Cadono gocce di sangue dai petali di questa rosa sfiorita, donando alla neve sottostante, sfumature vermiglie. Il colore rosso del fiore fluisce in queste lacrime cremisi, rendendolo pallido e vecchio.
Il calore del sangue, minaccia il gelo della neve: una fantastica guerra è in atto. Queste singole lacrime che invano, cercano di sovrastare il freddo di quel candore. Inutile.
Il gelo ingerisce il fievole calore. Lo svuota di tutto il suo essere, fino a farlo scomparire completamente.
Mentre il fiore muore, piangendo lacrime vermiglie, un vento gelido e pungente, lo priva dei petali oramai completamente morti; quei petali senza più un'unica traccia di colore; quei petali senza vita, senz'anima.
Volano in un vortice smorto. Dall'unione della trasparenza del vento incalzante ed il pallore dei petali estinti, nasce una melodia silenziosa, spenta. Un ululato quasi impercettibile regna sovrano in questa bianca landa.
Della rosa è rimasta solo la corolla. Tutto il resto è stato portato delicatamente via.
Il fiore si adagia sulla neve macchiata di sangue, come un uomo inerme giace sul suo capezzale.
E così anche il fiore più bello, rimase vinto dalle intemperie più burrascose.