Capitolo 4

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Siamo appena arrivate e già ci guardano male, ma per quale motivo deve essere tutto così impossibile ?
Ovviamente non c'è più posto tranne che per il tavolo delle Barbie, che quasi sicuramente non ci avrebbero accettate; ma tentare non nuoce, almeno non a noi due!
Ed infatti...
<< Ciao Beth, come mai da queste parti? Credevo che... uhhh Riley la moretta che se la fa con gli sfigati!>>
Che nervi!
<< Sta zitta Grace... Che c'è il tuo cavaliere ti ha mollata?>>
<<Come ti permetti! Il mio cavaliere NON mi ha mollata, e comunque almeno io ce l'ho a differenza tua.>>
<<Di certo non è colpa mia se non mi so accontentare, ma se proprio ci tieni prenderò esempio da te!>>
-RIDO-
Io e Grace non abbiamo un bel rapporto, eravamo insieme nella casa famiglia. Non ci siamo mai viste di buon occhio, lei non mi sopporta perché mi reputa solo una nullafacente anarchica ed io non la sopporto perché sarà solo un'altra di quelle che passeranno la vita a lamentarsi per non essere più le principessine di una volta...
Grace è bionda e ha gli occhi verde smeraldo. Con il suo corpo perfetto sfoggia il suo sorriso, inutile dire che tutti l'adorano. È un anno più grande di me e Riley, peró senza il suo gruppetto non è capace neanche di rivolgerci la parola. Tutte quelle del suo anno la trattano come una regina, reputando chi nella vita non ambisce a diventare la reincarnazione di Gesù uno sfigato.

Comunque nel mentre ci hanno fatte sedere. Io mi ero messa di fronte ad una tipa biondo platino e vicino ad una  che mi pare si chiami Amber, lo so perché l'ho vista dal preside diverse volte; strano per essere una di loro!

Finita la cena velocemente sono andata  in camera per fare una doccia e somatizzare la  giornata. Così una volta asciugati i capelli ed essermi messa nel letto, dopo aver passato diversi minuti in contemplazione del soffitto, mi addormentai.
Ero appena sveglia quando qualcuno inizia a bussare freneticamente alla porta, così con fare di chi ha appena subito un trauma mi trascino ad aprire. Non me lo sarei mai aspettata, Riley che mi scassa di prima mattina; evviva!
Era già vestita e pettinata. I suoi capelli castani erano raccolti in una coda che le lasciava qualche ciuffo color miele ricadere sulle guance quai ad incorniciare il suo visetto dagli occhi scurissimi. Si era messa un paio di leggings neri e la sua felpa preferita presa in Danimarca. Riley è un pó più alta di me, magra con una voglia pazza di fare. La sua famiglia l'ha portata al collegio perché suo padre vuole che abbia un ottima istruzione. Lei il padre non lo sopporta ma ha paura di lui. L'unica volta che ha preso una nota, è venuto fin qui per riportarla a casa e probabilmente picchiarla anche se lei lo nega, ma i suoi lividi ovunque no.
Ma tralasciamo le tristi storie.
Mentre io corro a lavarmi dato che ancora una volta sono in ritardo, lei mi crea l'outfit. Lo indosso e mi specchio.
Sono alta 1,65 e sono abbastanza minuta, lo stretto necessario per sparire di tanto in tanto. Vestita così sembro una delle papere di Grace. I miei capelli neri carbone sono per la prima volta pettinati e i miei occhioni grigio perla non sembrano più quelli di chi non dorme da settimane... Perchè quell'idiota non si presenta più spesso alle 8:10?!

Detto ciò ancora una volta corriamo, però per arrivare nella classe di chimica.
Le ore passano in fretta e ci ritroviamo a mensa per il pranzo.
Henry subito inizia a torturarci in particolare a Riley alla quale tira una patatina.
_GRANDE ERRORE _
In men che non si dica la mia amichetta gli rovescia lo yogurt sui capelli.
Ho creato un mostro
Il mongoloide allora le continua a tirare patatine facendo scoppiare così una rissa a colpi di cibo.

Entrambe  richiamati  in presidenza.

Riley mentre la stavo accompagnando inizia  a piangere disperata perché si sarebbe presa una nota e quindi il padre...
<< Beth, sono una stupida! Papà mi ammazza quando lo viene a sapere.>>
Singhiozzò.
<< Dai, vedrai che non ti dirà niente.>>
Purtroppo stavo mentendo
<< Sai che non è così >>
L'immagine di lei piena di lividi mi fa rabbrividire.
<< Riley facciamo così, ascoltami. Stai calma, respira. Noi ora entriamo, ma tu lascia parlare me. Ok?>>
Era stupido da parte mia, ma non l'avrei fatta picchiare da quell'essere di nuovo.
<<Va bene.>>

Era il momento. La sgridata del preside ci attendeva, Henry non se ne preoccupava, lei si ed io anche.
<< Ragazzi, mi spiegate cosa vi è venuto in mente?>>
Stava guardando loro due.
<<Vi ha dato di volta il cervello?
Signorina Riley mi ha profondamente deluso non me lo sarei mai aspettato.>>
Stava per rimproverarla quando...
<< Scusi signor preside?>>
Mandai giù un sasso.
<< Si, signorina Elizabeth?>>
Ripenso a Riley ed i suoi lividi...
<< La colpa non è della mia amica, ma mia. Lei non c'entra niente, quello che è successo a mensa è solo causa mia e di Henry. Non avrei ma dovuto fare quello che ho fatto.>>
<< Bene in tal caso, scusi tanto Riley. Henry tu va in classe con la nota. In quanto a lei Elizabeth la prego di accomodarsi nel mio studio, le aspettano seri provvedimenti. Arrivederci.>>
Sospiro.
Riley mi abbraccia e soffoca un pianto. << Grazie Beth... Sei pazza! Lo sai che ti sospenderanno di nuovo. Sei una stupida, non dovevi farlo. Ora mi farai sentire in colpa.>>
<< Sicuramente non quanto me se lui ti avesse fatto male >>
La strinsi forte.
<<Signorina Smith, mi pare di averle detto di andare nello studio.>>
<<Eccomi arrivo.>>
Il preside Helmet prese posto davanti a me su una grossa poltrona, non ero mai stata nel suo studio, era enorme pieno di libri che tappezzavano le pareti. Mi diede un foglio da firmare e mi lasciò lì dicendo che dovevo riflettere e che sarebbe tornato pochi minuti dopo. Era un uomo alto e robusto che però era un sacerdote e pure il preside di questo carcere. Non sembra affatto un prete ma lo è, ed in quanto tale deve sempre trovare la morale religiosa in tutto...
Nel frattempo ho iniziato a dare un un occhiata in giro. L'odore dei libri mi circondava, passai il palmo della mano su tutte le loro copertine impolverate finché non notai qualcosa.
C'era una stanza; certo che è proprio stupido per avercene una nello studio.
Scontato dire che entrai.
Era tutto buio, non ci vedevo nulla. Comincio allora a tastare i muri in cerca della luce quando una voce rompe
il silenzio.
<<Papà sei tu?>>
Corro via sbattendo la porta della stanza segreta, inducendo il preside ad entrare. 
Se lui è stupido, io lo sono di più.

<<Cos'è successo?>>
Fantastico!
<< Niente stia tranquillo, mentre riflettevo sull'accaduto mi è venuta voglia di fare una passeggiata in giro per la stanza.>>
Che cosa ho appena detto?
<< E quindi ha deciso di prendere a pugni i muri?>>
Sono un imbecille.
<<Esattamente, gli ormoni fanno brutti scherzi!>>
Voglio morire.
<< Ora può andare in camera sua.>>
<<Arrivederci e mi scusi ancora per l'accaduto.>>

E anche oggi ho ottenuto la mia razione di disagio quotidiano.

Spazio autrice:

Hola☯️

Allora...
Ancora non ho deciso quando pubblicare i capitoli ma ciò nonostante eccovene uno che a me è piaciuto particolarmente scrivere❄️
Love u💚

We all have secrets Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora