Arcobaleni di parole.

119 10 4
                                    

Mi capita spesso di stendermi sul letto, nella penombra della mia camera, con una coperta sulle gambe e un bel libro tra le mani. Assaporare parole nuove “un libro dopo l’altro, come polvere nella mia bocca o sabbia nella mia mente, nessuno aveva niente a che vedere con me o con quel che provavo.” (C. Bukowski) Un viaggio alla scoperta di emozioni forti e posti meravigliosi, quasi a renderti partecipe della vita di qualcun altro disposto a darti la possibilità di mettere in pausa tutto quello che ti circonda.

Ogni libro, unico nel suo genere, attrae il proprio lettore a sé come se esistesse un legame a unirli. Guenassia scrisse: “Nella lettura c’è qualcosa d’irrazionale. Si fiuta si annusa il volume, ci si domanda se vale la pena passare del tempo in sua compagnia. Un libro è un essere vivente.” come un animale domestico capace di tenerti compagnia nella solitudine e da dover curare con dedizione come se fosse qualcosa di raro e prezioso.

Piccolo oggetto complice di grandi sentimentalismi o crudeli verità.

Penso, alle volte, che un determinato libro possa donare più consolazioni di un lungo abbraccio o una spiegazione migliore di quella che potrebbe dare l’amico più fidato se letto in un momento preciso della vita perché, celato tra le righe di un corposo volume vi è sempre un autore che dona un velo di speranza e comprensione al suo lettore. Quasi come se lo conoscesse da tutta una vita, mette a nudo i suoi personaggi adattandoli perfettamente alla vita quotidiana di tutti, così, quasi come per magia, quegli stessi personaggi sembrano capire tutti i finti sorrisi e le risa trattenute di chi legge.

L’immedesimarsi nella vita di qualcun altro impartisce più insegnamenti di qualsiasi libro scolastico o documentario della televisione perché leggere una storia che non sia quella scientifica o che non sia una sequenza di ricordi vissuti in passato, fa comprendere le emozioni provate dal protagonista in un modo quasi personale come se stessi vivendo in prima persona un determinato momento che qualcun altro ha inciso su carta. “La parola scritta m’ha insegnato ad ascoltare la voce umana.” disse Youcenar ed io penso ch’ella avesse ragione, come se leggendo libri si potesse aprire la propria mente verso qualcosa di nuovo e totalmente diverso da come lo si immaginava prima; per questo i grandi lettori, i “topi da biblioteca”, si riferiscono ai libri come se fossero persone fisiche, parti di uno stesso essere che la notte veglia su di loro e li ascolta respirare conducendoli lentamente verso una notte fatta di sogni e follie che solo loro possono comprendere. Cumuli e cumuli di carta rilegata che sussurra dagli angoli di vecchi scaffali impolverati o fondali di antichi cassetti sperduti creando melodie incomprensibili alle orecchie di chi non conosce la loro storia.

Per potersi immergere meglio in una nuova lettura bisogna, poi, essere capaci di catalogarli ciascun tomo e stabilire quale momento sia migliore per concedersi a esso perché, come diceva Kundera: “Ci sono libri per il giorno e libri che si possono leggere solo di notte.” Le diverse atmosfere e pensieri influiscono pesantemente sulla lettura e bisogna saper ponderare ogni dettaglio per poter assimilare la maggior quantità d’informazioni che un volume è capace di donare a chi è attento.

Penso quindi che leggere libri sia come camminare su di tanti arcobaleni di parole differenti, lettere ed emozioni sempre nuove, fatti di colori simili ma mai uguali.

Saggio breve elaborato in classe in due ore.

Ambito “Artistico – Letterario”

Leggere Libri.

Arcobaleni di parole.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora