20.

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Aveva la vista offuscata; poco prima, il suo amico e compagno di nazionale, Àlvaro, era corso da lui. Neanche sul campo lo aveva visto così malconcio; era sudato, aveva il fiatone e le lacrime agli occhi.
Marco non capiva cosa fosse successo. Gli diceva di stare calmo, di respirare, ma Àlvaro era disperato, non riusciva a parlare.

Poi aprì la bocca e una fitta al petto fece cadere a terra Marco.

Si sentiva morire dentro, gli mancava il respiro, la testa cominciava a girare. Con l'aiuto di Àlvaro, si alzò e barcollante raggiunse l'uscita del bar in cui si stava divertendo con qualche amico che era venuto a trovarlo da Mallorca. Àlvaro lo stava chiamando, cercava di fermarlo, ma Marco voleva solo correre, voleva solo raggiungere l'amore della sua vita.

Iniziò a correre, sbatteva contro le persone che incrociava, ma non curante continuava a farsi spazio tra la folla, senza fermarsi mai, con le lacrime che scorrevano sulle guance. Non poteva essere, non di nuovo. Non era pronto a dire addio ad un'altra parte della sua vita. Sei anni prima sua madre lo aveva lasciato. Ora non poteva essere giunta l'ora di Clara, non ancora.

Non era ancora il momento, non si sarebbe perdonato il fatto che l'avesse lasciata andare quel giorno sulle scogliere della sua amata isola. Lui la amava, come mai aveva amato qualcuno.

Non si era ancora fatto perdonare.

Non poteva lasciarlo.

Continuava a pregare che fosse ancora viva, che la sua Clara stesse respirando ancora.

Dovevano passare ancora troppi anni insieme, dovevano sposarsi, in Italia e poi passare la luna di miele in Argentina. Dovevano ancora avere dei bambini, chiamarli uno Paulo, come il calciatore preferito di lei, e l'altra Maria, come la madre di Marco.

Non poteva.
Non poteva lasciarlo veramente.

Quando arrivò all'ospedale di Madrid iniziò ad urlare il suo nome. Un'infermiera si avvicinò a lui chiedendo di calmarsi, ma lui non ci riusciva, lui voleva solo il suo amore vivo.

Dopo aver preso un profondo respiro riuscì ad articolare qualche parola, chiese di Clara, dove fosse e come stesse. La donna lo guardò per secondi che a lui sembrarono minuti. Era a conoscenza dell'accaduto, ma per legge non era tenuta a dare informazioni. Così si dileguò, ritornando poco dopo con un uomo con un'uniforme blu.

L'uomo poggiò una mano sul suo braccio.
-Mi dispiace.- sussurrò.





THE END.
(forse)

Non insultatemi, grazie.🙈❤

The Best Nightmare. | Marco AsensioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora