Notte. Erano circa le tre di mattina quando un urlo agghiacciante mi sveglió. Ero sola, sul letto tremante ad aspettare che accadesse qualcosa. Ma l'urlo era l'unica cosa che animó la notte. Il mio gatto, che era accovacciato sul letto, scese e si mise a graffiare sulla porta dello sgabuzzino, miagolava. "che cos'è, cosa c'è lì dentro? Una persona?" mi chiedevo. La paura mi bloccò, volevo aprire quella porta, ma ero troppo impaurita per farlo. Avevo gli occhi rossi, i capelli spettinati, il tempo per aprire la porta non ce l'avevo. Che cosa ridicola. Là dentro potrebbe esserci una persona con un coltello, ed io penso solo a dormire.
Scendo dalle scale che danno al salotto, mi avvolgo in una coperta con il mio gatto che miagola a, e mi addormento sul divano, senza più pensare all'accaduto. La mattina mi sveglio, mi scordo di tutto. La solita giornata, ovvero una giornata schifosa. A casa, la sera, cerco di togliere dalla mente quell'uomo, troppo faticoso. Così mi dirigo verso la porta dello sgabuzzino, con una torcia (e per premura un coltello) giro la chiave e apro la porta. Sento il rumore di buste che si spostano.