#Day 5 (2/2)

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Haruka praticamente si congelò sul posto durante il racconto di quello che era accaduto.
Decidemmo di dire ogni singola cosa, compresa la bomba. Alla fine, era giusto che lo sapesse anche lei.
La sua faccia era impassibile, ma conoscendola, non era così dentro di lei.
Infatti, apparentemente la prese in maniera fin troppo calma, per com'era fatta lei, ma praticamente implorò Luciel di non andarsene fino all'alba, ma questo lui sembrò averlo già messo in conto.
L'unica cosa che fece, fu scendere per qualche minuto e tornare nell'appartamento con due buste piene di patatine e Dr. Pepper.
‹‹ Ne ho sempre un po' con me... sai, in caso di necessità ›› fu l'unica cosa che disse, appena vide la mia faccia incuriosita ‹‹ e, comunque... ce n'è anche per te ›› aggiunse.
Chiaramente, lasciarlo da solo era fuori discussione, per cui trascinai nel salotto delle coperte per improvvisare un letto sul divano, e una per coprire lui.
Non dormii, ma lo guardai lavorare in totale silenzio, così da lasciarlo concentrare.
Certo, indubbiamente l'idea di essere ignorata in quel modo non mi faceva impazzire, ma sapevo che stava lavorando a qualcosa di importante, e non volevo distrarlo.
Ma quella notte nessuno dormì. Haruka non aveva fatto altro che guardare video su internet, ad un volume così alto che, nonostante la porta fosse chiusa, riuscii a sentire ogni cosa.
La presenza di Luciel in casa era ottima, dava più sicurezza che averlo dietro un computer a chissà quanta lontananza dall'appartamento.
Probabilmente, il discorso sarebbe probabilmente cambiato una volta che lui sarebbe andato via.
Durante la notte, approfittai per parlare un pochino con V. Almeno, per qualche attimo...
Era troppo tardi, non potevo pretendere che rimasse sveglio per me.
La cosa che notai, e che rimproverai a me stessa, fu la mia freddezza nel parlargli. La sentivo addosso come l'inverso, ma non riuscivo a cacciarla via. Sì, certo, capivo bene la situazione... Luciel era stato cristallino al riguardo, ma... perché V sapeva certe cose?
Perché si comportava in quel modo?
Anche mentre parlavamo, sembrava... strano. E dentro di me continuavo a sentire una voce che diceva chiaramente che lui nascondeva qualcosa.
L'indomani mattina, la chat prese vita da fin troppo presto, ma nonostante sentissi la vibrazione continua causata dai messaggi, decisi di ignorare il telefono.
Preferivo guardare Luciel e quello schermo nero con le scritte verdi. Codici binari.
Lui scriveva, leggeva, cancellava... era come leggere un libro, per lui. Non riuscivo a non pensare a quanto fosse incredibile, il piccolo genio della RFA.
Poi, dopo l'ennesimo squillo del suo cellulare -uno dei due poggiati sul tavolino-, Luciel sbuffò e tirò indietro la testa, afferrandolo.
Sembrò essere particolarmente infastidito da qualcosa ed io vedevo chiaramente lo schermo del cellulare, e mi venne istintivo sporgermi un pochino nella sua direzione.
‹‹ Che succede? ››
‹‹ Haruka a quanto pare ha inondato Jumin di messaggi, ieri notte ››
‹‹ Si sta lamentando in chat comune? ›› scivolai volontariamente giù dal divano, per strisciare verso Luciel, che vedendomi arrivare mi porse il suo telefono.
Certo, potevo prendere il mio, ma avrebbe significato unirmi alla chat ed in quel momento non ne avevo voglia.
Mi sedetti accanto a lui, raggomitolandomi nelle coperte e prendendo il suo telefono
‹‹ No ›› rispose, mentre leggevo i messaggi precedenti.
Jumin non si stava lamentando dei messaggi di Haruka, ma del loro contenuto.
E no... non ce l'aveva con Haruka, ma con Luciel.
Aveva parlato con lui, durante la notte, egli aveva raccontato ogni singola cosa detta da Luciel. Dall'appartamento all'hacker, e questo lo aveva fatto alterare.
Luciel aveva accennato anche a V, mentre parlava con Haruka, ma lei non menzionò anche l'uomo... o meglio, Jumin non ne parlò quindi diedi per scontato che non venne nominato.
Luciel sospirò in modo frustrato e poggiò una mano sulla fronte, massaggiandosi le tempie.
Non avrei mai immaginato di vederlo in quel modo, e mi vennero i sensi di colpa a pensare che anche io, poche ore prima, lo avevo attaccato in quel modo.
‹‹ Luciel... ›› mormorai, prendendogli la mano. S'irrigidì un attimo, e postò l'altra dalla fronte per rivolgermi lo sguardo ‹‹ lascialo perdere, no? ››
‹‹ Il punto è che ha ragione ›› ritrasse la mano, ispirando di nuovo.
Sì, Jumin aveva ragione riguardo al fatto che stare nell'appartamento attualmente era qualcosa di inconcepibile. Perché, sì, alla fine il nocciolo del discorso fatto da Mister Han era proprio quello... ma cosa potevamo fare?

Jumin's RouteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora