THE BEGINNING OF EVERYTHING - CHAPTER ONE
Alex Hamilton, diciotto anni, di Manchester.
Fidanzata felicemente da due anni, incinta da due mesi, sola da poche settimane.
In fondo era pur comprensibile, scappare dopo aver scoperto di aspettare un figlio da una ragazza che non ami è del tutto normale, non c'era da stupirsi. Eppure Alex aveva smesso di sorridere, aveva smesso di vivere. Un ragazzo che l'aveva abbandonata, la famiglia che la rifiutava, nonostante tutto lei era lì a veder crescere la pancia, giorno dopo giorno, mese dopo mese, tra un acciacco ed un altro, afflitta da pensieri troppo grandi, una ragazza costretta a vivere in una vita troppo complicata. Ma lei sentiva la sua ragione di vita scalciare nella pancia, muoversi, respirare ed aspettava. Aspettava un cambiamento, non sapeva bene cosa ma sentiva che le cose sarebbero cambiate e, a malincuore, prese una decisione. Maya sarebbe nata in pochi mesi e l'avrebbe data in adozione. -Devo garantirle una vita migliore della mia- diceva continuamente. E Alex l'avrebbe fatto, pur di morire dentro, lei le avrebbe detto addio.
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Quel pomeriggio era uno dei tanti pomeriggi nuvolosi di ottobre. Nonostante facesse caldo in quei giorni non si intravedeva neanche un raggio di sole. Ad Alex questo dispiaceva, lei amava il sole e, ogni tanto, grazie a lui si sentiva rinata anche in periodi bui come quello che stava affrontando. Ormai era arrivata al termine dell'ottavo mese e i primi doloretti non tardarono ad arrivare.
Sua figlia, Maya, sarebbe nata dopo poche settimane e Alex già percepiva la tristezza di quel dannato addio.
Seduta sul divano, la ragazza cambiava canale in cerca di qualcosa da vedere.Si era trasferita da pochi mesi ma già sentiva quella casa sua. Ristretta ma accogliente,due camere, un salone, una cucina e un bagno. Ciò che amava di più di quella piccola dimora era il giardino colorato che lei, nei primi mesi di gravidanza, era riuscita a trasformare. Uno steccato color bianco divideva lo spazio dalla strada e dal vicinato, all'interno del giardino piante colorate riavvivavano anche l'atmosfera cupa che si creava in giornate come quella.
Lei, però, nonostante i momenti belli passati in quei mesi, non poteva non pensare a ciò che sarebbe accaduto dopo la nascita della piccola. Fino all'anno precedente era sempre stata una ragazza felice, aveva tutto ciò che avrebbe mai potuto desiderare; un ragazzo, una famiglia perfetta, ottimi voti a scuola. Poi rimase incinta e in un attimo tutto quello su cui una diciottenne come lei poteva contare, svanì. Il ragazzo che tanto amava non accettò la gravidanza e scappò con la scusa del college, la famiglia, disdegnata da una figlia talmente irresponsabile, la cacciò di casa e dovette smettere di studiare. Riusciva a vivere solo grazie ai soldi che ogni mese i suoi genitori le mandavano, in attesa che partorisse, per poi iniziare a lavorare. Alex non si sarebbe mai aspettata una situazione del genere, proprio lei che era la ragazza modello, lei che non aveva mai deluso nessuno. Eppure era lì, sola, su un divano, a mangiare, cercando di dimenticare tutto. E in fondo ci stava riuscendo.
Alex dopo aver cambiato per l'ennesima volta il canale si accorse che in lei qualcosa non andava. Posò a terra il pacchetto di patatine e, legandosi i capelli, si distese. Con le mani delineò la sua panciona , sotto il delicato tocco delle sue dita sentì il piedino della piccola e sorrise. La sua espressione cambiò quando sentì l'ennesima fitta all'addome, tanto forte che si contorse in avanti dal dolore. Era ormai dalla notte scorsa che aveva fitte appena sotto la pancia e, quando sentì che il dolore era diventato più persistente, iniziò a preoccuparsi. Stava per accadere? Solo in quel momento riuscì a chiederselo. Non si sentiva pronta, era ancora troppo presto. Comunque, allarmata dalla situazione, prese da terra il telefono e digitò un numero.
Si trattava di Kyle, il suo nuovo vicino di casa. Era un ragazzo davvero educato, le era sempre stato accanto nei momenti in cui aveva bisogno, poteva chiamarlo addirittura amico, l'unico che le era rimasto. Viveva proprio accanto a lei, un ventenne che per arrangiarsi scriveva sul giornale locale in cambio di una misera paga. Il suo sguardo caldo riusciva ad accecare Alex che comunque non si lasciava andare in stupide cotte adolescenziali, anche se lei dell'adolescenza ricordava ben poco. Kyle rispose immediatamente al telefono, come se fosse gia stato programmato tutto quanto. Alex, cercando di mantenere tutta la calma possibile, gli disse di venire perchè non si sentiva bene. Appena la ragazza attaccò il telefono sentì la porta sbattere al di là della recinzione e in un attimo il ragazzo spalancò la porta aprendola con le chiavi di scorta che gli aveva concesso per le emergenze.