23. Ti potrei dare un passaggio in moto

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La sveglia suona ripetutamente, tramutando la mia camera in un ambiente poco gradevole. Mi alzo e spengo l'aggeggio infernale. Mi strofino gli occhi e cerco di ripescare dalla mente ciò che devo fare oggi.
Devo vedere Robert in questura alle 11, stamattina dovrebbe andare lui a prelevare il figlio di Anita Penslow e portarlo in questura.
Bene, si prospetta un bel sabato...
Mi alzo dal letto e mi vesto velocemente con un abitino marrone a gonna ampia, ma non troppo, mi acconcio i capelli in uno chignon disordinato e prendo la borsa. Sono le nove e mezza ed è sabato, nessuno mi vieta di andare a fare colazione al bar. Esco di casa e mi chiudo dietro la porta, ancora cigolante...mi sono sempre dimenticata di farla riparare...non fa niente, ci penserò domani...
Guardo la porta in legno rosso davanti al mio appartamento. Sospiro e poi una forza misteriosa mi fa avvicinare al campanello. Il suono si diffonde dentro alle stanze e non passa molto tempo prima che Benjamin apra la porta.
È già vestito, deve essere in piedi già da un po', ma il suo sguardo è confuso.

"Mariline!"

"Ehm... sì, ciao..." Mi rendo conto che neanche io so perché ho suonato al suo campanello...

Devo trovare una buona scusa e in fretta. Non posso di certo dire 'hey, il tuo campanello mi attirava terribilmente, così ho suonato...' Mi prenderebbe per matta...

"Ehm...mi chiedevo se avevi voglia di uscire a fare colazione con me"

Bene, me la sono cavata brillantemente...

"... colazione? Sì... certo...ehm...prendo il portafoglio e arrivo."

Benjamin rientra nel suo appartamento imbarazzato, per uscire pochi secondi dopo con chiavi e portafoglio.
Scendiamo le scale uno dietro all'altra e ci immettiamo nella strada.
Iniziamo a camminare verso il billicafè.
La camminata si sta' facendo imbarazzante...devo inventarmi qualcosa di cui parlare.

"Alle undici devo essere in questura... pensiamo di aver trovato l'assassino..."

"Ah..." È l'unica cosa che riesce a dire.

"...penso che il caso sia collegato con il tuo furto..."

Lo vedo irrigidirsi "sicura?" Si ferma e mi guarda dritto negli occhi "in questo caso vorrei venire in questura con te, magari posso dare una mano..."

Lo guardo attentamente. Questa cosa gli interessa profondamente, ma...

"E poi...ti potrei dare un passaggio in moto..." Pronuncia la frase mezzo tra l'imbarazzo e il divertito.

***

L'aria sfiora prepotente le mie braccia che si tengono alle maniglie laterali della moto.
Benjamin guida veramente bene...deve essere una dote da ladro...
Ladro? È ancora un ladro? Non ci avevo mai pensato...eppure mi fido di lui...
Il veicolo si ferma. Siamo arrivati davanti a un edificio all'antica. Un grande portone in legno è incastrato in una parete decorata con uno zoccolo di pietra. Due alte colonne, su cui posano due statue di trombettieri, ci danno il benvenuto.
Benjamin scende dalla moto e lo stesso faccio io.

"Eccoci qui..." Dice togliendosi il casco.

Lo imito ed entro nell'edificio passando attraverso il pertugio aperto nel grande portone. Appena varco la porta vedo Robert accompagnato dal ragazzino di ieri.

"Ciao" Li saluto

"Ciao..." Risponde Robert guardando il  casco che tengo in mano con un'espressione confusa.

"Ciao" Benjamin spunta da dietro di me e l'espressione di Robert cambia.

In un primo momento sembra illuminarsi, poi arrabbiarsi e poi tornare confusa.
Bene... dovrò prepararmi a fare un bel discorsetto con lui...

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