<signorina ackermann! Faccia attenzione prego!!> mi sgridò la prof.
Mi voltai dalla sua parte e feci una piccola smorfia di noia.
Mi capita spesso di rimanere incantata, a guardare quanto siano felici gli altri.Se ora sono come loro, è tutto merito di Carla e Grisha, i genitori di Eren.
I miei genitori morirono a causa di un gigante sorridente, quando avevo 3 anni.
Facevano parte del corpo di ricerca.Ero troppo piccola per poter provare dolore.
Carla e Grisha avevano un figlio, Eren.
Appena arrivai a casa loro, lui venne da me e mi disse che se fossi rimasta lì per tanto, saremmo dovuti andare d'accordo.
Da quel giorno, mi attaccai molto a lui, così tanto che finii per innamorarmi.Tutti i giorni gli preparavo la colazione e il pranzo al sacco, mi preoccupavo per lui, tanto che sembravo sua madre.
Questo, però non sembrava che gli dispiacesse molto.
Solo quando 'esagero' come dice lui.
Si, forse mi preoccupo per tutto e lo preservo, ma non credo di esagerare.In tutti questi anni però, non l'ho mai visto con una ragazza.
Non ha mai avuto una fidanzata.
E questo mi fa eccitare ancora di più.
'E se fossi io la sua prima compagna di vita?' Mi domandavo così ogni sera, In cui finivo per addormentarmi pensando a lui.La giornata passò molto lentamente.
Abbiamo avuto tre ore di letteratura, e altre tre, di difesa contro i giganti.
<Mikasa, andiamo a casa> disse Eren, mettendosi la borsa sulla spalla.
Al mio nome pronunciato da lui, diventavo felice dentro. Come quando regali un lecca lecca ad un bimbo.<si, certo>
Ci incamminammo, per le strade del distretto di Trost.
A intervalli regolari, mi giravo e lo guardavo, fantasticando sul nostro futuro insieme.
Era così maledettamente bello con quegli occhi verde smeraldo e quei capelli marroni scuro, che alle punte si schiarivano.
Aveva un fisico spettacolare.
Quelle clavicole sporgenti lo rendevano più attraente che mai.
Quando si accorse che lo stavo osservando, mi chiese se andava tutto bene.<si> mormorai imbarazzata, stringendomi nella mia inseparabile sciarpa rossa.
Anche d'estate la mettevo.
Non potevo toglierla.
Eren me la regaló, all'età di dieci anni.'Smettila Mikasa! Non devi sempre difendermi, sembri la mia ragazza! Tieni e sta' zitta!' E me la mise al collo.
Ricordo l'inebriante profumo pungente, di quando me la mise.<papà! Siamo a casa!> esclamò buttando la borsa davanti l'entrata e togliendosi le scarpe.
La presi e la collocai nel suo armadio.
Misi meglio le sue scarpe e tolsi le mie, lasciando tutto in ordine.<ciao papà. Com'è andata oggi al lavoro?> chiesi sedendomi sulla sedia e sistemandomi i lunghi capelli neri in una treccia.
<bene grazie. A te? Preso buoni voti? Note?>
<no, niente di che, un otto in difesa> dissi riferendomi alla difesa contro i giganti.
<e tu Eren?>
La risposta tardò un po'.<si, beh, ecco... ho preso sei in letteratura...> lui è sempre stato quello con i voti più bassi.
<stai alzando la media> disse Grisha.
Eren grugnì in tutta risposta e prese un onigiri dal cestino.<cosa facciamo oggi?> chiede sia a me che al padre.
<mi piacerebbe andare dal comandante Pixis, per parlare e vedere come procedono le cose. Posso andarci? Papà! Ti prego, ti prego, ti preeeeeeegoooo!> esclamai chinando la testa e unendo le mani.<si, vai Mikasa. E tu Eren, o vai con lei, o ti metti studiare per recuperare scienze umane> disse al figlio.
Facendo una smorfia, si alzò dalla sedia es uscì con me dalla porta anteriore.
Eren...
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Il nostro piccolo noi
FanfictionMikasa , ragazza da sempre sfortunata, un giorno incontrerà un ragazzo , che con i suoi occhi di ghiaccio, le cambierà la vita . !!attenzione!! Scene di violenza e di sesso . Se non vi piace , non leggetela . Scene moooolto spinte!! Storia breve...