascorsa mezz'ora dall'ultimo messaggio dell'amico, ma Fabrizio continuava ad avere un brutto presentimento, girovagava senza meta tra le macchine, non sapeva come comportarsi e quella situazione lo metteva molto in imbarazzo.

Trascorsero i minuti, finche il ragazzo decise di dare un colpo di telefono all'amico, gli squilli susseguiti da un'attesa interminabile. Fabrizio impiegò qualche secondo ad accorgersene:

un telefono stava squillando senza risposta.

Il ragazzo fu assalito da una mistica preoccupazione, non c'era nessuno intorno a lui, proseguì con passi incerti verso l'origine della suoneria. Lo trovò finalmente, era il telefono di Matteo, sdraiato sull'asfalto con il display che illuminava sgargiante "Fabrizio ti sta chiamando".

La collana d'odioWhere stories live. Discover now