Arrivai a casa della famiglia Thomson con largo anticipo, quindi decisi di parcheggiare la macchina lungo il vialetto della loro abitazione. La casa era stata ridipinta di bianco, con gradi colonne nel davanti che li donava un aspetto possente, era una tipica casa padronale un po' come tutte le case di quelle parti. Mentre camminavo osservavo gli enormi salici piangenti che avevano in giardino, l'erba era appena stata tagliata e nell'aria aleggiava un forte odore di pesche e ciliegi. Mentre mi avvicinavo sempre di più alla casa sentì la famigliare voce della mia migliore amica Alicia che mi chiamava in lontananza, venendo verso di me saltellando e felice, per Dio solo sa cosa. << Celine!!! Quanto mi sei mancata! come stai?! ho così tante cose da raccontarti, sull'università,su tutto!!...>> disse con fin troppo entusiasmo. Mi abbracciò così forte che a momenti temetti di rompermi qualche costola. Da quando partii per il college non ceravamo più sentite, ero anch'io felice di vederla e se devo essere sincera mi era mancata tantissimo. Alicia era sempre stata una persona molto estroversa e chiacchierona, ci conosciamo da quando eravamo piccole, si può dire che è stata una delle mie uniche amiche a quei tempi. E ancora adesso, nonostante tutti i problemi che mi riguardavano mi è sempre stata vicina. Entrammo in casa, e la prima persona che vidi fu la madre di Alicia << salve Mrs Thomson. >>. Andai per darle la mano ma lei mi abbracciò <<oh cara ma quante volte ti ho detto di chiamarmi Cathy! Richard è arrivata Celine!>> urlò chiamando il marito. Quando Mr Thomson arrivò mi abbraccio calorosamente. Ma che stava succedendo in questa casa? Erano tutti così contenti e non riuscì capirne il perché. Poi delle scale scese Nathan. O mio dio, non mi sembrava vero; erano passati così tanti anni che non me lo ricordavo più; no impossibile dimenticarsene. I nostri sguardi si incrociarono, lo esaminai dalla testa ai piedi . Era diventato più alto e slanciato, aveva spalle large e la vita sottile. Il taglio dei capelli ramati enfatizzava i suoi lineamenti , gli occhi erano di un blu inteso, quasi cupo. Portava un semplice abito gessato, lo sguardo era indecifrabile ma per un nano secondo notai una scintilla di sorpresa nei suoi occhi, ma probabilmente mi sarò sbagliata. Venne verso di me e mi salutò dandomi un bacio veloce sulla guancia, mi irrigidii all'istante e lo salutai con un sorriso tirato. Non sapevo come comportarmi ne cosa fare in quella situazione. Mi ricomposi e assunsi un aria fredda e distaccata, come mio solito. Mi accorsi solo in seguito che nella stanza eravamo rimasti solo noi due e che gli altri membri della famiglia si erano già accomodati nella sala da pranzo, quindi ci avviammo nell'altra stanza in silenzio. Mi accomodai di fianco alla mia migliore amica che parlava con complicità alla madre; il loro era qualcosa di straordinario, era come se loro due fossero legate da qualcosa di infinito e indistruttibile, e questo mi faceva pensare al rapporto che avrei potuto avere con mia madre. Mi riscossi dai quei pensieri, e mi accorsi che la cena era già stata servita. La cena procedeva normalmente i discorsi erano brevi e semplice. <<Allora Celine, cosa hai intenzione di fare ora che hai finito il college con i voti eccellenti che hai raggiunto.>> Mi chiese il signor Thomson, con chiaro interesse nei miei confronti. Mi ero laureata con voti eccellenti in economia e commercio a Yale, con molti sacrifici e frasi sgradevoli da altri studenti e professori ce l'avevo fatta. E ora avrei dovuto prendere le redini dell'azienda che mio padre mi aveva lasciato, dovevo e volevo dare il meglio di me, a tutti i costi , sapevo che sarebbe stato difficile a causa della discriminazione razziale che che in quella parte del paese era insolitamente molto alta. Ma non avrei permesso a nessuno neanche a quei fanatici di rovinare i miei progetti. <<Quest'estate avevo intenzione di studiarmi i piani aziendali e leggermi tutti i documenti che riguardano l'azienda per tenermi aggiornata. Poi a inizio settembre volevo presentarmi ai soci.>> Mr. Thomson si dimostrò molto soddisfatto della mia risposta, e anche tutti gli a altri.
Per tutta la cena io Nathan ci ignorammo, se devo essere sincera mi stava bene così.
<<Dopo cena Celine sei pregata di venire nel mio studio, ormai sei una donna adulta e vorrei iniziare a parlare con te di affari e darti qualche consiglio.>> disse l'uomo che io consideravo come lo zio che non ho mai avuto. Feci una cenno d'assenso con il capo tranquilla, e per niente intimorita su quello che aveva da dirmi. Rosalie, la loro domestica faceva una cheescake da leccarsi i baffi, anche lei mi conosceva molto bene, e quando me la servi la ringrazio con un ampio sorriso sincero. Finimmo di magiare il dolce e Richard si congedò e si ritirò nel suo ufficio anche Nathan si congedò con la scusa di fumarsi una sigaro. Rimasero solo Alicia e Mrs. Thomson, e avviammo un conversazione molto allegra sugli ultimi pettegolezzi che riguardavano il circolo che frequentava la Mrs Thomson, ridemmo e scherzammo tutte insieme, non mi capitava di essere così spensierata da molto tempo, mi aveva fatto bene una chiacchierata tra donne.
<<Signorina Celine la manda a chiamare Mr. Thomson>> disse Rosalie aspettandomi appena fuori dalla porta del salotto. Rosalie era una donna ormai di mezza età, aveva la pelle scura come ebano e due piccoli occhi dello stesso colore che trasmettevano affetto e amore, era bassa ma forzuta, e per la sua età anche molto agile. Rosalie mi accompagnò fino alla porta e quando entrai vi trovai il signor Richard seduto dietro la sua cattedra, e Nathan seduto in una poltrona difronte alla cattedra. Rimasi un attimo sbigottita e mi domandai subito cosa ci facesse lui li dentro. Invece lui mi accolse con un gran sorrisetto ironico e quasi impercettibile. <<Visto che hai finto il college in tempi veramente straordinari e sei brillante in tutto, volevo proporti di lavorare insieme a mio figlio. Come già saprai è Nathan a mandare avanti i mie affari, e vorrei che lui ti insegnasse i mestieri del lavoro prima che tu inizi da sola, ti farà conoscere tutti i soci della azienda di tuo padre e ti aiuterà nei primi tempi, che ne dici?>> Mi chiese lui in modo molto professionale. Io rimasi senza parole, proprio adesso che non volevo distrazioni mi toccava a subirmelo, proprio ora che me lo ero lasciata alle spalle lui torna per distruggere le difese che avevo costrutto con tanta difficoltà, le maschere che mi ero fatta per il mondo e la società in cui viviamo. Ma sta volta l'avrei vinta io. Mi ricomposi <<Penso che sia un'ottima idea, grazie per questa opportunità Richard .>> Non ho ancora avuto nessuna esperienza nel campo, quindi sarebbe stata un'ottima idea. << Ti farò chiamare quando le carte e il contratti saranno pronti.>> mi informò soddisfatto .
Mi girai e lanciai un'ultima occhiata a Nathan che non aveva fiatato per tutto il tempo mi guadava con aria indecifrabile hai miei occhi, e decisi che anch'io avrei fatto la stessa cosa. Mi congedai dai due uomini e me ne andai con pensieri positivi e e rassicuranti.
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Cacao Amaro.
De TodoCeline McMiller è una ragazza afroamericana , nata da un matrimonio tra un padre bianco e madre mulatta. Non solo la sua famiglia fu contestata ma anche disapprovato dall'intera comunità di una piccola cittadina ricca Greenville . Alla morte de...