Capitolo 16

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I ricordi del giorno e della notte prima, vorticavano nella mente di Lizzie procurandole il mal di testa così appena si svegliò oltre ad un caffè prese un aspirina.
Si accorse solo una decina di minuti dopo il suo risveglio che era in estremo ritardo.
"Merda" imprecò correndo per le scale. Non aveva tempo di farsi una doccia, perciò si lavò velocemente la faccia e i denti, e si mise solo un filo di mascara.
I primi vestiti che trovò furono un paio di Leggins grigio scuro, e una maglietta bianca con la scritta "Dream" rosa all'altezza del seno.
Si infilò un golfino rosa opaco, perche nonostante fosse quasi primavera faceva piuttosto freddo e un paio di vans nere.
Una volta pronta corse di nuovo per le scale guardando distrattamente l'orologio che segnava le 8:00 del mattino. La campanella era già suonata ed era impossibile che la professoressa Stacy la facesse entrare a lezione già iniziata. Perciò decise di prendersela più comoda, avrebbe dovuto aspettare comunque le 9:00. Prima di entrare in macchina quindi fece dietrofront e tornò in casa piazzandosi davanti alla tv.
- Mi sono svegliata tardi, entro alla seconda ora - scrisse sul gruppo che condivideva con i genitori, non per chiedere il permesso, ma per metterli al corrente.
Questo era uno dei motivi per cui non voleva iniziare una sorta di relazione con Derek. Lei era abituata, e le piaceva, non avere segreti con i genitori, avevano sempre parlato di tutto senza problemi. A volte sembrava che fossero più amici che altro. Non poteva non dire niente su una cosa così importante, soprattutto a causa di Derek e del suo rapporto con suo padre e con la sua famiglia in generale.
Sbuffò non trovando niente da guardare e prese il telefono per giocare a Tetris, il gioco la fece subito concentrare al punto che non sentì Derek dietro di lei, che si era alzato con molta calma.
"Tu che fai qui?" Lizzie sobbalzò facendo cadere il cellulare, che fortunatamente finì sul divano e non per terra.
Si voltò piacevolmente sorpresa da un Derek in boxer. Il ragazzo contrasse soddisfatto i muscoli del petto in un gesto che le ricordò molto The Rock.
"Mi sono svegliata tardi" confessò sentendo il sangue affluire alle guance quando pensò al motivo per cui aveva avuto bisogno di dormire di più.
"In quanto tuo professore non dovrei esserne felice, ma lo sono." Anche Derek aveva ben presente quale fosse il motivo di tale ritardo.
Il ragazzo fece un ghigno e poi se ne andò lasciando Lizzie imbambolata a fissare il suo corpo che si muoveva aggraziato.
Guardò nuovamente il telefono, che stavolta segnava le 8:30.
"Ok devo andare..." Mormorò non sapendo bene come comportarsi con Derek.
"Certo" le rispose lui senza guardarla.
"Certo" Ripetè Lizzie tra sè.
Uscì infilandosi la giacca, l'aria pungente le colpì fastidiosamente il viso.
Corse alla macchina per ripararsi dal freddo.
Girò la chiave, il motore fece un rantolo, sforzando di avviarsi, ma non si accese. Tentò un'altra volta e un'altra ancora.
"Eddai piccola, Lambo! Non puoi trattarmi così!"
La Mini Cooper sembrò ascoltare le preghiere della padrona, ma pur con un colpo secco all'acceleratore, non riuscì ad accendersi.
"Mi deludi." Sbuffò Lizzie schiacciando un tasto per aprire il cofano e uscire dalla macchina.
Si mise davanti al motore, con le mani appoggiate ai fianchi, cercando di comportarsi come un'esperta, nella speranza che in quel modo avrebbe avuto una specie di intuizione.
Purtroppo non si accese nessuna lampadina nella testa di Elizabeth, perciò chiamò il padre, non sapendo cosa fare.
"Ehi bimba, che succede?" Rispose al secondo squillo.
"La macchina non parte" si lamentò la ragazza tremante.
"Oh. Probabilmente è a causa del freddo, Lizzie."
Il motivo per cui l'aveva lasciata a piedi non le interessava molto. Voleva sapere come ridarle vita.
"E quindi..." lo incitò a continuare.
"Tesoro, non so come aiutarti in questo momento, devo andare ad una riunione, quando torno le do un'occhiata. Adesso chiedi a Derek se ti da un passaggio."
Lizzie non era contenta all'idea di stare da sola in uno spazio così piccolo con lui.
"Lui ha lezione più tardi."
"Non credo che gli dispiaccia farti un favore, infondo lo stiamo ospitando, sarà felice di aiutarti, ma se proprio non può, rimani a casa"
Il padre pensava di farla contenta, dandole il permesso di non andare a scuola, ma Lizzie non voleva che La Troia (nuovo soprannome di Susan) pensasse che era rimasta a casa a causa del loro litigio.
"Mmh adesso vedo. Buon lavoro" salutò il padre e prese la borsa e le chiavi dalla macchina per poi tornare dentro.
"Derek?" Urlò voltandosi verso le scale. Nessuna risposta.
"Derek?" Lo chiamò di nuovo. "Uffa!" Sbuffò quando dovette buttare la borsa per terra e correre su per le scale. Bussò alla porta del bagno, ma non rispose, perciò entrò nella sua camera da letto.
"Oh merda!" Urlò con rabbia quando lo trovò completamente nudo intento ad asciugarsi. Derek la guardò con la fronte corrugata troppo sorpreso per assumere la sua aria soddisfatta causata dallo sfoggio del suo fantastico fisico, nonché del suo fantastico pene.
"È possibile che la mia vita stia diventando un fottuto clichè su tutto? Potrebbe essere il mio secondo nome ormai."
Derek nonostante tutto rise e con enorme dispiacere di Lizzie si infilò un paio di boxer e una maglietta.
"Cosa c'è?" Le chiese mentre si abbottonava dei jeans alla vita ricordandole il motivo per cui l'aveva cercato.
"Ho bisogno di un passaggio... Lambo è morta, o per lo meno svenuta, ha bisogno di cure. Spero non sia una malattia grave. Non sopporterei di perderla abbiamo avuto così poco tempo insieme."
"Tu hai dei problemi" Lizzie scrollò le spalle con un ghigno e aspettò che Derek uscisse dalla camera per seguirlo.

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