F***ing degrees of separation

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Avete presente quell'attimo di panico in cui il percorso della vostra vita si incrocia con quello di qualcun altro e vi trovate maledettamente bene con questa persona?
Prendete un caffè insieme, iniziate piano piano a conoscervi, andate d'accordo, molto d'accordo.
Vi sembra di aver trovato colui che era in grado di salvarvi, colui che avrebbe assorbito tutti i colpi al posto vostro, una via di fuga da tutto ciò che vi faceva male.
Pensate di aver trovato un rimedio facile all'infelicità.
Vi fa stare bene, vi abituate quasi a questa sensazione.

Attenti, arriva proprio qui il guaio.
Vi abituate.

Abbiate paura quando iniziate ad abituarvi, perché significa che uscirne farà molto più male;
perché ve lo sto dicendo?
Perché io, a Salvatore, mi ci ero abituata, davvero molto, poi ho capito che la mia ancora di salvezza non mi stava tenendo a galla, mi stava tenendo bloccata al fondo.
Ma quando me ne sono resa conto era troppo tardi.



Immaginate di trovarvi davanti ad un burrone che, però, non sapete cos'abbia sotto.
Ecco io ero li.
Se avessi voluto rimanere al sicuro non mi sarei buttata, sarei rimasta lì con lui a farmi passare la vita davanti senza godermela.
Quando Salvatore era entrato nella mia vita pensavo stesse assorbendo i miei dolori, solo dopo ho capito che non aveva assorbito solo i mali ma anche tutte le gioie, aveva assorbito la mia intera vita e l'aveva legata a lui.

Cos'era rimasto a me? Niente.
Cosa potevo fare? Saltare, ma a quale costo?
Sarei stata felice dopo? Non lo potevo sapere, non avevo nessuna certezza.
Anzi sì, una certezza l'avevo.
Lui, nonostante tutto il male, riusciva a farmi sorridere, sorridere davvero.
Ero pronta a rinunciare a tutto questo? No.
Dovevo farlo? Sì, e anche in fretta.

Ora vi racconterò cos'è successo dopo essere saltata.

Inizialmente ero distrutta, quel paradosso del cuore spezzato che si legge in giro non è niente in confronto alla realtà.
Forse sarebbe anche andata bene se non avessi continuato a vederlo ogni fottuto giorno.
Già, perché dopo che i nostri destini si erano incrociati avevo scoperto che lui abitava vicino alla mia università con il suo amico del cazzo.
Io uscivo da scuola, lui usciva di casa.
Lo guardavo, mi guardava e aveva il coraggio di abbassare lo sguardo, lui.
Se solo avesse saputo quanto lo odiavo.
Già, perché poi avevo iniziato ad odiarlo, nei momenti in cui non mi mancava, ovvio.
Lo odiavo perché non riuscivo a capire come lui potesse avere così tanto potere su di me.
Lo odiavo perché un suo gesto poteva stravolgere tutte le mie idee.
Lo odiavo perché nonostante io stessi provando con tutta me stessa a lasciarlo andare era legato a me.

Ecco, questo mi ricorda un'altra cosa.
Il filo rosso.
Lo conoscete no? Quella leggenda Giapponese, credo, che dice che ognuno di noi ha un filo rosso collegato alla sua anima gemella.
Se il filo rosso era legato a lui forse diventare suora non sarebbe stata una cattiva idea.
Ma era solo una leggenda, giusto? Una specie di favola, non sarei rimasta attaccata a lui per sempre.
Vero?

In questi momenti mi chiedo "Sto cercando di convincere voi o me stessa?"
probabilmente me stessa.

Dopo aver passato gran parte dei giorni dopo la separazione chiusa in casa, quando non ero all'università, finalmente decisi di uscire.
Camminavo con le cuffie nelle orecchie e il cappuccio in testa, da sola.
Se devo dirvi la verità non avevo voglia di vedere nessuno, tranne lui.

Ci risiamo, lui.
Vi siete accorti che non dico nemmeno più il suo nome?
Salvatore.
Ah, fa male dirlo.
Stupido vero? Stupido come una sola persona possa distruggerti?
O forse è più stupido che sono stata io ad andarmene?
O magari lo è ancora di più che la sua assenza sia più presente di qualsiasi presenza? Si può dire? O forse è una ripetizione fastidiosa? Bah, poco importa.
Sapete cosa è davvero fastidioso? Lui.

Tutte le sere prima di addormentarmi riguardo le nostre foto.
Riascolto i suoi audio su whatsapp, rileggo i messaggi.
Penso a quanto fosse stupido e allo stesso tempo bello.
Penso a quel suo sorriso che, dio mio, non sapete quanto lo amavo.
Penso a come vorrei che fosse qui.
Penso a come...hey, un attimo.
Così non ne uscirò mai.

Spengo il telefono, punto la sveglia, mi metto a dormire.
Cioè provo a dormire, in realtà mi rigiro nel letto per qualche ora, ma passiamo a domani.

Buongiorno! Mi sveglio stranamente positiva.
Non lo ero da quanto, circa un mese? Direi che è un ottimo in inizio.
Non tocco il telefono, rovinerebbe tutto il mio buon umore.
Mi vesto, faccio colazione ed esco di casa e indovinate? Quando arrivo all'università non devo nemmeno sforzarmi per non guardare verso casa sua!
Sono progressi no?
Sorrido mentre cammino, probabilmente la gente mi crederà pazza, io sono felice di aver finalmente voltato pagina!
La giornata passa velocemente, è proprio vero che il tempo vola quando ci si diverte.
Dopo aver studiato un po' il pomeriggio ordino qualcosa per cena, Dio benedica just eat, e finalmente prendo in mano il cellulare.

Lo sblocco.
Apro Instagram.
Vedo una foto.
Sento delle lacrime.

No, no aspetta, andava tutto bene.
Perché? Perché sto piangendo?
Perché sento questo dolore?
Dopotutto è solo una foto di Salvatore con una ragazza!
Magari sono amici, magari sono...

Non sei tu

Già, non sono io.
Lui stava bene, si stava facendo una vita senza di me, mentre io facevo solo finta di stare bene.
La positività di stamattina? Crollata.
Inesistente.
Vorrei solo buttare via tutto, rompere qualcosa (magari la faccia di quella tipa) e buttarmi sotto le coperte per il resto della mia vita

...
oppure giù da un burrone.

Ah, il burrone, ecco da dove è iniziato tutto.
Sarebbe stato tutto più bello se il burrone fosse un grande burro! Avremmo fatto insieme una grande torta per festeggiare un grande anniversario!

Non sono pazza, lo giuro, è che quando sono triste inizio a dire un sacco di cazzate.
Davvero molte, i miei amici lo trovano divertente, anche io in realtà, ma quando smetto rimane solo un grande vuoto che non so come riempire.

Voi mettereste una formina, di quelle per bambini si intende, a forma di fiore in un buco a forma di cuore?
I più piccoli di solito ci provano, ma senza risultati.

Bene, ho un buco a forma di Salvatore, come lo riempio?
Con la grande torta? No eh?

Ho fatto una cazzata, davvero una grandissima cazzata.
Lui mi faceva male, si, ma mi faceva anche tanto bene.
Magari avrei potuto trovare una soluzione, gliene dovevo parlare prima!
Ho fatto tutto di testa mia, ho perso tutto, ho perso l'unica cosa in grado di rendermi davvero felice.

Sto piangendo da un'ora con quella foto davanti.
Devo voltare pagina, lo stavo facendo, cosa è andato storto?
Perché fa così tanto male?

Cazzo, mi gira la testa, maledetta pressione bassa.
Lui mi avrebbe aiutata, e invece sono da sola.
Ho sbagliato.
Ho sbagliato.
Possiamo tornare indietro?
Per favore, ho bisogno di lui.

La mia vista inizia ad offuscarsi.
Cosa faccio?
Sono da sola, ma non voglio nessuno al di fuori di lui.
Perché non torna?
Io l'ho mandato via, ma lui non ha esitato.
Perché?
Non teneva a me?
Ma io a lui tengo tanto.

Mi alzo in piedi.
Grave errore.
Vedo tutto nero.
Prima di svenire sussurro "Ho bisogno di te"




Mi sveglio di soprassalto, con il respiro affannoso, gli occhi lucidi e...aspetta, sono su un letto?

"Hey, tutto bene?" questa voce la conosco, la conosco benissimo.
"Salvatore?" mi volto verso di lui che mi guarda preoccupato, che ci fa qui?
"Amore, hai avuto un incubo, non riuscivo a svegliarti..." mi accarezza i capelli.

Era un incubo?

"Quindi non ti ho lasciato? Non sei uscito con un'altra? Non sono svenuta perché dovevamo fare una torta con un grande burro e non saltare su un burrone?"
Mi guarda come se fossi pazza, che c'è di male nel mio sogno?
"Non ho capito la parte del grande burro..." mi dice, io sorrido e lo abbraccio, lo abbraccio forte perché so cosa succederebbe se un giorno decidessi di non abbracciarlo più.
"Promettimi una cosa..." lui mi stringe fra le sue braccia.
"Qualsiasi cosa" risponde.
A questo punto potrei chiedergli una grossa somma di denaro, e lo farei se non avessi appena fatto l'incubo peggiore della mia vita.
"Promettimi che quando ti chiederò di andartene tu non lo farai"
"Altrimenti finiremo in un burrone?" ride.
Odio quando mi prende in giro.
"Dai stupido!" mi stacco da lui e sbuffò.
Lui sorride, che bel sorriso, mi accarezza il viso.
"Se un giorno dovessi andarmene tu verrai con me"
Sorrido anch'io, un sorriso vero.
Un sorriso innamorato.
Forse il mio filo rosso era legato a lui, forse era lui la mia anima gemella.
O forse no, a chi importa?
Adesso è qui, siamo insieme e niente potrebbe rendermi più felice.


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