Sono confusa.

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Mi sveglio, la stanza gira, o è la mia testa. Sono confusa come mio nonno quando qualcuno gli parla ma non capisce quello che dice perché ha perso di nuovo l’apparecchio acustico, e si limita ad annuire. Chiudo gli occhi, li riapro e vedo che sono seduta a terra vicino al gabinetto. Non so da quando sono chiusa qui dentro, credo di aver vomitato l’anima, o l’intestino, sono confusa, molto. Vicino a me c’è un elefante, ha un arcobaleno attorno. Cerco di abbracciarlo, non so esattamente perché, ma sta sorridendo in modo inquietante e ha una mannaia. Qualcuno apre la porta e grida. Riesco a capire che è un ragazzo e sta parlando con me credo.. Giro la testa verso sinistra e destra, a quanto pare ci sono solo io, Mr. Elephant è andato via.. mi mancherà quell’obesone multicolore.

X:Si, sto parlando con te –grida. – Fuori ci sono Tiffany e le sue amiche che si stanno picchiando, vieni!

J: Sire, dileguassi. – indicai con le dita di uscire fuori dalla porta.

X: Che? – se ne è già andato a vedere lo spettacolo delle mie ‘amiche’ picchiarsi.

Sono molto ubriaca, vorrei sapere dov’è finito il mio amico. Mi alzo e vado verso la porta. Vedere Tiffany picchiare qualcuno è uno spettacolo, non lo puoi perdere. Tanto succede sempre così con le sue amiche, ad ogni festa. E la mattina dopo le vedi ridere e abbracciarsi. Prima di uscire mi giro, qualcuno mi sta guardando. Gli parlo e dico

J: Stai fissando me? Ah? Vuoi problemi amico? Ho un piede di porco nella borsa tesoro, non ho paura di usarlo.

X: è solo il tuo riflesso allo specchio…

Mi giro, è solo Niall che si sta gustando la scena divertito. Non potevo mica sapere che ero io riflessa allo specchio, chiunque avrebbe fatto lo stesso al mio posto.

J: Insomma, anche se ero io Mr. Elephant ha detto di non fidarsi, o di fumarsi, o ammazzarsi, sono confusa.

Si mise a ridere capendo il mio stato di rincoglionitaggine, sempre che si possa dire così.

N: Dai su, ti aiuto.

J: Sto bene, ho tutto sotto controllo. – Mi guardo allo specchio, ho due mani, due gambe, due occhi. Mi giro, ho un culo niente male.  Faccio qualche passo e vado a sbattere contro il muro, Niall mi dirige verso l’uscita.

N: Certo, però quella non è la porta.

J: Lo sapevo, era solo una… prova, si una prova.

N: Vabbene, andiamo.

Faccio altri passi e vado a sbattere di nuovo.

J: Minchia Niall, hai detto che mi aiuti. Non vedi che sono messa peggio di Tiffany quando mangia quelle barrette dietetiche al latte di capra montagnola che fa ciao a Heidi?

N: Cazzo Jo, hai detto che avevi tutto sotto controllo!

J: Minchia Niall, siamo culo e camicia, dovresti saperlo ormai che le uniche volte che lo dico sono più ubriaca di te dopo l’Oktoberfest.

N: Cazzo Jo, hai detto una cazzo di verità.

J: Niall?

N: Eh?

J: Sei più ubriaco di me vero?

N: Può darsi

J: Bene, molto bene.

-Mezzora dopo-

 J: Vai Tiffany! Melany pensa che pesi 50 Kg, picchiala! – grido verso la massa di corpi di ragazze che si stanno picchiando nonostante hanno paura di spezzarsi un unghia, minchia che coraggio gente, altro che Bear Grylls.

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