#1 ❥ Kim Namjoon

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Chiudesti il tuo armadietto e appoggiasti la schiena su di esso.
Stavi sorridendo come una scema, stringendo quel preziosissimo pezzo di carta fra le mani.
Era ormai un mese che ogni giorno qualcuno si divertiva a infilarti nell'armadietto piccoli pezzi del suo cuore.
Quella mattina era toccato a un bel foglio decorato, con sopra, scritta con bei caratteri, una citazione di Shakespeare che adoravi da impazzire.

"Oh, ella insegna alle torce a bruciare con più luce!
Sembra pendere sulla guancia della notte
come un gioiello splendente dall'orecchio di un etiope;
una bellezza troppo ricca per l'uso,
troppo preziosa per la terra.
Una colomba di neve in un branco di corvi,
così è lei tra le sue compagne. Finito il ballo
guarderò dove si mette, e, toccando la sua,
renderò felice la mia rozza mano.
Ha forse mai amato, sinora, il mio cuore?
Negatelo, occhi, perché mai, sino a stanotte,
avevo visto la vera bellezza."

Non avevi idea di chi potesse essere, quel misterioso ragazzo, ma eri certa che non te lo saresti fatta scappare.
Era raro trovare una persona del genere, ormai. Qualcuno dal cuore d'oro, che ti amasse davvero, che avesse bisogno di te come l'ossigeno per vivere.
Tutta quella storia ti aveva intrigata da morire. Talvolta, il misterioso ragazzo aveva fatto dei "giochetti" con te.
Magari facendo trapelare qualche informazione su di lui, come, ad esempio, il fatto di essere un ragazzo.
Oppure mandava un biglietto con delle domande e ti diceva dove riporlo se avessi voluto rispondere, cosa che tu facevi sempre.
Avevi qualche stramba ipotesi, ma nella tua scuola c'erano talmente tanti ragazzi...
Il pensiero della sua persona continuava a tormentarti, non ti abbandonava. Per questo, durante la lezione della terza ora, un po' di tempo prima che suonasse la campanella, decidesti di rileggere i versi che ti aveva dedicato quella mattina.
Essendo più annoiata, lucida, e avendo tanto tempo a disposizione ti soffermasti con attenzione sulla bella calligrafia con cui erano scritte le parole, il profumo della carta e la sensazione ruvida ma delicata del foglio.
Solo in quel momento di estrema attenzione ti accorgesti però di una cosa.

toccando la sua,
renderò felice la mia rozza mano.

Vicino alla prima parola, un piccolo asterisco era quasi invisibile, a un paio di occhi disattenti. Tu, però, non ti saresti fatta sfuggire nemmeno un particolare, di quell'opera di assoluta dolcezza.
Cercasti in tutto quel pezzo di carta l'altro asterisco, finché non lo scovasti vicino al margine inferiore del retro.
Sorridesti soddisfatta di te stessa, poi mettesti a fuoco le parole scritte ad inchiostro chiaro, per poterne capire il contenuto.

"Ciao, Y/N. Ieri mattina, ti ho vista mentre aprivi il mio biglietto. Dentro c'era un fiore blu, ricordi? Blu, come l'oceano che vedo nei tuoi occhi. Blu, come il cielo sereno che mi dona pace quando ti guardo.
È sempre bello il tuo sorriso quando apri quel maledetto armadietto. Diamine, tu sei bellissima. Sempre, ovunque. Con il volto affaticato e i capelli arruffati durante educazione fisica, quando inciampi in corridoio e ti rialzi con il volto rosso perché qualcuno ti ha vista. Quando arrossisci mi fai proprio andare fuori di testa. Vorrei farti un complimento, accarezzarti la guancia e vederti diventare di quell'adorabile colorito rosso sotto di essa.
Non poterti avere... mi fa proprio impazzire. E penso che anche tu sia piuttosto curiosa di scoprire chi è questo stupido che cerca di conquistarti da settimane.
Ricordati quello che hai trovato ieri, Y/N. Ti aspetto a ricreazione."

Rimanesti confusa. Un po' spiazzata, come sempre, da quelle dolci parole che non eri abituata a ricevere.
Ricreazione. Quello che avevi trovato il giorno prima... ci mettesti cinque minuti interi, ma poi capisti.
«Ma certo, i fiori blu!» esclamasti a voce alta, attirando su di te l'attenzione della contrariata professoressa e di tutta la classe. Abbassasti lo sguardo, arrossendo per l'imbarazzo.
Poi ricordasti le sue parole sulla reazione che l'imbarazzo offriva al tuo volto e copristi quest'ultimo con le mani.
Eri agitata a dir poco. Dovevi mettere da parte la vergogna e conoscere una volta per tutte quel ragazzo. Non ti preoccupasti troppo del tuo aspetto, dato che, da come avevi capito, il ragazzo ti aveva osservata a lungo.

Quando suonò la campanella, eri nervosissima.
Ti dirigesti verso il cortile dietro la scuola con le gambe che sembravano essere fatte di gelatina. Apristi la porta con le mani che tremavano ed uscisti con il cuore in gola, che batteva all'impazzata.
Trovasti davanti a una siepe di fiori blu, su una panchina, un ragazzo girato di spalle. Aveva un cappotto beige e da sotto il suo berretto potevi scorgere un ciuffo di capelli quasi bianchi, decolorati.
In silenzio, ti sedesti vicino a lui, trattenendo il respiro, eri quasi spaventa di scoprire la sua identità.
Ti girasti lentamente e per poco non rimanesti a bocca aperta.
Davanti a te c'era Kim Namjoon. Uno dei ragazzi più belli e ambiti della scuola, il sogno di ogni tua coetanea.
Lui sorrise gentilmente, rivelando le sue adorabili fossette, e ti portò dolcemente una ciocca di capelli dietro l'orecchio destro, facendoti perdere nel suo tocco.
«Hey.»
«Ciao...» rispondesti con un fil di voce, abbassando lo sguardo.
Namjoon mise due dita sotto il tuo mento, facendoti tornare a guardare lui.
«Non ti vergognare, Y/N. Dovrei essere io, quello in imbarazzo» il suo risolino ti fece sciogliere, riuscisti a ricambiare un sorriso impacciato.
«È che davvero, non me lo sarei mai aspettata... insomma, da piccola ero fra quelle che si allenava a fare la firma con il tuo cognome e ora...» ti fermasti per ridacchiare, imbarazzata.
Lui inclinò la testa, guardandoti divertito. Iniziò ad accarezzarti una guancia con tocco delicato, chiudesti gli occhi.
Eri sconvolta, certo, ma non ti saresti mai tirata indietro di fronte a lui. Non tanto per la sua bellezza mozzafiato, o la simpatia. Semplicemente perché ti aveva dimostrato di saperti amare come si fa con un delicato e bellissimo fiore e sapevi che una persona del genere, nella tua vita, poteva solo far bene. Rimanesti con le palpebre serrate, godendoti la sensazione della sua mano morbida contro la tua pelle, quando sentisti il suo caldo respiro mischiarsi pericolosamente con il tuo.
Riapristi gli occhi curiosa, sorpresa di trovarlo così vicino a te.
«Cosa vuoi fare Nam-» non ti lasciò nemmeno il tempo di finire la frase, che posò le labbra morbide sulle tue.
E quando scopristi il sapore del paradiso, come avresti potuto fare a privartene?

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 23, 2020 ⏰

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