Capitolo 6

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Parcheggiai la macchina dentro un vicolo poco illuminato, su cui stranamente sporgevano diverse finestre degli appartamenti soprastanti. Quando arrivai davanti la SIS vidi che Louis mi stava aspettando sotto il grande porticato di marmo bianco, battendo ansiosamente un piede sul pavimento liscio dell'entrata. Quando finalmente mi vide, tirò un sospiro di sollievo. Eppure non era passato molto tempo da quando mi aveva chiamato avvertendomi della situazione alquanto tragica.

<si può sapere dove eri finito?> mi chiese mentre entravamo frettolosamente all'interno dell'immenso edificio <pensavo ti fossi perso per strada, Harry.> Lucy alla reception ci fece un cenno di saluto con la mano ed io ricambiai volentieri. Avevo avuto modo di conoscere bene anche lei e dovevo ammettere che non mi era affatto dispiaciuto quello che aveva fatto per me. Louis sembrava piuttosto ansioso di mostrarmi quello che mi aveva accennato per telefono. Le é stata squarciata la gola. Aveva detto il mio compagno di avventure mentre acceleravo il passo verso il parcheggio del vecchio college.

All'inizio pensavo fosse un semplice taglio orizzontale che le percorreva la gola da destra verso sinistra ma, quando vidi la povera ragazza dai lunghi capelli castani, capii che era stata torturata a fondo e chissà per quale assurdo motivo. Aveva i polsi legati dietro la schiena, i capelli castani erano sporchi di sangue e sul suo viso si poteva ancora notare un'espressione di terrore, che poche volte avevo visto sui volti di persone martoriate allo scopo di sapere anche una minima informazione. Gli occhi della ragazza, ancora aperti e che celavano un bellissimo color cioccolato con delle pagliuzze d'oro a sfumarlo, esprimevano un'emozione a me sconosciuta. Sembravano voler implorare pietà, una pietà che non le era stata concessa. A volte si dice che negli occhi dei morti é celata la loro fine, impressa nella loro retina e segreta al resto del mondo tranne che al cadavere stesso.

<il cadavere è stato trovato qualche ora fa, Harry.> mi informò Louis mentre osservavo attentamente il corpo esanime della fanciulla.

<Quanti anni aveva?> chiesi con voce tremante, provando ad immedesimarmi nella ragazza e provando a capire la sua paura.

<Diciotto anni circa, non di più.> queste parole uscirono dalla bocca di Louis come fuochi impazienti di bruciare, si vedeva che fosse alquanto dispiaciuto per la morte della ragazza. Ma chi non lo era?

<Qual era il suo nome?> il labbro inferiore mi tremava, tanto da rendere quella domanda ancora più sussurrata e incomprensibile alle orecchie di Louis. Lo presi tra i denti per farlo stare fermo, immediato fu il sapore del sangue nella mia bocca.

<Non aveva un nome, Harry.> disse tenendo lo sguardo puntano su quella che sarebbe dovuta essere una normalissima ragazza, che conduceva la sua vita in pace ed armonia con il mondo circostante.

Non so per quale motivo ma quelle parole suonarono sorde alle mie orecchie. Non aveva un nome. Impossibile. Tutti noi abbiamo almeno un soprannome o un modo con cui gli altri possono identificarci, tutti noi abbiamo almeno un briciolo di identità. Ricordai quando da piccolo, la gente mi confondeva con mio fratello Edward. Ciao Ed, dicevano con noncuranza ogni volta che mi incrociavano in giro per le strade di Londra. Sono Harry, rispondevo irritato facendoli ridere. E ogni volta andavano via, sparivano. Li vedevo allontanarsi da me ridendo e bisbigliando parole a me sconosciute ma che anche a distanza riuscivano a trasmettermi una sensazione di odio nei loro confronti. Per loro non avevo un'identitá, non esistevo. O Edward o nessun altro importante per loro. E così, ogni volta che tornavo a casa, mi ritrovavo a sbraitare inutilmente verso quella persona identica a me, verso colui che mi aveva reso privo di un'identità. Perché per la gente lì fuori esisteva solo Edward. Harry era niente.

Puntai il mio sguardo altrove, lontano da quella povera ragazza, cercando di concentrarmi su qualcosa che non fosse quel minuto corpo martotiato. <Sicuramente era una senza tetto. Una prostituta o quant'altro. Abbiamo scoperto che frequentava il Symposium pub, era un'ottima cliente di quel posto da quanto ci hanno detto.> Louis si grattò la nuca, sicuramente desolato dalle poche informazioni che fossero riusciti a ricavare.

The two faces of dangerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora