Don't be afraid

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Louis Tomlinson era un ragazzo di 22 anni che odiava la vita. Un tempo era sempre stato un ragazzo solare, che amava far ridere gli altri. Ma poi un evento traumatico lo aveva fatto cambiare. Ora era triste, infinitamente triste. Soffriva di depressione e non faceva altro che farsi del male. Era pieno di pearcing e tatuaggi. Ogni sera frequentava il suo bar preferito e si ubriacava, per poi tornare a casa senza nemmeno ricordare ciò che aveva fatto la sera prima. Usava una maschera: secondo tutti era un ragazzo stronzo, menefreghista e viziato. Solo con i suoi migliori amici era se stesso. Ma soprattutto con Zayn. Zayn era davvero la sua ragione di vita, lo amava. Ma non come si ama un ragazzo, ma come si ama un parente, un genitore. Louis faceva tutto con Zayn, il loro era davvero un rapporto speciale.

Zayn Malik era un ragazzo di 21 anni che viveva in uno sporco appartamento di Londra. Lavorava in un bar, ma fortunatamente era riuscito ad avere le sere libere. Anche a lui una cosa del passato lo aveva segnato, ma era passato avanti. Louis, invece, davvero non poteva andare avanti.

I due ragazzi, quel giorno, si trovavano nel bar in cui lavorava Zayn. Stavano parlando, uno dietro il bancone e l'altro che beveva una birra.

"Sono stanco di dirti che potresti lasciare il lavoro e trasferiti da me" disse Louis arrabbiato.

"Porca puttana, Lou, ti ho detto un botto di volte che voglio essere autonomo! Sembri tipo mia madre"

"Coglione, io lo faccio per te. Me ne vado a casa, ciao" e se ne andò arrabbiato. Zayn sospirò, non voleva vedere l'amico così: sempre triste. Ormai era abituato ai sui comportamenti burberi ma voleva davvero il vecchio Louis: quello delle superiori con cui poteva ridere tutto il tempo.

Arrivato a casa con la sua Lamborghini, Louis si cambiò: mise la sua maglia bianca e rossa delle vans e bermuda. Uscì ed andò al suo campo di skate privato. Adorava andarci, lo skate era sempre stato la sua passione. Si accese una sigaretta si sedette sul bordo. Pensava. Pensava alla sua vita: era davvero una merda. Tante volte ci aveva pensato al suicidio, ma alla fine Zayn capiva le sue intenzioni e lo fermava sempre. Zayn era il suo angelo.

"Non dovresti fumare in casa, Lou" disse una ragazzina bionda mentre si avvicinava al fratello.

"Lottie, non rompere i coglioni" sbuffò Louis.

"Ma potrò mai trovarmi dolce io? Hai rotto il cazzo con questi modi!" Disse la sorella e subito rientrò in casa. Louis sospirò, odiava trattarla male, ma lui era così: non riusciva a cambiare. Dopo aver finito una sigaretta ne accese un'altra, poi un'altra e poi un'altra. Praticamente rimase lì fin quando non fece buio.

"Dovresti rientrare, fa freddo e devi prepararci la cena" disse un'altra ragazzina castana.

"Non doveva tornare papà?"

"Ha detto che ha una riunione e che torna tardi. Dai ti prego Lou, Daisy e Phoebe non smettono di piangere!"

"Arrivo"disse il ragazzo e si alzò. Entrato in casa vide che era molto tardi per le bimbe. Preparò loro un panino e tornò in camera. Prese il cellulare: 3 chiamate perse e cinque messaggi.

-Zayn

'Coglione, ho finito di lavorare. Andiamo ad una festa oggi'

-Josh

'Lou, festa da Rich, Quello che sta con Maddy. Ci andiamo?'

-Papà

'Non torno per cena, prepara alle bambine'

-Liz

'LOUUU! Calum oggi mi ha contattata, ci pensi? Come te la passi bff??'

-Zayn

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 03, 2014 ⏰

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