YA NO PUEDO MAS

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N.B. OVVIAMENTE i personaggi citati non mi appartengono, la storia è scritta per passione non per lucro e non vuole offendere nessuno.
Buona lettura,
Wyrd_



7 maggio 2018, Lisbona.

Secondo la legge di Murphy " Se qualcosa può andare male, andrà male" e per una persona pessimista come Ermal Meta quella era senza ombra di dubbio una verità assoluta. Erano passati pochi mesi dalla loro avventura sanremese, la canzone aveva riscosso un inaspettato successo già dalla prima serata e le persone avevano colto il messaggio. Stando alla logica sopracitata era necessario rischiare la squalifica, necessario per ricordarsi sempre di quanto il mondo possa essere infido e la felicità fuggevole. Poi era arrivata la vittoria, inaspettata aveva portato con sè un senso di soddisfazione forte e prepotente, come il bocciolo di un fiore nato nella neve e ora erano a Lisbona  insieme , pronti a debuttare davanti all'Europa.
Il volo era stato rapido e indolore, il trasporto fino all'hotel tranquillo e Ermal non potè trattenere un 'ci risiamo' scocciato quando, aperta la porta della stanza, si palesò la dura realtà : un errore di prenotazione, un solo letto e matrimoniale.

"Fabrì" chiamò con voce stanca " abbiamo un problema"

L'amico lo raggiunse e trattenne a stento una risata, se quello poteva definirsi un problema allora le cose andavano davvero nel verso giusto.

"Oh andiamo, come se non avessimo condiviso momenti più imbarazzanti" rispose facendo riferimento a tutti i baci spontanei e le carezze che si erano dedicati in pubblico durante il Festival.

"Come vuoi. Io dormo a vicino alla finestra allora”.

Fabrizio non riusciva ancora ad abituarsi ai repentini cambi d’umore del suo compagno, pochi minuti prima stavano scherzando sul taxi e ora eccolo là, affacciato al balcone ad ammirare la città e il tramonto. Lo vide sospirare e grattarsi la testa, gli occhi socchiusi e le mani unite come se stesse pregando, i pensieri sicuramente persi in qualcosa di più lontano e profondo.

“John Keats” disse Fabrizio raggiungendolo.

Ermal sussultò per quell’improvvisa intromissione nei suoi pensieri e portò lo sguardo verso l’amico, assunse un’ espressione confusa e sperò di essere abbastanza convincente perché Fabrizio se ne stava in piedi con la schiena al paesaggio, i riflessi del sole calante a colpirlo e inondarlo di luce, così forte e sicuro come un paladino impavido.

“ Non so se mi sorprende di più il paragone in sé oppure ” aggiunse l’albanese sogghignando “ che tu conosca la figura di Keats”.

“ Sempre così acido Meta e così superiore al mondo” rispose Fabrizio spingendogli la spalla con una mano per sbilanciarlo “ anche io ho una certa cultura” .

Ermal si alzò in piedi fronteggiandolo “ Oh me ne sono accorto, tranquillo, ma prenderti in giro mi diverte sempre”.

Eppure dentro non poteva dirsi più sconvolto, non solo perché Fabrizio aveva appena azzardato una similitudine tra lui e uno dei suoi personaggi letterari preferiti, ma perché l’aveva visto in difficoltà ed era accorso subito a distrarlo, perchè ora avrebbero dovuto condividere il letto e il bagno, perché…perché…perché c’erano ancora dei segni che non era pronto a mostrare a nessuno.

“ Dai rientriamo o prenderai freddo ragazzino” scherzò prendendolo per un braccio e riportandolo in stanza, ignorando l’irrigidimento iniziale che aveva percepito cogliere l’amico sotto la sua mano.

Dovettero interrompere il loro siparietto quando il cellulare di Fabrizio prese a squillare e Ermal non poté nascondere del tutto il groppo in gola che lo soffocava mentre guardava l’uomo accanto a sé parlare con i figli. Si obbligò a non ascoltare e colse solo qualche frase sconnessa “pensate voi alla mamma “ , “ mi mancate già” , “ siete sempre con me” e quando lo vide mettere giù proprio non riuscì a trattenersi.

“Avrei pagato perché mio padre fosse come te”

Si diede dello stupido, avrebbe dovuto tacere, non erano sicuramente cose da dire e non così, lanciate nel silenzio della sera all’alba dell’esibizione più importante della loro vita.
Fabrizio si voltò appena in tempo per vedere l'amico dirigersi a passo svelto verso il bagno e chiudersi la porta alle spalle. Poco dopo il rumore dell’acqua tolse ad entrambi la possibilità di capire cosa era appena successo.

Il vapore avvolse subito il suo corpo nudo e il calore lo assalì con la stessa dolcezza delle coccole premurose di una madre. Quando passò ad insaponarsi i capelli e sentì finalmente nelle ossa la stanchezza del giorno, non riuscì a trattenere la malinconia. Succedeva di continuo, la sera era il momento in cui si sentiva vulnerabile e solo, quando i demoni del passato venivano a cercarlo per sopraffarlo e lui in quel momento si sentiva davvero fuori luogo. Il panico per la loro esibizione lo stava lentamente assalendo, nella stanza accanto sicuramente Fabrizio aspettava delle risposte per il suo atteggiamento scostante e, Dio, Fabrizio era così bello, così uomo mentre lui era troppo magro, troppo pallido, troppo rotto dentro per meritarsi tutto quello.

Iniziò a canticchiare mentre si obligava ad uscire ed affrontare tutto a testa alta. Era sfuggito a cose peggiori e aveva fatto tanta strada dal ragazzino spaventato che era, adesso era il momento di prendersi la sua rivincita sulla vita.
Così, avvolto solo dall’asciugamano in vita, i capelli gocciolanti e appesantiti dall’acqua, si costrinse a varcare la soglia della stanza e prendere di petto tutto quello che sarebbe arrivato.
Non aveva previsto di trovare Fabrizio svestito e addormentato sul letto però. Trattenendo a stento un sorriso, recuperò dalla valigia un paio di boxer e una t-shirt e dopo averli indossati si stese accanto al compagno. Lo vide aprire un occhio e sbuffare, prima di trovarsi bloccato nel suo abbraccio caldo e sentire ogni parte del suo corpo seminudo premere su di sé.

“Lo so che pensi di dovermi delle spiegazioni” iniziò a dire il romano, il fiato caldo che si scontrava con la pelle del suo collo “ ma non devi” concluse sollevandosi sulle braccia e cercando il volto di Ermal.

“ Io ti ho scelto così come sei, con il tuo passato misterioso, le tue cicatrici e le tue stupide paranoie. Ho scelto i tuoi silenzi, le tue occhiaie e i tuoi demoni perché ho sentito che parlavano alla mia rabbia, al mio tormento e li placavano. Ho lasciato la mia compagna non perché volevo prendermi cura di te, ma perché tu sei l’unico che può salvarmi” concluse Fabrizio sorridendo dolcemente.

Ed Ermal si sentì finalmente a casa, protetto da un uomo che aveva saputo guardare oltre i suoi modi irriverenti e ai suoi muri, che aveva aspettato i suoi tempi senza forzarlo, che lo guardava adesso in quel letto come un bambino guarda una caramella.
Fabrizio era il padre che avrebbe voluto avere,  ma era il compagno che aveva e che meritava e questo valeva più dell’infanzia perduta.



Angolo di Wyrd_
Ciao a tutti! Sono nuova di Wattpad quindi non so bene come si usa e si pubblica e spero di essere riuscita a non fare danni! Detto ciò, questa è una piccola cosa che avevo in testa da un po', in realtà ne ho tipo tre o quattro versioni diverse in mente, ma ehi almeno una doveva vedere la luce. Spero vi sia piaciuta  e qualora la vedeste anche in altri siti sotto il nome Wyrd_ sono sempre io, in casi contrari avvisatemi. Mi farebbe piacere sapere che ne pensate.
Per il resto vi lascio con l'augurio di una buona notte e di un bacio,
Wyrd_

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