Capitolo 3.
Stavano per rientrare in aula quando Merlin andò a sbattere contro Arthur, che in quel momento usciva appunto per andare a cercare la sorella.
Per evitargli la caduta, Arthur, istintivamente gli circondò i fianchi con le braccia:
«Merlin, stai attento...» il ragazzo per un attimo rimase senza parole, ma poi in un lieve sussurro imbarazzato disse: «Sì, scusami»
Quel contatto, gli faceva battere forte il cuore. Era strano per lui, sentirlo nuovamente così vicino e sperò vivamente di non arrossire più del dovuto, o di non fare una delle sue solite figuracce. E quando lui lo lasciò andare, sentì un piccolo brivido.
Morgana sorrise, mentre le veniva in mente un piano per farli mettere insieme, anche se prima doveva fare prima un'altra cosa: «Merlin, ci vediamo questa sera in centro» disse lei facendogli l'occhiolino. Merlin si limitò ad annuire, in fin dei conti la nuova Morgana gli piaceva e non era male la sua compagnia.
Per tutto il resto della mattinata seguirono le lezioni, e solo al termine di esse il professore chiese chi di loro avrebbe alloggiato nei dormitori della scuola. Merlin che ogni giorno doveva prendere il treno per raggiungere la scuola, colse l'occasione al volo e diede il suo nominativo prima di uscire dall'edificio. Raggiunto poco dopo da Morgana che sorridendo gli chiese: «Merlin, anche tu dormirai qui?» il ragazzo sorrise leggermente: «Sì, almeno non dovrò viaggiare avanti e indietro»
La ragazza sorrise: «Qual è la tua stanza?» il ragazzo la osservò perplesso per un attimo chiedendosi: Per quale motivo vuole sapere il numero della mia stanza?
«La numero centosessanta» rispose poco dopo.
A Morgana si illuminarono gli occhi, anche il fratello aveva la stessa stanza: «Sai chi è il tuo compagno di camera?» Merlin non era rimasto per sapere chi fosse il suo compagno di camera così si limitò a risponderle: «No. Non lo so...»
«Allora avrai una bella sorpresa»
Merlin la osservò per un attimo perplesso, non capiva cosa la ragazza gli stesse dicendo tra le righe: «Dove andiamo oggi, Morgana?»
«Prima cosa andiamo a recuperare le tue cose, poi vediamo cosa fare...» disse lei sorridendo serena. Il ragazzo annuì, voleva fidarsi di quella ragazza, se voleva conquistare Arthur doveva sapere molte altre cose su di lui e chi meglio della sorella poteva dirgli quello che gli serviva?
Si diressero alla stazione e presero il treno per raggiungere il paese dove viveva Merlin, e solo dopo un ora di interminabile tragitto scesero dal mezzo, percorrendo poi alcuni metri a piedi prima di raggiungere l'abitazione del ragazzo.
Entrati in casa, Merlin condusse Morgana fino alla sua stanza e prese ciò che poteva servirgli , ponendolo in una valigia.
Intanto la ragazza osservava gli abiti nell'armadio del ragazzo ed adocchiò qualcosa che avrebbe fatto aprire in parte gli occhi al fratello: «Merlin, togliti quei vestiti e metti questi...» disse lei mostrando a Merlin i vestiti appena scelti, che capì al volo perché gli avesse chiesto di cambiarsi e così l'assecondò, andando nel bagno adiacente per cambiarsi.
Solo alcuni minuti dopo, tornò nella stanza. Morgana era seduta sul letto, e come lo vide gli sorrise allegra: «Sei perfetto!»
Merlin arrossì leggermente. Solitamente prediligeva jeans e felpe, quindi se quel nuovo look poteva attirare l'attenzione di Arthur, poteva anche sopportare il cambiamento: un paio di pantaloni di pelle neri, gli fasciavano le gambe. Mentre, una camicia azzurra riprendeva il colore dei suoi occhi, e lasciava vedere un po' di pelle. A completare il tutto, un paio di anfibi con piccole borchie in ferro ai lati.
Prima di uscire, offrì alla ragazza un bicchiere di the freddo, vista la calura, facendole fare anche un giro della casa.
Apprezzando maggiormente la sua compagnia, quasi come... un ritrovarsi tra i corridoi di Camelot.
Poi recuperò la valigia, ed uscirono per riprendere il tragitto verso il campus.
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Il mio destino sei tu
FanficMerlin chiuse gli occhi cerulei, respirando profondamente. Erano trascorsi secoli dalla morte di Arthur, di Mordred e Morgana, ma lui continuava a domandarsi, quando e se quel borioso asino reale, sarebbe tornato da lui.