Capitolo 7

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[Eliza POV]

Il giorno del mio compleanno è arrivato, ma non so perché non riesco a gioirne. È quasi tutto il pomeriggio che, con l'aiuto di Tasha, cerco di sistemare il mio aspetto in questo abito pomposo che ha voluto che indossassi mio padre. Come al solito non ho avuto voce in capitolo, tra lui e la nonna non so chi sia più dittatoriale. L'unica cosa che ho potuto scegliere è stata la tipologia della festa e, senza esitare, ho optato per quella in maschera.

Mi sono interrogata quasi per una settimana per aver preso questa decisione, ma il motivo già lo conoscevo... è sempre stato lì, nella mia testa, scritto a chiare lettere, come la speranza che lei partecipasse a questa festa.

Tuttora non ho la minima idea se Alycia partecipi o meno alla mia festa in maschera, ma io spero di vederla. Spero che questo stratagemma la metta un po' più a suo agio e le permetta di passare un po' di tempo con me, mettendo da parte chi siamo e quali sono le nostre origini.

Il mio bisogno di lei, sta diventando preoccupante. È circa una settimana che, per una ragione o per un'altra, non riesco ad andare a lezione e la mia voglia di vederla, di parlare con lei, di ridere con lei, continua a crescere e mi spaventa.

Il voler conoscere Alycia è cominciato quasi per caso, la curiosità di una bambina diventata un'adolescente esuberante, affascinata da una giovane donna timida ed introversa... ma ora è diverso. Giorno dopo giorno, mi sono resa conto di quanto lei sia speciale e di quanto sia diventata importante per me. Non so neanche io come spiegare questo tipo di legame che ci unisce, ma più il tempo passa più diventa indissolubile.

Forse sto solo impazzendo e tutto questo sproloquio mentale ne è la prova... o forse sto solo cercando una giustificazione plausibile, per questa mia assurda esigenza di averla al mio fianco in questo giorno apparentemente importante.

"Duchessa è veramente bellissima con questo vestito", la voce di Tasha mi ridesta riportandomi alla realtà.

"Grazie Tasha. Sai che fine ha fatto mia sorella?", le chiedo distrattamente.

"Tra pochi minuti dovrebbe essere qui. Costance, la sta aiutando a sistemarsi", mormora finendo di sistemarmi la maschera.

Quasi non finisce la frase che quell'uragano di mia sorella entra - ovviamente senza bussare - nella stanza.

"Ecco, parli del diavolo...", sospiro alzando gli occhi al cielo.

"Guarda che anche se hai la maschera ho visto benissimo che hai alzato gli occhi al cielo... comunque, ti voglio bene anche io sorellona e sei veramente bellissima stasera", afferma schietta strappandomi un sorriso.

"Anche tu non sei per niente male...".

"Beh, ho detto a Costance di non esagerare, perché - ovviamente - non volevo rubarti la scena, oggi è il tuo giorno sorellona...", il suo tono canzonatorio è una gioia per le mie orecchie.

"Ma sentila lei... e da quando sei così narcisista e sicura di te?", la rimprovero fingendo di essermela presa.

"Da sempre sorellona".

"Dai, vieni qui e dammi un abbraccio, prima che dimentichi di avere una sorella".

"Ely, non potrai mai dimenticarmi di me, perché mi adori... proprio come io adoro te! Buon compleanno sorellona!", esclama stringendo l'abbraccio.

"Grazie. Ti voglio bene Marie".

"Lo so, lo so, ora andiamo se no chi lo sente papà", mi dice trascinandomi fuori dalla stanza.

'Che lo spettacolo abbia inizio...', penso tra me e me.

****

Quando raggiungiamo l'intera famiglia, veniamo subito accolte dall'espressione di disapprovazione di mio padre e di mia nonna, che sicuramente non hanno gradito il ritardo ma, in tutta sincerità, non m'importa di quello che pensino, visto che non si sono nemmeno presi il disturbo di farmi gli auguri. A compensare la loro mancanza ci pensa la mamma con un abbraccio stritolante e, incredibilmente, anche Bob - con un sorriso giulivo - allunga le braccia avvolgendomi in un insolito gesto d'affetto.

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