La finestra era rotta, e i pezzi di vetro erano dappertutto, mentre cercavo di mantenere la calma e pensare al senso di quella frase, spazzai i pezzi di vetro e li buttai nella spazzatura e se il giorno seguente qualcuno avesse fatto domande mi sarei inventata una scusa. Mi avviai verso la mi stanza, e per sicurezza misi il fucile sotto il letto, la situazione era molto inquietante ma non volevo far agitare mia nonna e i domestici per un non nulla, mi misi la vestaglia da notte e filai a letto.
La mattina seguente mi sentivo come se mi fosse passato un treno sopra non avevo chiuso occhio e probabilmente si vedeva. Quel giorno avevo deciso che avrei chiamato Alicia per invitarla a prendere un tè a casa mia, avevo voglia di sentirla sproloquiare su tutte le mode più recenti e su cosa aveva intenzione di fare quest'estate. Scesi le scale e mi recai nell'ampia sala da pranzo, dove mia nonna mi aspettava in tutto il suo splendore e impeccabile come sempre. <<Buongiorno Celine.>> disse mi nonna in tono pacato << Buon giorno anche a te >> li risposi io andandole in contro e dandole un bacio sulla guancia quasi impercettibile. Il mio umore non era dei migliori, ero inquieta e spossata ma totalmente decisa a lasciarmi questa questione alle spalle. Finita la colazione andai in giardino a riflettere, non volevo pensare ne a Nathan ne a le lettere minatorie, ma volevo concentrarmi sul nuovo ruolo che mi aspetta all'interno della mia azienda. Di solito le donne del sud sono propense a stare a casa, andare al club per spettegolare con le amiche e spendere i soldi dei loro facoltosi mariti, mentre io la trovo una cosa al quanto mediocre. Ho passato anni e anni a studiare a leggere tutti i libri immaginabili a leggere teorie dei più grandi intellettuali, per avere una mia propria cultura e non diventare come quelle oche del Club, e adesso sono tornata in città voglio dimostrare quanto valgo e chi sono diventata, e questo senza l'aiuto di nessuno . Più che decisa ad affrontare la giornata positivamente chiamami Alicia per chiederle se le andasse di passare nel pomeriggio.
La mia migliore amica arrivò nel primo pomeriggio,non so se era da lei essere sempre felice e spensierata la cosa che più mi incuriosiva sapere era come ci riuscisse. Quando la chiamai quella mattina mi disse che aveva una cosa importante da dirmi e io non sapevo ne cosa pensare o se preoccuparmi. Ci accomodammo in giardino e chiesi gentilmente a Costantine la nostra domestica di prepararci un rinfresco. Alicia aveva un aria pensierosa ed era insolitamente agitata, con tono calmo le chiesi << Cosa succede Alicia sai che a me puoi dire tutto- le dissi porgendole la mia mano- e che di me ti puoi fidare.>> con un sospiro e con un sorriso tirato mi disse << Tra due mesi mi sposo e vorrei tanto che tu facessi la mia testimone di nozze, so che ti sto chiedendo tanto e so che a te non piace stare sotto i riflettori e che probabilmente mi dirai di no, ma promettimi che ci penserai, ne ho già parlato con Aron e lui è d'accordo quindi se accetti mi renderai un delle spose più felici del mondo.>> disse tutto d'un fiato. Dovevo ancora metabolizzare la cosa e con molto piacere le risposi << Ma certo che si, anche se non me lo aspettavo ma sono molto contenta per te. Ma aspetta un attimo ma è Aron Evans quello che faceva il liceo con te, quello di cui mi dicevi che prendevi le sue difese contro i bulli? ora cara bella ragazza mi racconti per filo e per segno la vostra storia d'amore.>> Alicia inizio il racconto e passammo più tempo a ridere che altro << ... e così l'anno scorso mi chiese di sposarlo davanti a i nostri genitori e io fui più che lieta di dirli di sì.>> con un gran sorriso dipinto sulle labbra. Pensai che anche a me sarebbe piaciuto essere felice come lei essere me stessa sempre e comunque senza preoccupami delle opinioni delle della gente. Molte volte le ho chiesto se non si sentisse a disagio con me o se ne risentisse la sua vita sociale, ma le mi rispondeva sempre con un sorriso dicendomi che chi non volesse parlare con lei c'avrebbe solo perso e sarebbe stato un suo problema e che lei mi voleva bene a prescindere. << Celin, tutto bene?>> mi chiese con aria preoccupata << Ma certo - le risposi con un sorriso finto- che ne dici di fare una passeggiata? e poi fermarti a cena?>> chiesi in tono speranzoso. << Certo che sì>>disse con entusiasmo. Parlammo per tutto il pomeriggio dei preparativi per il matrimonio e discorsi superflui e rilassanti, quando rientrammo in casa feci partire il gira dischi, è nell'aria si diffusero le note di Please Mr. Postaman delle Marvelettes iniziammo a scatenarci come quando avevamo diciassette anni, molti potevano trovalo infantile ma non piaceva molto; continuavamo a ballare senza accorgerci che alla porta c'era Nathan che ci stava fissando con un sorrisetto sulle labbra mi blocca di colpo e Alicia con me << No, no fate pure non volevo interrompervi, ero solo venuto a riportare l'auto a Celine.>> Alicia mi guardò in modo perplesso chiedendomi in silenzio di cosa stesse parlando, le mimami che glielo avrei spiegato dopo. In quell'istante entrò mia nonna che guardò tutti un po' sorpresa << Nipote cara non mi aspettavo di avere così tante persone a cena, bene andrò a dire a Costantine di aggiungere due portate.>> disse in tono risoluto << Nonna-inizia a dire- veramente a cena rimane solo Alicia, Nathan avrà degli impegni non so se.....>> non fini neanche la frase che mi nonna chiese a Nathan se sarebbe rimasto per cena << Certo signora McMiller sarebbe un vero piacere>> disse guardandomi freddamente. Mi sfidò con lo sguardo, ed io essendo una che adora le sfide lo sostenni, aveva due zaffiri blu al posto degli occhi belli, freddi e duri. Alicia si schiarì la voce e io rivolsi a lei le mie attenzioni, a lui rivolsi solo parole di circostanza anche se mi aveva riportato l'auto. Costantine ci chiamò per la cena, e ci accomodammo tutti nella sala da pranzo. Mia nonna come sempre era a capotavola mentre io mi sedetti alla sua destra Alicia si sedette di fronte a me e Nathan alla mio fianco. La cena venne servita, mia nonna parlò tutto il tempo con Alicia. << Nathan quando hai intenzione di convolare a nozze come tua sorella?>> chiese mi nonna in tono di rimprovero; io che bevvi un sorso di vino a momenti mi soffocai e Alicia pure. << Ora, come ora ho altri obbiettivi- rivolgendomi uno sguardo inteso- poi si vedrà, Signora Adele>> mia nonna sembrava soddisfatta della risposta e la cena continuò come se non mi fossi quasi soffocata.
La cena si concluse e la padrona di casa si congedò dagli ospiti. << Celine se non ti spiace uno di questi giorni volevo scambiare due parole con te.>> mi chiese in tono imperturbabile, Alicia mi guardo in modo strano << certo no ce problema, e grazie per l'auto.>> Congedai tutte e due e quando feci per rientrare in casa mi sentivo osservata e questa sensazione mi faceva venire i brividi, avevo un brutto presentimento e ora che ci riflettevo il giorno prima il serbatoio era pieno e trovavo strano che la macchina si sia fermata in mezzo la strada e che sempre lo stesso giorno ricevere il messaggio minatorio, in quel periodo cerano manifestazioni pacifiste da parte degli afroamericani mentre cerano sempre più massacri e in questa parte del paese le leggi per le persone di colore erano ancora più dure. Ma non volevo farci caso e non volevo pensare che la mia vita avrebbe potuto essere in pericolo, mi chiusi in camera lasciando il fucile sotto il letto per sicurezza. Mi rinfrescai e misi la vestaglia da notte, mi infilai a letto sperando sempre che gli incubi non venissero a bussare alla porta della mia mente.
YOU ARE READING
Cacao Amaro.
RandomCeline McMiller è una ragazza afroamericana , nata da un matrimonio tra un padre bianco e madre mulatta. Non solo la sua famiglia fu contestata ma anche disapprovato dall'intera comunità di una piccola cittadina ricca Greenville . Alla morte de...