How i met your mother.

Una lunga storia.

The year 2030.

«Ragazzi, sto per raccontarvi una storia incredibile, la storia di come ho conosciuto vostra madre.»
«Abbiamo fatto qualche cosa di male?» Replica mio figlio, con tono sarcastico e annoiato.
«Senti, ci vorrà molto tempo?» Aggiunge mia figlia, seccata.
«Sì.» Rispondo semplicemente, osservando i due buttarsi indietro contro lo schienale del divano. «Venticinque anni fa, prima che diventassi papà, la mia vita era diversa. Era il 2005, avevo ventisette anni, e cominciavo la mia carriera di architetto a New York, dove abitavo con Marshall, il mio migliore amico. Facevo una bella vita finchè il buon vecchio Marshall non ha rovinato tutto.» La mia mente vaga nei ricordi.

The year 2005.

«Vorresti sposarmi?» Chiese il mio migliore amico in ginocchio, con una scatola in mano contenente un prezioso anello. Stava recitando la parte che avrebbe dovuto fare davanti la sua futura sposa. Io in quel momento stavo interpretando Lily.
«Sì, perfetto, così sarai fidanzato, stapperai lo champagne, farai un brindisi e farai sesso sul pavimento!» Esclamai entusiasta, voltandomi immediatamente verso di lui, tornando serio. «No, non farlo sul pavimento.» Raccomandai.
«Grazie per avermi aiutato Ted.» Disse sorridendo e si recò in cucina.
«Dico, stai scherzando? Siete tu e Lily. C'ero sempre nei vostri momenti importanti.» Lo seguii e presi la bottiglia di birra che mi porse. «Il primo incontro, la prima uscita e...altre prime cose.» Bevvi un sorso.
Marshall ridacchiò. «Già, scusa, pensavamo che stessi dormendo.»
«È fisica Marshall. Se la cuccetta sotto ondeggia lo fa anche quella sopra!» Ribattei gesticolando e lo guardai, abbozzando un sorriso. «Santo cielo, questa sera tu ti fidanzerai.»
«Giá.» Annuì, incredulo quanto me, per poi alzare la bottiglia verso la mia direzione. «Tu che fai stasera?»
Già, cosa facevo? Marshall stava per compiere il passo più importante della sua vita e io? Beh, io ho chiamato il buon vecchio Barney.

«Hey, ti ricordi che avevo un debole per le ragazze asiatiche?» Furono le prime parole che Barney pronunciò non appena rispose alla chiamata. «Beh, adesso ho una nuova passione: le ragazze egiziane.» Sogghignò. «Le egiziane con gli occhi a mandorla.
Passai direttamente a ciò che mi interessava. «Dimmi, fai qualcosa stasera?» Gli chiesi.
«Ci vediamo al bar tra quindici minuti. E metti la giacca!» Mi raccomandò prima di riattaccare. Barney riteneva che la giacca fosse un punto fondamentale per rimorchiare.

Mi recai al bar, come avevamo stabilito, e trovai il mio amico poggiato sul bancone. «Ciao.»
«Hey, ma dove sarebbe la giacca? Una volta che te lo chiedo mi piacerebbe vederti con la giacca.» Mi rimproverò.
«L'ho messa, non ti ricordi?»
«Era un giubbotto di montone!»
«Sta' a sentire. Al college il gruppo era Marshall, Lily e me. Adesso sará Marshall, Lily...e me. Si sposano, mettono su famiglia e prima che me ne accorga sarò uno scapolo di mezza etá che i loro figli chiamano zio Ted.» Dissi abbattuto. Per quanto potessi essere felice per i miei due amici, sentivo già che io non avrei trovato mai la donna della mia vita. O meglio, sarebbe stato molto difficile.
Barney mi diede un colpo sulla testa. «Ho giá capito tutto! Ricordi cosa ti ho detto quando ci conoscemmo?»

Flashback.

«È quello che ho visto.» Dissi alla coppia davanti a me, seduti insieme in un tavolo del bar MacLaren's. All'improvviso vidi un biondo sedersi accanto a me e circondarmi le spalle con un braccio, atteggiandosi come se ci conoscessimo da una vita.
«Ted, io ti insegnerò come fare a vivere.» Esclamò deciso.
Forse notò la mia espressione confusa perchè poi aggiunse: «Barney, ci siamo visti al cesso.»
«Oh, giusto...ciao.» Sorrisi nervoso.
«Lezione uno: devi eliminare il pizzetto. Non si intona con la giacca.»
«Io non porto la giacca.»
«Lezione due: compra una giacca. Fa fico, da' un'occhiata qua.» Si indicò, accennando un sorriso a una ragazza che era passata davanti. «Lezione tre: non pensare al matrimonio almeno finchè non hai...trent'anni.»