𝐕

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"𝕿𝖗𝖆 𝖑𝖆 𝖇𝖔𝖒𝖇𝖆 𝖆𝖙𝖔𝖒𝖎𝖈𝖆 𝖈𝖍𝖊 𝖑𝖎 𝖋𝖆 𝖒𝖔𝖗𝖎𝖗𝖊 𝖊 𝖑𝖆 𝖕𝖎𝖑𝖑𝖔𝖑𝖆 𝖈𝖍𝖊 𝖓𝖔𝖓 𝖑𝖎 𝖋𝖆 𝖓𝖆𝖘𝖈𝖊𝖗𝖊, 𝖒𝖊𝖌𝖑𝖎𝖔 𝖑𝖆 𝖕𝖎𝖑𝖑𝖔𝖑𝖆

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"𝕿𝖗𝖆 𝖑𝖆 𝖇𝖔𝖒𝖇𝖆 𝖆𝖙𝖔𝖒𝖎𝖈𝖆 𝖈𝖍𝖊 𝖑𝖎 𝖋𝖆 𝖒𝖔𝖗𝖎𝖗𝖊 𝖊 𝖑𝖆 𝖕𝖎𝖑𝖑𝖔𝖑𝖆 𝖈𝖍𝖊 𝖓𝖔𝖓 𝖑𝖎 𝖋𝖆 𝖓𝖆𝖘𝖈𝖊𝖗𝖊, 𝖒𝖊𝖌𝖑𝖎𝖔 𝖑𝖆 𝖕𝖎𝖑𝖑𝖔𝖑𝖆. 𝕯𝖎𝖛𝖊𝖗𝖙𝖊 𝖉𝖎 𝖕𝖎𝖚̀. 𝕰 𝖋𝖆 𝖒𝖊𝖓𝖔 𝖗𝖚𝖒𝖔𝖗𝖊."













Oggi, 24 ottobre, l'aria a Springdale è più calma, il caldo non ammazza più i cervelli e non concede più sacrifici.
Oggi - sempre lo stesso fottuto giorno - la pioggia inizia a bagnare il tetto del bar senza nome e, quelli all'interno, sentono dei rumori fastidiosi che mandano i polmoni fuori corda.
Ci sono sempre quei tre là dentro e sempre alle tre, ovviamente le abitudini non si lasciano mai al caso.

"Oggi è il buon giorno?" Chiede Eva con una sigaretta in mano.

"Beh, oggi respiri?" Rotea gli occhi quella Eva senza mai staccarli per vedere se il colore persiste ancora. Mark schiarisce per bene la voce e sputa, tanto per togliere un po' di polvere.

"Il mio capo, pure sapendo i miei precedenti, mi arruolò nella guerra delle donne. Non credevo di meritarlo anche perché il mio curriculum non è dei migliori, ma decise lo stesso di nominarmi generale della mia fazione. Devi ben sapere che il nostro esercito era diviso in fazioni o gruppi, in base a come vuoi chiamarlo. C'era chi si occupava di far saltare teste, chi stava al chiuso e monitorava la scena e chi faceva finta di essere un militare." Smette di parlare per pulire un po' quello schifo che chiamava bocca. Lo invita a parlare con lo sguardo e, come se avesse del potere su di lui, ricomincia a parlare.

"Appena arrivai in Iran, i miei occhi non vedevano altro che polvere e morte. Nulla di nuovo, eppure fece effetto, credo. Fecero in modo, i miei superiori, che entrassi direttamente in azione insieme a Salvatore, vice generale. La prima cosa che vedi all'interno del capannone furono scrivanie fatte con i primi materiali trovati sotto terra e con computer più costosi dei loro anelli. Guardai tutto in meno di cinque secondi e, con grande stupore, mi soffermai su un gruppo di ben sei donna che stavano, rannicchiate, in un angolo ad aspettare che qualche mio collega le sfruttasse. Chiesi immediatamente il loro scopro e, ovviamente, ogni uomo aveva i propri bisogni e loro dovevano ringraziarci per averle salvate."

"Hai mai picchiato quelle donne?" Domanda lo scricciolo.

"Con chi credi di parlare? Con un debole? Ovvio che l'ho fatto. Se posso difendermi, vorrei dirti che alla mia ex moglie ho solo tirato qualche pugno e costretta a fare sesso, cose ragionevoli in fondo.
Con Lauren, invece, era tutto diverso. Era vergine, in tutto, persino nell'amore." Conclude così questo antipasto di sangue e sesso.

"Per quale motivo ti chiamano Mark "Lauren"? Azzarda, mordendosi l'interno del labbro inferiore.

"Non credi che alle 5 il cielo sia fantastico? Cambia discorso poiché ha paura di far emergere qualcos'altro, come un morto.

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Avete qualche idea su chi può essere questi morto? Fatemelo sapere eh.

𝐕𝐢𝐫𝐠𝐢𝐧 𝐋𝐚𝐮𝐫𝐞𝐧Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora