Chapter 1

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POV LOUIS

"Buongiorno amore" sussurrai nell'orecchio di Matt, si mosse leggermente prima di abbozzare un sorriso che mi fece sorridere ancora di più. Gli lasciai un bacio a stampo prima di alzarmi dal letto e andare verso il bagno, quando inciampai in uno dei giocattoli di Charlotte.

La vidi spuntare dalla porta della sua cameretta, guardandomi con quei occhioni verdi che mi facevano uscire di testa.

"Buongiorno principessa" le sorrisi, e lei sorrise a sua volta. Entrai in bagno, guardandomi allo specchio.

"Complimenti Lou, sei arrivato fino a qua." Mi spogliai ed entrai nella doccia canticchiando 'Ain't my fault' di Zara Larsson, Matt mi diceva sempre che avevo una bella voce, anche se io ho sempre pensato di non essere tanto bravo.

Mi feci una doccia veloce, mi asciugai i capelli e mi vestii prima di raggiungere la mia famiglia in cucina.

"Papà, non ci voglio andare a scuola oggi!" piagnucolò la piccola, come ogni mattina.

"Lo hai detto anche ieri." Sbuffai sorridendo. Era proprio uguale a Matt.

"Andiamo principessa, se no farò tardi a lavoro, ciao amore" presi lo zainetto e il giubbotto mio e di Charlotte, e infine diedi un bacio a Matt.

La presi in braccio e mi avviai in macchina a passi svelti, faceva davvero tanto freddo, stavo per mettere la piccola sul seggiolone quando mi sentì osservato, mi bloccai e non ebbi il coraggio di voltarmi.

"Papà?" Mi richiamò, le sorrisi, mi sistemai e ignorai la sensazione fastidiosa.

"Fa la brava, mi raccomando."

"Lo dici sempre, farò la brava" le stampai un bacio sulla fronte e uscì dalla scuola, diretto alla macchina.

Durante il tragitto misi un po' di musica per distrarmi dai miei pensieri, anche se fu inutile e mi distrassi lo stesso.

"Ancora in ritardo, Tomlinson." Mi ritrovai davanti la porta del bar il mio capo, come tutte le mattine, dall'inizio dell'anno.

"Ho dovuto accompagnare Charlotte a scuola, è molto distante da qua e-"

"Non voglio sentire scuse, mettiti a lavorare." Si spostò per farmi entrare, lo ringraziai mentalmente e senza proferire parola mi diressi a cambiarmi.

Ancora una volta sentì quella sensazione, mi girai di scatto, ma nessuno mi stava guardando, scossi la testa e andai nella stanza dove ci permettevano di cambiarci.

"Menomale che sei arrivato, c'è il pienone oggi, tutto per te il tavolo 3." Mi sussurrò Cheryl, ridacchiai e la accontentai.

Faceva veramente un po' di paura, aveva una carnagione chiarissima, e sembrava non avesse nessuna emozione, ma era anche tremendamente bello, era sicuramente alto, portava i capelli corti e aveva gli occhi verdi, un verde intenso, e quelle labbra.

"Ciao, benvenuto al Rusty bar, che di sera si trasforma in pub, lo sapeva? Vuole ordinare?" dissi senza fiato, ma che mi prendeva?

"Vorrei un caffè, grazie." Disse con un tono molto basso, quando mi guardò i sentì terribilmente in soggezione, era la stessa sensazione di stamattina e poco fa.

"D'accordo, per ritirare ho bisogno del suo nome.." abbassai lo sguardo, ma sapevo perfettamente che mi stesse ancora guardando.

"Harry. Mi chiamo Harry, Louis." Come sapeva come mi chiamavo?

"Scusa, come sai come mi chia-"

"Sta scritto nel cartellino." Sorrise.

Aveva anche le fossette e un sorriso perfetto, annui e mi allontanai in fretta, senza rivolgergli più uno sguardo, a differenza sua, lui mi guardava sempre, qualunque cosa facessi, nonostante non fossi stato io a servirgli il caffè, e nonostante non l'avesse neanche bevuto, mi lasciò una mancia più che generosa, ripiegata in un foglietto con su scritto 'Louis', lo guardai uscire dal bar, era veramente alto e bello, e non riuscì per tutto il turno a togliermi i suoi occhi verdi dalla testa.

ForbiddenWhere stories live. Discover now