Capitolo 1

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ORE 9:07
Sono di nuovo qui, nuovamente qui, sono passati ormai quattro mesi dal mio ultimo giorno in ospedale ma a quanto pare ci sono tornato, sono di nuovo qui.
Questa volta però qualcosa è cambiato, qualcosa è diverso, non sono collegato a nessun macchinario l'unica cosa a cui sono collegato è una flebo che dalle dimensioni e dal colore era probabilmente una post-sbornia non so il vero nome i dottori solitamente le chiamavano così.
Cerco di ricordare cosa era successo ma inutilmente, mi alzo dal letto e vado in bagno che si trova di fronte al letto.
A giudicare dal colore delle pareti e dalla disposizione dei mobili credo proprio di trovarmi al Presbyterian Hospital di Dublino.
Entro in bagno, faccio pipì (sembra essere infinita), Non appena finisco mi dirigo verso il lavandino, sciacqua bene mani e viso e a quel punto mi dirigo la mente verso il letto.
Noto una cosa che prima non avevo notato, accanto al letto una sedia, una sedia con un ragazzo addormentato su di essa.
Ora ricordo! È stato lui ad avermi portato in ospedale.
Presto inizia ricordare anche il resto della serata.

*FLASHBACK*

ORE 22:37
"Dusk Till Down" nelle cuffie, una messa e l'altra dentro la tasca superiore della giacca di jeans è che indosso nonostante sia agosto, dato che qui a Dublino fa sempre freddo.
"Una vodka" chiedo a Daniel, il barista del The Temple Bar.
"Arriva" risponde sempre molto gentile e sorridente.
"Due, e li metta sul mio conto" dice dall'altra parte del bancone un ragazzo probabilmente mio coetaneo, alto e dall'aspetto possente, con i capelli scuri che nonostante il cappello ben visibili.
Ha una felpa con la scritta Underground è una giacca di pelle.
"Grazie, ma posso pagarlo da solo" dico forse con un tono un po' acido.
"Non essere scontroso, accetta" mi zittisce avvicinandosi.
Decido di non fare lo scorbutico e accetto.
"Va bene, allora Daniel fai anche un Martini" ne approfitto io.
"Ci andiamo leggeri eh" cerca di iniziare a conversare il moro.
"Ci provo dai" ribatto.
La conversazione si estende e continua, come continua l'alcol.
"Devo andare al bagno" dico abbastanza sbronzo.
"Non ci andrai da solo, non ti reggi in piedi, ti accompagno io" dice lui e credo abbia ragione.
Vado per alzarmi e traballando mi avvio verso il bagno, con lui al mio seguito.
Arrivato lì inizio a sbottonarmi i pantaloni ma ecco che la mano del moro mi precede, mi gira e inizia un violento bacio mentre si spoglia e mentre spoglia anche me.
Siamo a petto nudo qui inizio a pensare, non è così che dovrebbe andare, non conosco nemmeno quest'individuo, non so nemmeno il suo nome, non sono cosciente di ciò che faccio, devo andarmene.
Mollo la sua presa, prendo i vestiti, non so quali, non ho fatto attenzione, forse i suoi, gli do uno schiaffo acido è lo mollo lì, solo nel bagno.
Esco anche dal bar traballando, me eccomi che cado, i miei ricordi di rimangono sbiaditi fino all'arrivo di un ragazzo castano tendente sul biondo, occhi chiari sul verde, poco più alto di me.
La sua voce che mi chiede se stavo bene, le sue mani che mi alzano da terra.

*FINE FLASHBACK*

Una sbadiglio si fa spazio nella stanza, è lui, si sta svegliando.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 08, 2018 ⏰

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