||•Mamma? E chi è?•||

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Tornata a casa prendo il cellulare e parlo con Docus e gli racconto tutto quello che è successo, quasi tutto. Al che divento anche triste del fatto che non posso dirgli anche di Gilles e degli sguardi secreti che cerano fra me e LUI. Nonostante ciò la notte finisce con me e lui abbracciati a farci le coccole e a dirci cose dolci. Mi addormento così fra le sue braccia con una cantilena che appena lui me la canta, mi addormento... 

La mattina dopo mi sveglio e la prima cosa che faccio ed è prendere il cellulare. Ci sono vari messaggi e notifiche , ma ciò che attrae la mia attenzione è quello di un ragazzo che ieri era con me nel gruppo, dove un infinità di sguardi si sono creati solo con lo scopo di vederli.  LUI mi aveva scritto, ma è ciò che mi ha scritto che mi fa rimanere perplessa.

  LUI mi aveva scritto, ma è ciò che mi ha scritto che mi fa rimanere perplessa

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E da quel giorno abbiamo cominciato a scriverci e a conoscerci... 

In famiglia la situazione sembrava pacata, ma come si dice: l'apparenza inganna. Una sera succede il caos. Mia madre sale su perchè mi ha sentito parlare e mi dice che si fa cosi? Cosi si porta rispetto? lì effettivamente ho sbagliato. Mi rimetto a letto con l'intento di dormire, ma sento lei dire a mio padre che io gli ho detto che la odio. In quel preciso istante, mi alzo e mi dirigo come un raggio giù dalle scale. 

*Io non ho mai detto che ti odio*

E da lì comincia un battibecco fra chi a ragione e chi no... Ma una frase fa scattare la iena che è in me. Comincio a raccontare a mio padre le frasi disgustose che mia madre mi ha detto. 

una mattina eravamo in macchina e mi stava accompagnando al pullman. comincia a parlare dicendo: * Ale devi sapere che non fai la ganza se ti baci CHIUNQUE!*

*Ma quando mai ho detto una cosa del genere? E quando mai ho fatto una cosa del genere? Solo perchè ho baciato un ragazzo stai facendo questi discorsi* 

*ora tu però devi pensare alla scuola, allo studio, alla tua carriera, non ai ragazzi*

*bha* 

scendo dall'auto la saluto e prendo il pllman. 

ritornando a quella sera, racconto l'accaduto a mio padre e in più gli racconto di quella volta che mi ha dato della puttana. 

Mia madre è impassibile. sta lì appoggiata al camino con un sorriso ebete da prendere a schiaffi per vedere se ancora sorriderà. 

*TU sangue del mio sangue, vieni e mi dai della puttana e poi per quale motivo? Per aver baciato un ragazzo? TU che mi hai cresciuto dentro la tua pancia e mi hai allevato così mi dici? E poi puttana si dice a chi si fa pagare per fare sesso ,o  chi la dà facilmente,oppure chi tradisce il proprio fidanzato. IO non ho fatto nessuna di queste tre cose quindi non ha nessun senso che tu mi dia della puttana.*

*Se te lo diceva una tua amica tu non avresti reagito così .Saresti subito andata a leccargli il culo.*

*NO, mamma! Ti sbagli! A una che mi da della puttana me ne sarei fregata perchè io so chi sono e poi quella magari non era neanche un amica era una zoccola più puttana di me ,se la dobbiamo dire tutta*

sta zitta e non commenta e mio padre dà ragione a me perchè non è giusto il termine che ha usato mia madre. Ma in quell'istante, si incazza, mia madre si arrabbia e parte in quinta per picchiarmi.

 Io sono una persona che non ha mai avuto paura del dolore, se non in faccia, infatti, mi paro sempre il viso. Avvolte, per dire tutta la verità, a me il dolore piace. SI sono un po' masochista. 

La incito con le mie grida

*VAI PICCHIAMI! PICCHIA LA PUTTANA CHE HAI IN CASA. BRAVA,BRAVA!*

Tutto ciò applaudendo e mio padre che si mette fra me e mia madre, ma lei si libera e mi graffia il collo con le unghie. 

Da quel momento le acque improvvisamente, da essere turbolenti e senza controllo, si pacano in un silenzio quasi imbarazzante

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Da quel momento le acque improvvisamente, da essere turbolenti e senza controllo, si pacano in un silenzio quasi imbarazzante. 

Non mi do pace. 

Non sono per niente contenta del comportamento di mia madre. 

*Non hai nulla da dire?* gli domando con un tono disprezzante 

*No! Perchè devo dire qualcosa?*

*Non ti penti di nulla? Sei felice così?*

*Di cosa dovrei pentirmi?*

*Bha, non lo so ... va bene io vado a letto* A queste parole mi dirigo verso le scale quando vengo fermata nell'udire: *Ma poi scusa tu ti sei mai pentita?* 

*IO mi sono sempre pentita ogni volta che facevo uno sbaglio. Tu invece mi prendevi per il culo dicendo che non devo avere quello muso che non devo fare la cittina. Non ti sei accorta anche in questi giorni come ero giù?*

*Ummmm... ma quando mai!*

A ciò mi stavo per arrabbiare davvero tanto, ma mio padre placca la mia ira interropendo questo emozione con una semplice frase: *Gea hai sbagliato. Non si offende. Non si dà della puttana. Questo termine si usa solo quando una ragazza si fa pagare*

<In quel istante sta per succedere la causa della rottura con il rapporto fra me e mia madre. Da quel giorno, da quella frase io non gli parlerò più.>

*POL, CHI HA DETTO CHE NON SI E FATTA PAGARE PER QUALCOS'ALTRO?*

Mi alzo dal divano, cammino verso camera mia senza dire una parola. Salgo le scale. Chiudo la porta e mi dimentico di avere una madre.  


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⏰ Last updated: Nov 09, 2018 ⏰

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l'inoccenzza di un sorrisoWhere stories live. Discover now