Me ne andai sul ponte, sperando di non distruggere niente nel mentre che passeggiavo.
Non amavo particolarmente il movimento oscillatorio della barca, e con il pessimo equilibrio che mi ritrovavo, decisi di camminare attaccata alla ringhiera senza sembrare un'ubriaca sul punto di collassare. Arrivai alla punta di prua e mi trovai davanti uno spettacolo mozzafiato: il sole stava tramontando tingendo di un rosa acceso il cielo e andava man mano sfumando verso un arancio morbido fino a concentrarsi in una piccola porzione di sole ancora sporgente sul pelo dell'acqua. Iniziai a perdermi nei miei pensieri, iniziai a vagare con la mente e pensare a tutti quei significati che venivano attribuiti ad uno spettacolo così bello; per ogni cultura c'è un significato diverso, positivo e talvolta negativo. Ho sempre cercato qualcosa aldilà di quello che i miei occhi potessero vedere, come se non mi fosse mai bastato questo mondo. Come se avessi sempre avuto bisogno di sapere che oltre la patina offuscata creata dall'uomo, per dare spiegazioni scientifiche quanto banali, ci fosse dell'altro. Era qualcosa di cui non riuscivo a farne a meno, come se per me fosse stato più ovvio attribuire una spiegazione del genere ad un avvenimento, che accertarne le banali cause umane.
Riflettendo sulla proposta della professoressa, non mi resi conto subito che seppur incazzandomi, avevo accettato senza impegnarmi più di tanto a contraddirla. Era, si, una carognata impormi una ricerca del genere proprio mentre stavo sotto tesi, ma percepivo una strana agitazione che andava oltre l'ansia da prestazione; avrei messo in discussione il mio modo di vivere, il mio modo di pensare.
Per assurdo avevo iniziato a pensare ''se esistessero davvero gli inferi? Ade? Se ci fosse davvero un ingresso posto sotto il naso di tutti e nessuno se ne fosse mai accorto?'' ma allo stesso tempo se nulla di tutto questo fosse mai esistito, allora sarebbe voluto dire rimettere in discussione quello in cui credevo.
''cos'è vuoi giocare a Rose e Jack?'' persa nei miei pensieri lo sentii come una voce lontana ''come?'' mi ridestai dal mio stato trans cercando con gli occhi quello che mi era sembrato Simone; ''ho detto vuoi giocare al Titanic?'' mi ripetette a un soffio dall'orecchio quasi sussurrando provocandomi dei brividi lungo la schiena incastrandomi con le sue braccia vicino la ringhiera. ''hai... coraggio ad avvicinarti così a me dopo che ti ho quasi cavato un occhio '' ribattei cercando di recuperare un po' di lucidità persa per la sua vicinanza troppo... si insomma era troppa!
''mmm... evidentemente non mi basta come prova della tua pericolosità'' ''ah... '', non riuscendo a formulare una frase di senso compiuto lo sentii ridere con un tono basso e gutturale facendomi vibrare insieme al suo petto attaccato alla mia schiena ''tranquilla Tabitha non ti mangio mica'' disse staccandosi da me strizzando un occhio Dio che vergogna! Facendomi andare in ebollizione.
''va bene bambinetta andiamo a mangiare?'' disse controllando l'orario sul cellulare ''a pranzo non abbiamo mangiato nulla!" ''ok ma credo che oltre a pizza e panini non ci sia nulla'' risposi pensierosa ''non importa quando arriviamo andremo a svaligiare il ristorante più vicino al nostro recidence!" ''e io che pensavo fossi un tipo fissato con la dieta'' lo presi in giro guardandolo di sottecchi ''tu dici? Secondo te uno che si mangia le bombe alla crema a colazione è fissato con la dieta!? E poi cosa ne sai, mica mi hai guardato! Giusto?'' rispose indicandosi dall'alto in basso con un sorrisetto malizioso '' mmma ... ma che dici! Era per dire! Si insomma non sei grasso ma neanche tutto sto' granchè !'' ribattei viola dall'imbarazzo ''mah, se lo dici tu!" disse sghignazzando e facendomi strada verso il bar all'interno della nave.Il bar come previsto non era fornito se non di patatine imbustate e qualche altro snack, così gli proposi di mangiare qualcosa in camera dalle scorte che mi ero portata; per il quantitativo di cibo che avevo avremmo sfamato tutta l'imbarcazione, equipaggio compreso!
''Bene, scegli! Parmigiana di melanzane, zucchine ripiene, o tortiera di pollo e patate?'' intanto tiravo fuori i piatte le posate i bicchieri e una bottiglia d'acqua presa al bar; ''ahahahah ,oddio, se mi avesse colpito una di queste non mi sarei arrabbiato'' indicando le varie ciotole che avevo tirato fuori ''mmm vada per la parmigiana!'' aggiunse subito dopo. Dopo una buona mezz'ora sazi e soddisfatti riponemmo tutto a posto, e decidemmo di andare a dormire. Simone mi lasciò via libera per usare il bagno, così mi portai il beauty case con me dove dentro ci avevo lasciato il pigiama; dopo una doccia di rilassante andai a prendere il pigiama nel mio beauty e ... non c'era.
lo svuotai sul pavimento, iniziai a lanciare in aria tutto a casaccio fino a quando non mi passò per le mani una specie di camicia da notte striminzita nera praticamente trasparente che somigliava a quella che Claudia voleva farmi....Claudia! finalmente mi venne l'illuminazione: quella stronza mi aveva tolto il pigiama e la biancheria comoda; le mandai un semplice e chiaro messaggio: TI AMMAZZO!
Cosa avrei dovuto fare? Uscire con quella roba addosso? Non se ne parlava nemmeno! Così decisi di mettermi la biancheria e un asciugamano legata al seno per andare la borsone a recuperare una tuta, aprii la porta come se fossi stata una ladra e sgattaiolai il più velocemente possibile verso il letto per cercare il borsone , che ovviamente, non trovavo. ''E' sotto il letto'' mi rimbeccò Simone che stava steso sul suo letto a torso nudo con il laptop sulle gambe ''ah....grazie'' risposi degluttendo davanti a quella visione fatta di muscoli non troppo esagerati e pelle ambrata '' hai finito di farmi la radiografia?'' mi riprese con un sorrisetto che voleva dire ti ho beccata!; ''non ti sto facendo nessuna radiografia stavo solo pensando!'' ''mmm allora ti concentri molto quando pensi e soprattutto diventi bordeaux'' ''uff smettila!'' lo rimproverai battendo il piede a terra per rimarcare il concetto.
Mi abbassai per prendere il borsone e mi misi a cercare nella speranza di non essermi dimenticata anche la tuta ma non la riuscii a trovare, così optai per una maglietta extra large e un paio di pantaloncini.
Quando mi rialzai trovai Simone intento a fissarmi con la testa inclinata di lato come se stesse cercando di capire qualcosa che non gli era chiaro ''che c'è?'' gli chiesi guardandomi dietro pensando di avere qualcosa che non andava ''no è che... cioè stavo cercando di capire se era pizzo o raso '' ''ma cosa? Non ho capito '' ''il tuo slip!'' ''ma che diavolo stai dicendo!'' gli gridai dietro serrandomi di più nel mio asciugamano ''non è colpa mia, ma ti sei messa piegata in quella maniera, cosa credevi che non si sarebbe notato il tuo culetto mezzo scoperto con quel tanga... tanga, giusto? Striminzito, a coprirti! Che cavolo sono pur sempre un maschio!'' si giustificò ridendo e gustandosi la mia reazione che altro non fu che lanciargli una ciabatta a filo della testa. Così me ne andai a passo di marcia nel bagno a finire di cambiarmi e lavarmi i denti, mi legai i capelli in una crocchia disordinata e presi, poi, la mia crema al cocco e me ne misi una piccola porzione su viso e collo; quando la porta si spalancò e vidi nel riflesso dello specchio Simone poggiato allo stipite della porta che mi fissava ''principessa ha finito? È un'ora che sta in bagno e vorrei lavarmi anch'io!" disse deridendomi ''non si usa bussare? Comunque si vai pure ho finito!'' e mi girai per uscire quando mi afferrò per un polso e si avvicinò pericolosamente al mio collo annusandomi ''mm cocco?'' ''ehm si '' gli risposi guardandolo con gli occhi sgranati ''credo che diventerà il preferito'' mormorò, facendomi un sorriso sbilenco chiudendomi la porta in faccia e dichiarando il mio blackout celebrale.
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TABITHA
Ficción GeneralUna tesi di laurea da scrivere, piani completamente scombinati, un mito da confermare o sfatare. Tabitha ha 25 anni, una smoderata passione per l'archeologia e la storia greca antica, ma una professoressa della sua facoltà, nonché relatrice della su...