twenty-seven.

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Spazio autrice in fondo, è importante. Buona lettura!

«Che ci fai qui, James?» chiede Bradley venendo accanto a me. Lo guardo con gli occhi spalancati, non lo vedevo da moltissimo tempo.
«Come state fidanzatini?» si avvicina nuovamente a noi e sorride amaramente.
«Bene, James cosa ci fai qui?» chiedo questa volta io.
«Non si ringrazia neanche quando si fanno gli auguri?» James si avvicina a me e Bradley subito afferra la mia mano. Non lo ricordavo così minaccioso.
«Grazie.» borbotto guardandolo male.
«Comunque, il mio capo mi ha chiesto di venire qui con lui a lavorare oggi.»
«E perciò prepari panini e hamburger in un luna park?» chiede Bradley alzando un sopracciglio.
«Sempre meglio di fare il nullafacente come fai te.» risponde acido. Mi metto in mezzo ai due e li guardo male.
«Dobbiamo litigare anche qui?» chiedo ad entrambi e il riccio alza le spalle mettendo le mani nella tasca del giubbotto, James alza gli occhi al cielo.
«Bene è stato davvero incantevole incontrarti, ora se permetti continuiamo la nostra passeggiata.»
«Sei un bastardo Simpson.» James si avvicina a Bradley e gli afferra la maglietta. Oh no, la situazione non si mette bene.
«Devo per forza picchiarti, qua, in mezzo a tutti? Non penso vorresti fare una tale figura.» ridacchia Bradley.
«Ragazzi vi prego.» mi avvicino ma James mi incenerisce con lo sguardo.
«Mi rubi la fidanzata e per di più pretendi anche di passarla liscia?» James è un po' più palestrato di Bradley, il quale però ha una forza tale da spaccare il mondo.
Bel conflitto, che però non deve tenersi se non voglio che nel giorno del mio compleanno il mio fidanzato venga picchiato, o picchi il mio ex.
Poi potrebbero chiamare la polizia senza pensarci due volte.
«Ha scelto lei di stare con me. Fatti due domande Jam.» dice Bradley e il biondo si gira verso di me, sul viso gli si forma un'espressione di malinconia, che smaschera subito.
«James ti prego. Smettetela.» dico io e mi avvicino a loro, guardando James negli occhi.
«Ti avevo detto che potevamo rimanere amici, non c'è bisogno di comportarti così.» provo a persuaderlo.
«Non mi fido di lui.» sussurra verso Bradley. Il riccio alza gli occhi al cielo, sussurrando un "e che mi interessa".
«Quante volte ti devo dire che è cambiato e che non è come prima?» dico io e James scuote la testa.
«Non mi interessa ok? Basta, continuate pure la vostra passeggiata e la vostra vita. Te lo ripeterò all'infinito, però non venire da me quando farà un'altra delle sue cazzate.» gira i tacchi e se ne va.
«Pensa agli affari tuoi cretino!» gli urla dietro Bradley e il modo in cui lo dice mi fa ridere. James non replica, anzi probabilmente nemmeno lo ha sentito.
«Non farai cavolate vero?» chiedo a Bradley e lui scuote la testa, mi circonda i fianchi con le braccia e mi stringe a sè.
«Tranquilla. Ti amo.» mi lascia un bacio sulla tempia e poi afferra la mia mano.
«Ruota panoramica?» chiede e annuisco. Ci sediamo e mi rannicchio vicina a lui, che mette un braccio attorno alle mie spalle, stringendomi.
«Hai un buon profumo.» dico odorando la sua felpa rossa. Lui mi sorride e avvicina la mia testa al suo collo, quasi soffocandomi.
«Vero? È buonissimo.» mi metto a ridere e gli soffio sul collo, so che è una cosa che non gli piace, e so che soffre il solletico lì.
Mi allontana e nasconde il collo nella felpa, sembra un bambino quando lo fa. Ma adoro il suo sorriso quando ride.
Da questa altezza si vede tutta Coney Island, ed è fantastica. La spiaggia colma di gente, pur essendo a novembre, il mare per niente agitato, il sole che si fa spazio tra le nuvole, e tutte le attrazioni di questo luna park, una vista mozzafiato.
Afferrò il mio telefono, pregando tutte le divinità affinché non cada e scatto una fotografia, prima al paesaggio circostante e poi a me e Bradley.
«Che teneri che siete.» dice qualcuno dietro di noi, mi giro e ci sono due ragazzi, probabilmente fidanzati anche loro, che ci guardano sorridendo.
Sorrido e poi mi giro nuovamente, scoppiando a ridere.
«Quei ragazzi potrebbero ammirare tutta Coney Island e si soffermano su noi due che ci stiamo facendo delle foto.» dico ridacchiando e Bradley mi da un bacio sulla testa.
«Guardavano te, e come biasimarli, sei più bella di questo tramonto e queste spiagge.» dice e alzo gli occhi al cielo, sorridendo.
«Secondo me guardavano te, ma comunque sia ti ringrazio.» mi stringo a lui e il nostro giro sulla ruota panoramica finisce. Guardo l'orologio e vedo che sono già le sei di pomeriggio, il sole è calato e il cielo ha lasciato spazio ad un colore blu scuro. Le luci delle giostre e dei piccoli bar sulla spiaggia si accendono, colorando tutto il paesaggio.
«Facciamo una passeggiata sulla spiaggia?» afferra la mia mano e annuisco, seguendolo. Camminiamo per un bel po', fino ad arrivare dove Bradley aveva parcheggiato la macchina.
Saliamo su e durante il tragitto di ritorno mi addormento.
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Perrie's pov.
«Ok ragazzi, Bradley mi ha scritto che si è addormentata e che stanno tornando. È tutto pronto?» chiedo guardandomi attorno, tutti i palloncini colorati sono sparsi sul soffitto, un cartellone con su scritto buon compleanno è appoggiato al muro della sala e in cucina il tavolo è pieno di cibo. Abbiamo invitato qui i suoi parenti e gli amici, in modo tale da festeggiare tutti insieme.
«Sono appena arrivati, spegnete tutto, state giù!» esclama Tristan guardando dalla finestra. Ci nascondiamo tutti e spengo le luci.
Le chiavi girano nella serratura e la porta si spalanca, Veronica accende la luce e tutti quanti saltiamo fuori.
«Auguri Veronica!» urlo io e gli altri invitati iniziano ad urlare anche loro. Lei rimane a bocca aperta e si guarda attorno sorridendo.
«Mamma, papà, ci siete anche voi!» esclama correndo verso i suoi genitori. Si stringono in un abbraccio e sorrido, sono sempre stati una famiglia felice, la famiglia perfetta agli occhi di tutti, ma anche loro sotto sotto, hanno i loro terribili drammi sulle spalle. E quello che è appena entrato è uno di questi.
«È qui la festa?» chiede qualcuno entrando in casa, ci giriamo tutti verso i diretti interessati e lascio cadere il pacco di patatine dalle mie mani.
«Ciao stellina! Buon compleanno.» esclama. Tristan e Veronica si scambiano un'occhiata veloce e poi lei si paralizza sul posto. Questa ragazza è mano nella mano con James.
«Oh dio.» sussurra Bradley prima di afferrare la mano di Veronica. La mia migliore amica fissa i due con gli occhi sbarrati.
«Che maleducati non mi avete neanche invitata, papà, mamma, non siete contenti di vedermi?» chiede dirigendosi verso i genitori della mia amica. Tutto ciò non ha senso, Veronica ha sempre avuto solo Tristan come fratello, chi è ora questa.
«Alysha, cosa ci fai qua?» chiede la signora Evans alla ragazza dai capelli neri come la pece, che si trova al centro della sala, fatico a capire perché si trovi con James tra l'altro.
«Mamma chi è lei?» chiede sottovoce Veronica. Leggo il panico nei suoi occhi.
«Oh e così non le avete nemmeno parlato di me? Certo, vi siete liberati della pecora nera della famiglia e avete pensato di passarla liscia, oh no cari, non funziona così.» si avvicina a Veronica e la guarda. Solo ora noto la lieve somiglianza tra le due.
«Alysha ti prego, non mi sembra adatto rovinare la festa in questo modo.»
«Mamma, papà, potreste spiegarmi per piacere chi è questa ragazza e cosa ci fa in casa mia?» chiede Veronica cercando di mantenere la calma. Bradley accanto a lei sembra ancora più preoccupato.
«Goditi la festa, ne parliamo domani ok?» le dice suo padre, accarezzandole la testa. Veronica annuisce preoccupata.
«James tu cosa ci fai qua? Non ti è bastata sta mattina?» prende parola Bradley, guardando James carico d'odio.
Il biondo gli da uno spintone e Bradley sbatte contro il muro dietro di lui. Si tira su le maniche della felpa e trattengo il fiato, non si mette bene.
Veronica spalanca gli occhi e prova a fermare i due ragazzi, senza però mettersi in mezzo, altrimenti non ne uscirebbe viva. Il riccio sferra un pugno sulla mascella di James e il ragazzo si tocca la faccia dolorante.
«Sei un bastardo. Torna nel tuo quadro e sparisci per sempre.» gli urla contro. Il padre di Veronica si mette in mezzo a loro e li guarda con disprezzo.
«Voi due, fuori immediatamente! Le risse non sono concesse nella mia famiglia.» Veronica spalanca gli occhi e corre incontro a Bradley, che ha la guancia arrossata. La accarezza e poi lo guarda negli occhi.
«Resta qui.» gli sossurra.
«Avete sentito? Se avete intenzione di litigare in questo modo fuori da qui.»
«Bradley non va da nessuna parte.» risponde Veronica verso suo papà.
«Come Veronica?»
«Papà non è stata colpa sua! Non puoi cacciarlo.» prova a convincerlo.
«Scusi signor Evans davvero. Non volevo creare nessun equivoco.» dice James prima di rivolgere un sorrisetto a Bradley.
«È tutto ok James.»
«Oh ma certo! A lui lo difendi anche?» quasi urla Veronica. Guardo Tristan che in tutto questo tempo sta guardando la sua presunta sorella con della confusione negli occhi.
«Sentite va bene, possiamo fare finta di niente e proseguire la festa?» sussurra esasperata Veronica. Mi dispiace per ciò che sta passando durante un giorno per lei così importante.
«Sì va bene. Alysha puoi tornare da dove sei venuta? Domani parleremo con entrambi.» interviene la mamma di Veronica e Tristan. La ragazza mora annuisce e lancia un'ultima occhiata ai genitori per poi afferrare il braccio di James e uscire dalla porta.
Veronica si guarda attorno spaesata, poi tira un sospiro e abbraccia Bradley.
Che brutta situazione.

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Hi beautiful people!
Scusate se non aggiornò più con la stessa frequenza davvero, ma ho sempre un mucchio di cose da fare, tra la scuola e non e non riesco mai a trovare del tempo. Anyway lo scorso capitolo, non ha avuto nessun commento, e la cosa mi preoccupa. Non vi è piaciuto? Il prossimo sarà un capitolo abbastanza carico di eventi, dove si scopriranno molte cose, e se questo capitolo non avrà abbastanza voti o commenti il 28esimo non so se verrà pubblicato ugh.
Non è tipo un ricatto, sia chiaro ahaha, è solo che attraverso i commenti io capisco se questa storia vi piace davvero. Quindi sarei lieta di sapere cosa ne pensate qui sotto:')
Vi voglio bien.
-fede

Il ritratto di Bradley Will Simpson. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora