1 Capitolo

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Ci siamo appena trasferiti a Cambridge.
Tra qualche giorno inizierò l'università proprio qui. La facoltà di medicina é l'ambito in cui ho sempre aspirato, perché sin da bambina sognavo di diventare un giorno, una dottoressa affermata e una donna in carriera.
Dopo molti sacrifici nello studio, ricevere la lettera di ammisione, ha scaturito in me, una grande emozione, ma soprattutto la consapevolezza di credere in me stessa nonostante le avversità.
Dimostrando le mie capacità, a coloro che non facevano altro  se non puntare il dito nei miei riguardi, sostenendo con ostinazione in un mio insucesso.

Arrivata alla casa cui mamma ha trascorso la sua infanzia e che mi raccontava da piccola, ho notato con gioia la mia vecchia altalena e il bellissimo giardino arricchito da varie rose di diverse cromie, che nonna Grace ha sempre curato con devozione.
Tutti ricordi che da bambina  ho conservato, e che osservando l'ambiente circostante sono riemersi dai meadri del mio oblio, in particolare il giorno in cui mentre mi dondolavo dall' altalena e sono caduta sbucciandomi le ginocchia. Aperta  la porta di casa, con gran fatica sono riuscita a trasportare le valigie al piano di sopra.
La stanza di mia madre si presenta con un immenso sentore di legno mixato a lavanda, profumo che ha accompagnato la mia tenera età e che ancora adesso possso sentire sulla pelle.
Il letto a baldacchino, con semplici tendaggi bianco lino circondano il letto, lo stesso letto in cui  mi rifugiavo durante i temporali, abbracciata e protetta da mamma e papá, e il mio imancabile migliore amico di peluche Jimmy.

Svuoto la valigia velocemente, riponedno il vestiario nell'immenso armadio in faggio.
Dopo aver sistemato, mi butto di peso sul morbido materasso, trascorrendo il tempo a chattare con le mie amiche.
L'istante passa in fretta, giungendo così, all'ora di cena.
"Tesoro é pronto, scendi giú!"
Le pietanze disposte al mio volere, aumentano l'appetito, facendomi terminare in modo vorace il pasto.
Finito il tutto,  deposito le stoviglie sporche nel lavello, augurando la buonanotte a mia madre e salendo in camera per coricarmi.
Indossato il pigiama e lavato i denti, Morfeo mi accoglie in poco tempo tra le sue possenti braccia.

Il suono della sveglia disturba la mia quiete, ridestandomi dal dormiveglia.
L'ansia del primo giorno in università, non fa altro che deconcentrarmi.
Mi dirigo in bagno, il mio riflesso nello specchio non è dei migliori.
Le occhiaie accentuate, il pallore cadaverico e le imperfezioni del mio viso, marchiano la stanchezza.
Mi sciacquo il viso, e lavo i denti.
Torno in camera optando per una maglia blu elettrico, pantaloni avita alta, abbinate alle mie all star bianche. Esco fuori caricandomi di coraggio, per puntare il passo verso l'università.

L'immensa struttura si presenta ai miei occhi più grande che mai.
Il piazzale immenso ospita i numerosi studenti.
Mi faccio avanti, distrattamente urto qualcuno e rossa in viso domando scusa. Tra l'imbarazzo e la fretta raccolgo i libri sparsi sull'asfalto, aiutata della persona in cui mi sono imbattuta.
Alzo il viso e sorrido ringraziando nuovamente il mio soccorritore, ma il sorriso mi muore sulle labbra quando le mie iridi puntano le sue, quelle pozze azzurre cristalline che ancora adessso uccidono la mia autostima.
"Oh mio Dio!Ricomincia l'inferno."

Allora ragazze/i! Ho modificato il primo capitolo.
Rileggendo con attenzione, ho trovato il tutto sgrammativcato e con enormi errori di battitura. Vogliate scusare la mia negligenza. Spero che la nuova riveduta possa piacervi! Grazie di tutto!

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 01, 2018 ⏰

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La mia vita: tra odio e amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora