Primo scalo.
Sono solo, esattamente come desideravo.
Cerco di calarmi in questa piccola follia di un viaggio che mi sono regalato il giorno del mio quarantunesimo anno di vita, per convincermi di essere libero, o forse per uscire da quella maledetta "zona comfort" che cerca sempre di sedurmi, mentre io voglio espandere.
Da quando mi è entrato in testa il concetto di espansione, non ne è più uscito.
In questo momento sono seduto in una stupenda area lounge di un aeroporto nel centro Asia e sorseggio un delicato sencha green tea per scaldarmi un po', per sciogliere le tensioni del momento.
Sì perché faccio tanto lo spaglione, ma la tensione non mi molla un attimo.
Cerco di collegarmi con le mie emozioni, ma è difficile, troppa folla, troppi rumori, troppi suoni e luci ed i miei sensi sono invasi, ma la cosa non mi pesa, anzi.
Mentre scrivo ascolto alcuni brani di Benjamin Francis Leftwich, i soli a regalarmi quella dimensione che amo tanto.
Sono felice.
Sono vivo.
E fortunato.
Sono Amore.
Tutto il viaggio davanti a me e la curiosità di ciò che verrà fuori, che lascerò uscire.
E questo è solo il primo scalo.