Capitolo 10

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Non so quanto rimasi li dopo che se ne furono andati, fu estremamente umiliante.
Sentivo gli sguardi del pubblico sul mio corpo, mi sentivo divorare, di sicuro per tutti quei porci in sala così conciato dovevo essere un magnifico spettacolo.
Poi all'improvviso la carrucola che mi sosteneva si azionó iniziando a calarmi nel sottopalco, mentre Urd sopra salutava il "suo" pubblico.
<<bene signori e signore per sta sera è tutto, spero lo spettacolo sia stato di vostro gradimento! Buona continuazione a tutti!>>
In coincidenza con lo spegnersi delle luci ci fu la chiusura della botola sopra la mia testa.
Da dietro qualcuno mi tolse la benda e la prima cosa che fui in grado di notare fu lo stato pietoso in cui giaceva il mio corpo. Lo sperma di quei porci mi imbrattava ovunque, sentivo colare fuori da me ancora i residui dell'ultimo rapporto, come anche la saliva di quell'uomo che fuoriusciva dalla mia bocca. Il vibratore continuava incessantemente a fare il suo lavoro, purtroppo quando quei due erano usciti da me avevano fatto attenzione a lasciarlo dentro.
Perso com'ero nei miei pensieri mi prese un infarto quando Urd iniziò ad estrarre il vibratore. Al suo tocco il mio corpo si tese come una corda di violino, sapevo già cosa stava per fare, non lo avrebbe mai tolto senza prima torturarmi un po'. E infatti iniziò subito a giocare con questo, lo affondava in me con potenza, lo muoveva con movimenti circolari allargando così il mio orifizio, era un supplizio.
Gemevo a ogni movimento, ahimè non solo per il dolore. Il mio corpo rispondeva in automatico agli stimoli, e questa sera c'è n'erano stati fin troppi. Miracolo che non fossi venuto sul palco, anche se forse sarebbe stato meglio, li sarei stato libero di farlo, qui a breve mi sarebbe stato impedito. E di fatti appena notò il mio rigonfiamento, prossimo all'eiaculazione, si stoppò e con un unico gesto violento (ovviamente) estrasse il vibratore. Un gemito più forte degli altri uscì dalla mia bocca, dovuto al mancato orgasmo, aveva trovato un espediente assai crudele per farmi soffrire. Ora avrei dovuto trovare un modo per farmela passare, ma mi bastò pensare a cosa mi aspettava a breve che tutto passò in un nano secondo.
Simultaneamente a ciò furono tagliate le corde che mi legavano all'asta che mi teneva sospeso. Piombai a terra come un sacco di patate.
<<in 20 minuti ti voglio nei sotterranei>>
Iniziò il conto alla rovescia per la mia vera punizione.
In 10 minuti ero già pronto, con addosso solo uno straccio di lino che fungeva da mutanda, come quello degli schiavi nell'antichità, gentilmente offerto da Urd.
I restanti 10 minuti li impiegai per prepararmi psicologicamente a ciò che avrei subito nelle 4 ore a venire.
Allo scadere del tempo entrai nella sua "blackroom", a differenza delle nostre che avevano un aspetto confortevole, con pavimenti e pareti rossi, a richiamare lussuria e passione, la sua era invece completamente in pietra, fredda, illuminata da delle candele appese al muro. Il suo arredamento cambiava a seconda delle voglie del padrone.
Questa volta vi era solo un enorme ruota piazzata al centro della stanza e un tavolino con sopra una ballgag e un enorme manganello.
Già il nome blackroom era solo di facciata, quella era una vera e propria stanza delle torture. Ero sicuro che nel suo ripostiglio Urd avesse ogni sorta di macchinario da tortura, moderno e non. Ed ero altrettanto sicuro che nell'arco di questa settimana ne avrei sperimentati la maggior parte.
Ero ancora imbambolato davanti a quella ruota quando una voce alle mie spalle mi sussurrò all'orecchio.
<<allora ti piace quello che stai mirando? >>
Alle sue parole mi allontanai di scatto, un po' per la sorpresa ma soprattutto per paura. Nella sua voce era presente una strana nota, molto più sadica del normale.
La mia reazione non gli piacque per nulla e con una mossa fulminea mi bloccò al muro ringhiandomi contro.
<<non provarci mai più sottospecie di essere vivente>>
Con gli occhi serrati dal terrore annui impercettibilmente e deglutii tutta la bile che mi era salita in bocca.
Alla mia risposta mi afferrò per un polso e mi trascinò alla ruota iniziando a legarmici. Mi ritrovai con le braccia aperte a 45° sopra la mia testa come pure le gambe. A tenermi legato alla ruota non c'erano delle corde ma bensì delle spesse manette in ferro, strette talmente tanto da bloccarmi quasi la circolazione. Per ultima cosa mi ficcò in bocca la ballgag, allacciandomela dietro la testa.
<<sai questa ruota nel medioevo era usata per le esecuzioni pubbliche, il condannato era legato per i polsi e per le caviglie, poi con una mazza gli venivano rotte le ossa di braccia e gambe. Se il boia era caritatevole ti dava subito il colpo di grazia sullo sterno, se no venivi lasciato per ore o giorni esposto al pubblico a soffrire prima di essere ucciso. Invece se il tuo crimine non prevedeva la pena capitale il colpevole veniva legato alla ruota che poi veniva fatta girare per indurre nausea e vomito, se poi la rotazione era molto veloce e prolungata il suppliziato poteva soffrire di disturbi circolatori. C'era anche un'altra variante, ovvero il condannato veniva legato alla ruota lasciandogli parti degli arti a penzoloni, poi sotto la ruota venivano poste delle punte acuminate che andando in collisione con gli arti portavano il disgraziato a una morte per dissanguamento.>>
Urd aveva questo vizio di mettersi a fare lezioni di storia, le raccontava come se le avesse vissute veramente, prima di ogni sessione e lo faceva per incutere ancora più terrore nella sua vittima. Ogni volta ci riusciva benissimo.
<< io ovviamente non ti romperó nessun osso, mi servi integro, nei prossimi giorni devi sgobbare come un mulo. Ovviamente non metterò neanche spuntoni sotto la ruota, non ne ho la possibilità. In compenso ti farò girare talmente veloce da farti vomitare l'anima e per far si che questa tortura assomigli alla pena capitale di un tempo ti perquoteró fino a che non ci sarà più un lembo di pelle sul tuo torace senza un livido con questo fantastico manganello. Saranno 4 ore fantastiche>>
<<....ah e poi devo dire che quegli stracci ti donano Yuū-chan>>
Non mi lasciò nemmeno un attimo di respiro, partì subito a pestarmi.
La posizione in cui mi trovavo era scomoda, anche per il fatto che nel legarmi Urd aveva fatto in modo di tendere al massimo il mio corpo, con l'aggiunta del manganello fu la fine.
Il primo colpo arrivó dritto alla bocca dello stomaco, strabuzzai gli occhi dalla potenza con cui questo era stato sferrato. Un altro, meno potente, sulla mia clavicola, un terzo arrivó sul polpaccio. Andò avanti così per un po', tirando colpi a non finire. Le mie urla di dolore erano soffocate dalla ballgag, lacrime amare erano sfuggite al mio controllo e nel mentre le sue malate risate riecheggiavano nella stanza. Il mio corpo era già pieno di ematomi, ma lui non sembrava soddisfatto, però si fermò comunque, il mio respiro era irregolare, mi sentivo stordito.
Lo intravidi posare il manganello e avvicinarsi al meccanismo computerizzato che comandava la ruota.
In men che non si dica questa iniziò a girare, molto lentamente.
Questo suo ruotare era quasi snervante. Poi piano piano iniziò ad aumentare la velocità stabilizzandosi in modo tale che riuscissi a vedere la stanza intorno a me anche se in modo un po' sfocato. Una leggera nausea iniziò a pervadermi e non vedevo l'ora che tutto ciò finisse. Probabilmente erano passate un paio d'ore da quando il tutto era iniziato, quindi stavo girando con la ruota da un'ora più o meno. Ma erano tutte supposizioni.
Passo ancora del tempo, Urd mi osservava compiaciuto del suo lavoro svolto fino a quel momento.
Poi molto probabilmente si stufò io mi ero abituato all'andatura della ruota, così decise di aumentarla. Ora era come se fossi dentro una centrifuga. Sentivo il mio stomaco contorcersi.
Improvvisamente si fermò, in un colpo solo, il mio corpo subì l'effetto rinculo della brusca frenata, fece un male tremendo, intensificato anche dai numerosi ematomi già presenti su di me. La testa mi girava, letteralmente, ciondolava a destra e a sinistra, descrivendo tanti piccoli semicerchi.
Fui duramente riportato alla realtà da una scarica di forti colpi all'addome. Questa volta per l'ultimo round, si concentrò solamente sul mio busto. La potenza dei colpi andava sempre più incrementando e l'ultimo fu il più devastante. Arrivó dritto allo stomaco, il mio urlo di dolore squarció l'aria, ero sicuro l'avessero sentito per tutto il palazzo, nonostante fosse stato smorzato dalla ballgag, urlai fino a che non venni soffocato dal sangue. Già quel colpo era stato sferrato con una forza sovrumana, così forte da farmi sputare sangue. Questo colava dalla bocca mischiandosi alla saliva che già da un po' stava fuoriuscendo.
<<welcome to your personal hell, little demon>>

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